Gli incentivi all’acquisto di auto elettriche sono uno strumento centrale nelle politiche europee per la decarbonizzazione del trasporto. Ma sono anche socialmente squilibrati, secondo l’economista tedesca Claudia Kemfert, che mette in guardia dai rischi di esclusione delle fasce meno abbienti dal processo di transizione elettrica.
Kemfert, a capo del Dipartimento Energia, Trasporti e Ambiente del prestigioso DIW Berlin (Istituto tedesco di ricerca economica), ha recentemente commentato la questione sulle pagine di Focus Online, sottolineando come gli attuali incentivi “siano tecnicamente efficaci, ma socialmente iniqui”.
Il caso tedesco: incentivi finiti, mercato crollato (e poi ripartito)
In Germania, gli incentivi statali per l’acquisto di veicoli elettrici erano tra i più generosi in Europa, fino alla fine improvvisa a dicembre 2023 decisa dal nuovo governo. Il risultato? Un crollo immediato delle immatricolazioni EV nel primo mercato automobilistico d’Europa.
Tuttavia, come spiega Kemfert, la ripresa c’è stata, ma i benefici sono distribuiti in modo ineguale. “Chi ha un reddito basso o medio non riesce ad accedere a questi veicoli, troppo costosi anche con i bonus. Al contrario, chi ha più disponibilità economica ne approfitta, specie in caso di acquisto di veicoli di alta gamma”, ha affermato.
Incentivi sì, ma più equi: la proposta di Kemfert
La ricercatrice propone una revisione dell’approccio attuale agli incentivi EV, chiedendo:
- Un orientamento più sociale, che premi chi ha redditi più bassi.
- Bonus mirati per auto elettriche accessibili, e non per modelli da oltre 80-100 mila euro.
- Programmi di leasing o noleggio sociale.
- Integrazione delle auto elettriche usate nei meccanismi di incentivo.
- Maggiore sostegno all’infrastruttura di ricarica pubblica, per ridurre il divario tra città e periferie.
“La politica attuale favorisce un segmento già privilegiato del mercato”, sottolinea Kemfert. “Così si spinge l’industria a produrre solo EV premium, trascurando i modelli entry-level”.
Auto aziendali: un altro nodo critico
Un altro punto messo in discussione dall’economista è il trattamento fiscale dei veicoli aziendali. In Germania, il 40% delle nuove immatricolazioni riguarda flotte aziendali, che spesso sfruttano forti vantaggi fiscali per acquistare modelli elettrici di fascia alta.
“Il restante 60% dei consumatori quasi non riceve alcun beneficio concreto. Serve riequilibrare il sistema per incentivare anche le famiglie e i privati”, afferma Kemfert.
Una mobilità elettrica davvero per tutti?
L’intervento di Claudia Kemfert apre una riflessione importante: l’elettrificazione della mobilità rischia di diventare un privilegio, anziché un diritto accessibile a tutti.
Gli incentivi, così come sono oggi, funzionano sul piano numerico – aumentano le vendite e le immatricolazioni – ma rischiano di allargare le disuguaglianze sociali, favorendo solo chi è già ben posizionato.