Affidare la propria auto da oltre 100.000 dollari all’assistenza ufficiale dovrebbe essere un momento rassicurante. Ma per un proprietario di
Tesla Cybertruck negli Stati Uniti, si è trasformato in un incubo surreale: il suo pick-up è tornato con il contachilometri azzerato, un faro “strabico”, una piastra anteriore mancante e finiture montate in modo approssimativo. E tutto questo dopo un semplice intervento programmato.
Il Cyberbeast che è rinato... nel senso sbagliato
L’assurda vicenda è stata raccontata da un utente del forum CybertruckOwnersClub, che ha portato il suo Cybertruck nella versione Cyberbeast – la più costosa e performante della gamma – per una serie di piccole sistemazioni: installazione di una nuova barra luminosa, correzione di alcuni giochi tra i pannelli della carrozzeria e la verifica di un messaggio intermittente relativo all’ABS.
Il centro assistenza Tesla aveva promesso la riconsegna entro giovedì, ma ha poi posticipato tutto a venerdì pomeriggio. Al momento del ritiro, però, qualcosa non tornava. O meglio, niente tornava.
Da Cyberbeast a "CyberBaby": l’odometro segna zero
La prima sorpresa è stata il contachilometri completamente azzerato. Il pick-up, che aveva percorso circa 26.000 miglia (oltre 41.000 km), risultava ora come appena uscito dalla fabbrica. Il proprietario ha persino girato un video mentre il contachilometri passava da 0 a 1 miglio mentre lasciava l’officina, confermando che non si trattava di un errore temporaneo. Anche l'app Tesla e il menu di servizio dell’auto riportavano lo stesso valore: chilometraggio azzerato.
Insomma, il Cybertruck si è ritrovato con una nuova “verginità chilometrica”, ma senza alcuna spiegazione ufficiale. Una situazione che potrebbe creare grossi problemi in caso di rivendita o garanzia.
Simmetria approssimativa e finiture malmesse
Come se non bastasse, la barra luminosa anteriore è stata montata in modo visibilmente sbilanciato, con mezzo pollice di disallineamento da un lato e nessun margine dall’altro. All’interno, alcune finiture sotto il cruscotto erano penzolanti, mentre nel portellone è stato trovato un bullone allentato.
Il Cybertruck non riconosceva nemmeno più lo smartphone del proprietario, perdendo così la funzione di accesso e avvio automatico tramite l’app Tesla.
Tesla ancora in silenzio, ma l'immagine pubblica ne risente
Il proprietario sta ancora aspettando risposte da Tesla, che finora non ha fornito spiegazioni sull’azzeramento dell’odometro né sulle problematiche post-servizio. Il forum è in fermento: molti utenti sospettano che durante l'intervento siano stati effettuati reset non autorizzati o sostituzioni di componenti, altri parlano di “bug” nella gestione del firmware del veicolo.
In ogni caso, si tratta di un episodio che getta nuove ombre sull’esperienza post-vendita del marchio di Elon Musk, già messa sotto pressione da segnalazioni precedenti su problemi software, aggiornamenti che “brikkano” i Cybertruck e livelli qualitativi non sempre all’altezza delle aspettative.
Quando il servizio peggiora la situazione
L’ironia amara del proprietario riassume perfettamente la situazione:
“Il mio CyberBeast è andato a farsi coccolare ed è tornato un neonato, con un occhio pigro e un arto mancante.”
Un’esperienza paradossale che, oltre a lasciare l’auto in condizioni peggiori rispetto a prima, solleva interrogativi importanti su come Tesla gestisce l’assistenza dei suoi veicoli più costosi. Per chi sta pensando di acquistare un Cybertruck (o lo ha già fatto), questo potrebbe essere un campanello d’allarme da non ignorare.