La transizione elettrica in Francia sta per entrare in una nuova fase, ambiziosa e decisiva. Il Ministero dei Trasporti ha ribadito un obiettivo chiave per il 2030: installare 400.000 colonnine pubbliche di ricarica su tutto il territorio nazionale e superare quota 7 milioni di punti di ricarica complessivi, includendo anche le wallbox private e le prese installate presso aziende e abitazioni.
Un traguardo che sembra enorme, ma non irrealizzabile, alla luce dei numeri attuali. Oggi in Francia ci sono già oltre 2,5 milioni di punti di ricarica, di cui circa 168.000 accessibili al pubblico. Questo rende il Paese uno dei più attrezzati in Europa, subito dietro a Paesi Bassi e Germania. E la disponibilità delle colonnine è in netto miglioramento: il tasso di funzionamento è passato dal 78% al 93% in soli dodici mesi.
Dalle pompe ai kilowatt
Per dare un’idea della portata della sfida, basti pensare che in Francia ci sono circa 50.000 pompe di carburante, distribuite su 6.000 stazioni di servizio. Le colonnine pubbliche di ricarica le hanno già superate in numero, ma il vero nodo resta il tempo di ricarica: molto più lungo rispetto a un pieno tradizionale. Ecco perché l’obiettivo dei 400.000 punti pubblici sarà accompagnato da un altro dato cruciale: una potenza totale di 9 GW dedicata alla ricarica entro cinque anni, contro i 2 GW attuali.
Il nodo delle abitazioni private
Una delle grandi sfide sarà l’elettrificazione dei condomìni. Il cosiddetto “diritto alla presa” esiste formalmente, ma scontrarsi con le complessità di gestione condominiale – dai costi di installazione agli accordi tra proprietari – rischia di frenare l’espansione delle wallbox private. Per questo motivo, il Governo punta a sostenere economicamente le installazioni in contesti condivisi, così da raggiungere quota 4 milioni di punti di ricarica domestici e aziendali entro il 2030.
Tariffe e ricarica intelligente
Per incentivare l’uso intelligente dell’energia, la Francia pensa a un sistema di “ore super vuote”, con tariffe elettriche scontate durante le fasce meno energivore, in particolare tra le 11 e le 17 (le cosiddette “ore solari”), ma anche di notte e nei weekend. L’idea è quella di spingere i fornitori di energia a proporre nuove offerte vantaggiose, coordinate con la Commissione di Regolazione dell’Energia e in sinergia con altri Paesi europei.
Resta il problema dei veicoli
Una rete capillare di ricarica è fondamentale, ma non basta. Per una vera rivoluzione elettrica serviranno anche auto accessibili, con autonomie reali e costi sostenibili. Il Governo lo sa, ma la diffusione di modelli davvero alla portata delle famiglie resta oggi uno degli ostacoli principali.