Con tre nuovi modelli segmento A in arrivo, lo stabilimento Stellantis di Pomigliano d'Arco si prepara a un rilancio produttivo decisivo. E la Pandina sarà solo l'inizio.
Mentre molti impianti europei si interrogano sul proprio futuro tra transizione elettrica, tagli alla produzione e crisi di domanda, lo
stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco si conferma un caposaldo dell’automotive italiano. Il merito va alla nuova
FIAT Pandina, erede spirituale della storica citycar, e ad
altre due inedite segmento A che nasceranno proprio lì, in Campania, su
piattaforma STLA Small.
Un segnale chiaro da parte del gruppo automobilistico guidato dal nuovo CEO Antonio Filosa, pronto a rilanciare l’Italia come polo strategico per le auto compatte, puntando su tecnologia, efficienza produttiva e costi competitivi.
La nuova FIAT Pandina: design rétro e anima moderna
Attesa entro il 2030, ma potenzialmente in anticipo già tra il 2027 e il 2028, la nuova FIAT Pandina sarà proposta in versione elettrica e ibrida, puntando a prezzi accessibili grazie a tecnologie di nuova generazione che promettono costi di produzione ridotti e maggiore scalabilità.
Esteticamente, il modello unirà due anime: da un lato l’ispirazione al look robusto e squadrato della FIAT Grande Panda recentemente svelata; dall’altro, richiami evidenti alla prima generazione della Panda anni ’80, per un effetto di design leggermente retrò, ma aggiornato con interni digitali, infotainment di ultima generazione e ADAS di livello 2.
La piattaforma STLA Small, condivisa con la 500 elettrica, garantirà un’architettura flessibile, già predisposta per ospitare powertrain full electric ma anche varianti mild o full hybrid, in base alle esigenze di mercato.
Due nuove segmento A misteriose, ma non italiane?
Accanto alla Pandina arriveranno altre due citycar segmento A, anch’esse realizzate a Pomigliano. Stellantis non ha ancora rivelato a quale marchio apparterranno: difficile pensare che siano altre FIAT, più probabile che si tratti di brand gemelli del gruppo, come Citroën, Opel o Peugeot, già attivi nel segmento.
Non è esclusa nemmeno la possibilità di un modello low-cost per mercati emergenti o di una piccola elettrica per il brand americano Chrysler, oggi in fase di rilancio.
La certezza è che Stellantis intende massimizzare la capacità produttiva del sito di Pomigliano, premiando uno stabilimento che ha dimostrato efficienza, qualità e solidità sindacale anche durante le recenti fasi di transizione.
Un polo strategico per la mobilità urbana
Se confermate, le tre segmento A rappresenterebbero per Pomigliano un carico produttivo rilevante per almeno un decennio, blindando il futuro occupazionale di migliaia di lavoratori e trasformando lo stabilimento in hub europeo della mobilità urbana.
Nel nuovo piano industriale atteso da Antonio Filosa – destinato a rivedere e superare Dare Forward 2030 – la piccola mobilità elettrica e ibrida potrebbe tornare ad essere un asset centrale per Stellantis, proprio grazie a impianti come quello campano, capaci di produrre su larga scala a costi contenuti.
Il ritorno della citycar democratica
Dopo anni di incertezza, la FIAT Pandina e le sue sorelle potrebbero riaccendere la passione per le citycar italiane, coniugando tradizione, design familiare e nuove esigenze ambientali. E con prezzi che – secondo indiscrezioni – saranno competitivi anche rispetto alla concorrenza cinese, Stellantis potrebbe rilanciare l’idea di auto urbana accessibile e prodotta in Europa, invertendo una tendenza che sembrava inarrestabile.
In attesa dell’annuncio ufficiale del nuovo piano industriale, una cosa è certa: Pomigliano può dormire sonni tranquilli. Il suo futuro, a quanto pare, è già in marcia.