Ferrari ha finalmente chiuso uno dei capitoli legali più delicati della sua storia recente: il nome
Testarossa è tornato ufficialmente sotto il controllo di Maranello. Dopo un’aspra battaglia legale durata ben otto anni contro l’azienda tedesca Autec AC, il Cavallino Rampante si è visto riconoscere definitivamente i diritti sul leggendario marchio. Ma la vera notizia è un’altra: Ferrari si sta muovendo per mettere al sicuro quel nome in tutto il mondo, e un nuovo marchio registrato in Islanda — “
849 Testarossa” — lascia intendere che il mito potrebbe rinascere.
Una nuova Testarossa all’orizzonte?
Secondo quanto scoperto da CarBuzz, Ferrari ha depositato il marchio “849 Testarossa” presso l’Ufficio Islandese per la Proprietà Intellettuale lo scorso 21 luglio. Una mossa sorprendente, dato che il nome Testarossa è già protetto a livello internazionale fino al 17 ottobre 2026 tramite l’OMPI (Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale).
Perché dunque registrare un nome apparentemente nuovo e con un numero così specifico? Le ipotesi sono diverse, ma tutte convergono su una possibilità affascinante: Ferrari potrebbe avere in cantiere una nuova versione della Testarossa, ispirata al leggendario modello anni ’80 ma con tecnologia e performance da supercar moderna.
Cosa significa “849”?
Il numero 849 potrebbe essere ben più di un semplice codice legale. Alcuni osservatori suggeriscono che si tratti di un riferimento diretto alla potenza del motore: 849 cavalli, magari erogati da una versione potenziata del V6 ibrido della 296 GTB o da un V12 di nuova generazione.
Altri, invece, vedono nell’849 un richiamo simbolico al posizionamento tra i recenti modelli Ferrari: potrebbe trattarsi di una serie limitata tra la 812 Superfast e la nuova 12Cilindri. Non è escluso che si tratti di un omaggio alla storia del marchio, in stile Daytona SP3 o 599 GTO.
Perché proprio in Islanda?
Il deposito del marchio in Islanda non è casuale. Sebbene sia parte dell’Europa, l’Islanda non è vincolata a tutti i trattati internazionali sull’IP. Questo significa che la registrazione tramite OMPI non garantisce automaticamente la protezione in tutte le nazioni europee. Con questa mossa, Ferrari si assicura il controllo totale del nome anche in territori con normative particolari, evitando future controversie come quella con Autec AC.
Una lezione dal passato
Ferrari si era trovata spogliata del marchio Testarossa nel 2017, quando l’Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) accolse la richiesta della società tedesca Autec. Secondo l’azienda, il nome non era stato utilizzato attivamente per oltre cinque anni, rendendolo “abbandonato” dal punto di vista legale. Ferrari, che non aveva rinnovato l’uso commerciale della denominazione, fu costretta a intraprendere un lungo processo giudiziario, conclusosi solo nel 2023 con l’annullamento della decisione dell’EUIPO.
Sarà una Testarossa su base 296 con 849 cavalli? Una one-off per collezionisti? O l’inizio di una nuova linea ispirata al passato? Per ora, a Maranello tacciono.