Gli indiani di Tata pronti a comprare Iveco Group per 3,8 miliardi. Un altro pezzo di Italia se ne va

Attualità
31 luglio 2025, 10.14
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Una delle più importanti operazioni industriali del settore automotive degli ultimi anni prende forma: Tata Motors annuncia un’offerta pubblica d’acquisto volontaria su Iveco Group per un controvalore di circa 3,8 miliardi di euro, con l’obiettivo di dar vita a un nuovo leader globale nei veicoli commerciali. Un’operazione che, se completata, cambierà radicalmente il panorama industriale in Europa e in Asia.
Il consiglio di amministrazione di Iveco Group ha raccomandato unanimemente l’adesione all’OPA promossa da Tata Motors, che sarà lanciata attraverso la controllata TML CV Holdings PTE (Singapore). Il prezzo proposto è di 14,10 euro per azione, al netto della separazione del Business Defence, la divisione militare di Iveco, che sarà ceduta o scorporata entro marzo 2026.

Un'unione strategica per una nuova leadership globale

L’accordo tra i due gruppi si basa su forti sinergie industriali e geografiche. L’unione delle forze permetterà la creazione di un gruppo con oltre 540.000 veicoli commerciali venduti all’anno, un fatturato combinato di circa 22 miliardi di euro, e una presenza bilanciata tra Europa, India, Americhe, Asia e Africa.
Con portafogli prodotti complementari e una minima sovrapposizione industriale, la fusione porterà maggiore efficienza operativa, economie di scala, maggiore capacità di investimento in tecnologie sostenibili e un’accelerazione verso il trasporto a zero emissioni.
“Questa unione rappresenta un salto strategico nella nostra ambizione di costruire un ecosistema globale per il trasporto sostenibile”, ha dichiarato Girish Wagh, Executive Director di Tata Motors.

Condizioni dell’offerta e ruolo di Exor

L’OPA è condizionata alla cessione del Business Defence di Iveco, ma anche al raggiungimento di almeno l’80% del capitale sociale (ridotto dal 95% se l’assemblea straordinaria approverà le delibere post-fusione). Tata Motors ha già ottenuto l’appoggio di Exor N.V., azionista di riferimento di Iveco con il 27% delle azioni e oltre il 43% dei diritti di voto.
“Questa alleanza strategica rafforzerà l’identità industriale di Iveco e ne salvaguarderà i valori, l’occupazione e la presenza produttiva in Italia”, ha sottolineato Suzanne Heywood, Presidente di Iveco Group.
Anche il consiglio di amministrazione di Iveco (che detiene collettivamente circa l’1,4% delle azioni) si è impegnato ad aderire all’OPA e a votare a favore della transazione nella prossima assemblea straordinaria.

Delisting da Euronext Milan e governance garantita

Tata Motors punta a rilevare il 100% delle azioni e a procedere con il delisting di Iveco da Euronext Milan. La sede principale di Iveco resterà a Torino, nessuno stabilimento sarà chiuso e i diritti dei lavoratori saranno tutelati almeno per i due anni successivi al closing dell’operazione.
Il nuovo gruppo sarà governato secondo principi ESG condivisi e continuerà a promuovere gli investimenti in sostenibilità già avviati da Iveco, in particolare con FPT Industrial, la divisione powertrain strategica per la transizione energetica.

I prossimi step: chiusura prevista nel primo semestre 2026

Tata Motors presenterà il Documento di Offerta alla Consob entro 20 giorni, mentre il closing dell’operazione è atteso entro la prima metà del 2026, subordinatamente alle autorizzazioni regolatorie e alla chiusura della cessione del comparto difesa.
“Con Tata Motors, liberiamo nuovo potenziale per accelerare la nostra innovazione e rafforzare la nostra presenza nei mercati globali”, ha dichiarato Olof Persson, CEO di Iveco Group.

Perché è un'operazione storica

  • Valore stimato: 3,8 miliardi di euro
  • Obiettivo: creazione di un leader mondiale nel trasporto commerciale
  • OPA raccomandata dal consiglio Iveco e sostenuta da Exor
  • Complementarietà geografica e industriale
  • Garanzia su sede, occupazione e governance ESG
Con questa acquisizione, Iveco entra in una nuova fase della sua storia industriale, diventando parte di un network globale con solide radici in Italia, ma lo sguardo proiettato verso l’India e i mercati emergenti.
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