Con la 500 a guida autonoma il car sharing è pensato per i più fragili, ecco come funziona

Attualità
21 luglio 2025, 10.45
sharing for caring
Nasce nel piccolo comune di Darfo Boario Terme il primo prototipo italiano di car sharing pensato espressamente per persone con ridotte capacità motorie, nonché anziani e persone fragili. Il suo nome è Sharing for Caring e nasce da un'idea del gruppo di ricerca AIDA del Politecnico di Milano. Sigla che sta per Artificial Intelligence Driving Autonomous. Avete capito bene, è il primo car sharing sul territorio italiano (in America, specie a San Francisco, i taxi a guida autonoma sono diventati d'attualità molto recentemente e non per la loro efficienza, anzi).
Trattasi di un progetto che nasce per rispondere alle esigenze particolari dei piccoli comuni, dove la mobilità e il trasporto pubblico, nonché la scarsità stessa di mezzi pubblici, può diventare un motivo di grane ostacolo per le persone che hanno necessità di spostarsi. Da qui l'idea di proporre una soluzione che consiste in un veicolo a guida autonoma completamente elettrico, la FIAT 500 elettrica che vedete nelle foto, è una 3+1, cioè quella con la porticina sul lato del passeggero. A Darfo, nel corso del primo test pratico, era presente a bordo anche il cosiddetto "Safety Driver", una persona incaricata di prendere il controllo del veicolo in caso di problemi.
Prelevato l'anziano che doveva dirigersi in farmacia, la 500 ha iniziato a muoversi in completa autonomia seguita da un veicolo (Jeep Renegade) dotato di segnaletica per avvisare gli altri utenti dell'esperimento in corso. La 500 del test era inoltre equipaggiata con numerosi sensori messi a punto dal team di ricerca AIDA. A margine, ma aspetto curioso, è la livrea della vettura, decorata ispirandosi all’arte giapponese del Kintsugi, una tecnica che valorizza le crepe come parte integrante della storia di un oggetto. Questo simbolismo trasmette l’idea che le fragilità non debbano essere nascoste, ma trasformate in un valore aggiunto.

Sharing for Caring: perchè il progetto del Polimi può avere un futuro

caring for sharing
Sharing for Caring rappresenta anche un esempio concreto di come la tecnologia possa essere messa al servizio dell’inclusione e dell’equità sociale. Il progetto dimostra che l’accessibilità è un tema centrale nella mobilità sostenibile e che l’innovazione, se orientata in modo responsabile, può diventare uno strumento per ridurre le disuguaglianze.
Il supporto tecnologico al progetto arriva anche da Cisco Italia, che ha fornito soluzioni di connettività avanzata, fondamentali per il funzionamento sicuro e affidabile della guida autonoma. Una rete solida e performante è infatti indispensabile per permettere la comunicazione tra i veicoli e i sistemi intelligenti di controllo.
Infine, Sharing for Caring non si propone solo come un esperimento, ma come un modello concreto di mobilità del futuro: un servizio accessibile, capillare e replicabile, pensato per migliorare la qualità della vita anche nei territori dove finora sembrava impossibile realizzare soluzioni di trasporto moderne e inclusive.
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