Alle 6 in punto, a Cervia, il rombo dei motori si fonde con quello del mare. Il sole si è appena alzato sull’Adriatico, ma la Freccia Rossa è già in movimento. La quarta giornata di gara è la più lunga di tutte: 500 chilometri, dall’Est all’Ovest, dall’alba al tramonto, dal sale in sospensione all’aria ferma della pianura padana.
Siamo a bordo della nostra fedele Maserati GranTurismo Trofeo, che ancora una volta si è dimostrata compagna ideale per questo viaggio a cuore aperto. Grintosa quando serve, comoda nei tratti più lenti e ma mai banale. Davanti a noi, sempre lei: la Maserati A6 GCS/53, vera protagonista di questa Mille Miglia, seguita come si seguono le star, con rispetto e orgoglio.
Il cuore caldo d’Italia
Il caldo si è fatto sentire presto. Già al timbro di Forlì, la giornata prometteva afa e polvere. E le ha mantenute entrambe. I saliscendi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi hanno messo alla prova auto e piloti, mentre il convoglio valicava il Passo della Calla, immergendosi in boschi antichi e silenzi sospesi. A Stia, tappa inedita, il tempo sembrava essersi fermato: la Freccia Rossa, per una manciata di minuti, è diventata parte del paesaggio.
Dopo Pratovecchio, la corsa ha accelerato: una seconda serie di prove ha riportato il ritmo in alto, poi via lungo gli 80 chilometri che ci hanno condotto fino a Empoli e San Miniato, con timbri veloci, applausi sparsi e sguardi curiosi. Ma è a Pontedera che il sole ha cominciato a picchiare forte.
39 gradi. A picco. Asfalto che respira. Sudore e calore ovunque.
La piazza piena, il pranzo in gara, e quella sensazione di essere dentro qualcosa di più grande di noi.
Il mare alle spalle, l’onore davanti
Da lì, verso
Valle Benedetta, dove si è corsa l’ottava Prova di Media. Poi, finalmente,
l’ingresso a Livorno, e con esso uno dei momenti più solenni di tutta la giornata: l’ingresso
nell’Accademia Navale, con le auto storiche a tagliare il piazzale come una flotta ordinata, accolti dal
Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio
Credendino, in gara su una Fiat 1100 del '47.
Un’immagine che da sola
riassume l’anima della 1000 Miglia: storia, rispetto, passione condivisa.
Viareggio, Pietrasanta, Forte dei Marmi: il cuore della Versilia ha visto altre Prove Cronometrate, mentre il sole lentamente declinava dietro le Alpi Apuane. Ma il meglio — e il peggio — doveva ancora venire.
La Cisa: storia, fatica, leggenda
Il Passo della Cisa non ha deluso. Anzi: ha sfidato tutti, come solo certi luoghi sanno fare.
Tornanti senza tregua, cruscotti bollenti, il fiato corto e lo sguardo fisso sull’asfalto. Dieci Prove Cronometrate, un’ultima Prova di Media. La luce ormai calda, radente. Le auto stanche. Anche noi, stanchi. Ma mai stufi.
Poi la discesa verso Parma, che ci accoglie con un calore umano che ripaga ogni sforzo. La città è viva, pulsante, innamorata. In centro, la gente si accalca lungo le transenne. Saluta, fotografa, applaude.
Qui la Mille Miglia è davvero tornata a casa.
A fine giornata, la Mille Miglia 2025 regala un colpo di scena inaspettato: dopo giorni al comando, Andrea Vesco e Fabio Salvinelli cedono la vetta della classifica. A guidare ora la corsa sono gli argentini Erejomovich–Llanos su Alfa Romeo 6C 1500 SS. Alle loro spalle, la sfida resta apertissima.
La Maserati A6 GCS/53 che abbiamo seguito lungo tutto il percorso chiude questa tappa in 50ª posizione, tenendo alto l’onore del Tridente tra le regine d’epoca.
Una cena da ricordare
La giornata si chiude in bellezza con una cena scenografica a Palazzo della Pilotta. Luci soffuse, tavole eleganti, voci che rimbalzano tra i portici. Ma sotto i sorrisi, la stanchezza si fa strada. Siamo tutti segnati dal sole, dal tempo, dalla strada.
La 1000 Miglia ti prende tutto, ma in cambio ti lascia un pezzo di eternità.
Domani, l’ultimo atto. Brescia ci aspetta. Ma stasera, Parma brilla.