Inaugurata la prima stazione di rifornimento a idrogeno in Lombardia, ma i numeri restano simbolici. Fontana: “Lombardia protagonista della transizione energetica”.
È stata inaugurata a Carugate, lungo la Tangenziale Est di Milano, la prima stazione di rifornimento a idrogeno della Lombardia. Si tratta del primo impianto su cinque previsti sul territorio regionale, realizzato da Milano Serravalle – Milano Tangenziali S.p.A., e in grado di servire sia veicoli leggeri che mezzi pesanti.
Un segnale importante per la mobilità sostenibile? Sì, ma anche una mossa più simbolica che strutturale, almeno per ora. Perché se da un lato l’idrogeno viene celebrato dalle istituzioni come uno dei pilastri della transizione ecologica, dall’altro l’infrastruttura reale è ancora largamente insufficiente per poter parlare di alternativa concreta ai carburanti fossili o all’elettrico.
“Un passo concreto”, ma per chi?
L’inaugurazione ha visto la partecipazione delle principali figure della Giunta regionale: il presidente Attilio Fontana ha parlato di “un passo concreto verso una Lombardia sempre più verde e protagonista della transizione energetica”, mentre gli assessori Franco Lucente (Trasporti) e Giorgio Maione (Ambiente) hanno ribadito l’impegno della Regione nello sviluppo di una filiera industriale dell’idrogeno, con investimenti su mezzi pubblici (come i 14 treni a idrogeno per la linea Brescia-Iseo-Edolo) e progetti locali come la Hydrogen Valley della Valcamonica.
Ma quanti automobilisti potranno effettivamente fare rifornimento di idrogeno nei prossimi anni? Al momento, i veicoli a celle combustibili immatricolati in Italia si contano sulle dita, e l’infrastruttura di rifornimento è pressoché assente. La stazione di Carugate, pur essendo tecnologicamente avanzata e strategicamente collocata, serve oggi più a testimoniare un’intenzione politica che a rispondere a una domanda reale.
Rifornimento idrogeno Lombardia: una partenza lenta
L’obiettivo regionale è ambizioso: fare della Lombardia un hub strategico per l’idrogeno, sviluppando distretti territoriali dove produzione e consumo siano integrati, efficienti e sostenibili. Tuttavia, la domanda effettiva è minima e i costi di produzione restano elevati, specie per l’idrogeno verde (ottenuto da fonti rinnovabili), mentre l’idrogeno grigio o blu non risolve il problema ambientale alla radice.
Nel frattempo, l’idrogeno resta escluso dalle scelte di quasi tutte le case automobilistiche sul fronte consumer: le vetture fuel cell sul mercato sono due (Toyota Mirai e Hyundai Nexo) e la diffusione appare lontanissima, anche rispetto all’elettrico.
L’idrogeno ha futuro, ma servono investimenti veri
L’assessore Maione ha dichiarato che Regione Lombardia punta a emissioni nette zero entro il 2050, e che l’idrogeno sarà una leva strategica. Ma per passare dai discorsi alle soluzioni reali, servono investimenti pubblici e privati molto più consistenti, una chiara strategia nazionale e incentivi che vadano oltre i proclami.
La prima stazione di rifornimento idrogeno in Lombardia rappresenta senza dubbio un segnale di apertura verso il futuro, ma non basta ad avviare una rivoluzione della mobilità. Servono numeri, strategie, veicoli disponibili, incentivi strutturati e soprattutto un coinvolgimento serio dell’industria e degli utenti finali.