L’auto elettrica in Italia continua a scontrarsi con un ostacolo concreto: il costo della ricarica alle colonnine pubbliche. Dopo anni di tariffe competitive e abbonamenti vantaggiosi, oggi fare il pieno di energia costa sempre di più.
Un problema strutturale, che rischia di rallentare la crescita del mercato elettrico e di rendere la transizione ecologica un privilegio per pochi.
Le tariffe italiane più alte d’Europa
Secondo gli ultimi rilevamenti, i prezzi delle ricariche nel nostro Paese sono tra i più elevati del continente. Ecco alcuni dati:
PREZZO MEDIO SETTEMBRE 2025:
AC: 0,63 €/kWh
DC: 0,73 €/kWh
HPC: 0,76 €/kWh
PREZZO MEDIO MIN E MAX SETTEMBRE 2025:
AC: MIN 0,53 €/kWh – MAX 0,83 €/kWh
DC: MIN 0,58 €/kWh – MAX 0,81 €/kWh
HPC: MIN 0,50 €/kWh – MAX 1,01 €/kWh
E' molto interessante notare, per un confronto più chiaro, che la parità di costo con un litro di benzina/Diesel si raggiunge in media intorno a 0,60-0,65 €/kWh (i costi variano leggermente in base all’efficienza energetica dei diversi modelli di auto e del costo variabile della benzina/Diesel).
Un confronto con altri Paesi europei evidenzia la differenza: in Francia e Spagna le ricariche veloci da 300 kW costano circa 0,29 euro/kWh, ossia quasi la metà rispetto all’Italia.
Le conseguenze sono chiare: molti automobilisti rinunciano all’acquisto di un’auto elettrica non tanto per mancanza di infrastrutture, quanto per l’elevato costo di utilizzo quotidiano.
L’allarme di Adiconsum: “Così si frena il mercato”
Anche Adiconsum, associazione per la tutela dei consumatori, è intervenuta sulla questione.
“Il costo delle ricariche pubbliche è un freno all’espansione del mercato elettrico”, ha dichiarato Mauro Vergari, capo del Dipartimento Reti e direttore dell’Osservatorio Prezzi dell’associazione.
Secondo Adiconsum, tariffe più equilibrate potrebbero incentivare l’adozione della mobilità a zero emissioni:
- Ricariche AC (a bassa potenza): dovrebbero attestarsi tra 0,30 e 0,35 €/kWh, contro gli attuali 0,45-0,60 €/kWh;
- Colonnine DC (a ricarica rapida): prezzo ideale tra 0,40 e 0,45 €/kWh, oggi disponibile solo con abbonamenti specifici;
- Ricariche HPC (ultraveloci): dovrebbero costare 0,50-0,55 €/kWh, contro i 0,79 €/kWh medi attuali.
Una revisione dei costi permetterebbe, secondo l’associazione, di rendere accessibile la mobilità elettrica anche a chi non dispone di un box privato, oggi costretto a pagare tariffe molto più alte rispetto alla ricarica domestica (0,25-0,30 €/kWh).
Il rischio di una transizione diseguale
Il messaggio di Adiconsum è chiaro: senza una politica di prezzi trasparente e sostenibile, l’auto elettrica resterà un lusso urbano.
Il rischio è quello di creare una mobilità “a due velocità”: conveniente per chi può ricaricare a casa, proibitiva per chi deve affidarsi alle colonnine pubbliche.
Mentre l’Europa accelera sulla transizione energetica, l’Italia deve ancora trovare un equilibrio tra infrastruttura, tariffe e reale accessibilità economica. Solo così la promessa di un futuro elettrico potrà diventare davvero universale.