Trentaquattro milioni di esemplari in 51 anni di carriera. Non stiamo parlando della Ford Model T, del Maggiolino o della mitica Golf, ma della Volkswagen Passat. Lanciata nel 1973 come uno dei principali modelli che hanno segnato il rilancio della Casa di Wolfsburg dopo essersi concentrata sul solo Maggiolino, nel 2024 la Volkswagen Passat arriva alla sua nona generazione, nota anche come B9. Sebbene il pubblico mondiale sia ormai assuefatto ai SUV, il mercato delle Wagon ha ancora il suo appeal, con modelli che si rivolgono ad un pubblico che fa tanti chilometri e vuole un’auto spaziosa, pratica ma senza rinunciare alle sensazioni e alla dinamica di guida di un’auto tradizionale.
Per questo, la Volkswagen Passat Variant, nonostante un calo di vendite delle classiche Station Wagon a vantaggio dei SUV, continua a piacere a chi necessita di spazio, comfort e versatilità. Per questo, la sua storia continua, e arriva alla sua nona serie. La variante berlina, invece, non è stata sviluppata, sostituita dalla sua inedita controparte elettrica, la ID.7. Con questa B9, la storica Passat cambia registro a livello estetico, prediligendo uno stile più moderno e sportivo che in passato, nonché dimensioni che, fino a 15 anni fa, erano riservate alle ammiraglie.
Dotata di un interno più moderno e tecnologico, è proposta sia con motori termici, benzina Mild Hybrid e Diesel, e che Plug-In Hybrid, tecnologia della quale, nel suo segmento, Volkswagen è stata una delle pioniere. Sebbene siamo sicuri che il motore Diesel sarà ancora il più ricercato, abbiamo scelto di provare una motorizzazione in continua ascesa di popolarità, la 1.5 eTSI benzina Mild Hybrid da 150 CV in allestimento R-Line, per scoprire prezzo, interni, motori e come va la nuova Volkswagen Passat 2024 di nona generazione.
Salutata la variante berlina, interrotta nella sua carriera europea con l’ottava generazione, la nona serie della mitica Passat ha ancora il suo appeal. In Germania, ad esempio, è stata capace di chiudere il 2023 al primo posto nella classe media, con circa 45.500 unità vendute nei 12 mesi. Nonostante quindi la concorrenza dei SUV, i risultati della Passat Variant hanno convinto Volkswagen a darle un’altra generazione in Europa (in Cina e in altri mercati asiatici la Passat berlina e la versione a passo lungo Magotan sono ancora molto amate).
Nel farlo, la nona generazione ha cambiato il suo stile, la tecnologia e anche la fabbrica di produzione. La Passat, infatti, è ora costruita a Bratislava, in Slovenia, nella stessa fabbrica dove sono assemblate le Porsche Cayenne, l’Audi Q8 e la cugina Skoda Superb. In più, rispetto al passato le dimensioni degli esterni della nuova Volkswagen Passat sono cresciute, sforando il muro dei 4,90 metri. Nel dettaglio, sono queste le dimensioni della Volkswagen Passat di nona generazione:
Rispetto alla precedente generazione, la B8, siamo di fronte ad un aumento di ben 15 centimetri (prima si fermava a 4,77 metri), e le generazioni vendute negli anni ’00 hanno sempre mantenuto la lunghezza di 4,75 metri. Molto più grande, quindi, rispetto al passato, la nuova Volkswagen Passat cambia radicalmente a livello estetico, introducendo uno stile decisamente più sportivo rispetto al passato, soprattutto sulla versione R-Line che abbiamo provato. Il frontale, per cominciare, è caratterizzato da una enorme calandra a tutta larghezza, simile a quella vista sulla cugina Tiguan di terza generazione (che abbiamo provato nella stessa giornata in versione 2.0 TDI: qui la nostra prova in anteprima), che sulla R-Line è più aggressiva e verniciata in nero lucido.
Ad enfatizzare la larghezza di ben 1,85 metri ci pensano i fari, sottili e affilati e con tecnologia IQ.Light a matrice di LED (di serie per la R-Line) e uniti, com’è ormai tradizione per la Casa tedesca, da una fascia luminosa a LED integrata nella sottile calandra con al centro il logo Volkswagen. Lateralmente, la nona Passat non nasconde le sue generose dimensioni, con cofano e sbalzo posteriore molto pronunciati, mentre le ampie superfici vetrate fanno da contraltare ad un passo davvero generoso, che all’interno regala grande abitabilità. Vista dal vivo, si fa apprezzare per la scarsa altezza della carrozzeria, che enfatizza la larghezza e la differenzia visivamente dagli onnipresenti SUV, anche se con i suoi 1,52 metri, come vedremo, garantisce molta “aria” sopra la testa.
In coda, riprende dai modelli più moderni della Casa di Wolfsburg il moderno gruppo ottico LED con tecnologia IQ.Light, formato da tre elementi luminosi rettangolari con effetto 3D, uniti da una banda a LED a tutta larghezza. Ad accentuarne la larghezza ci pensa anche la fascia catarifrangente integrata nel paraurti posteriore, già vista sulla precedente Passat e che la rende molto visibile di notte. La versione R-Line integra anche delle prese d’aria (purtroppo finte) nel paraurti, un generoso spoiler e dei cerchi in lega che, sul nostro esemplare, hanno uno stile molto aerodinamico ma non bellissimo. Più appaganti gli altri cerchi disponibili a richiesta, con diametro fino ai 19 pollici.
Salendo a bordo, gli interni della Volkswagen Passat 2024 integrano le novità tecnologiche e stilistiche di altri modelli, a partire dalla cugina Tiguan, ma con un’impostazione più matura e tradizionale in alcuni dettagli. Come sulla nuova Tiguan, ad esempio, troviamo a dominare l’abitacolo l’enorme schermo dell’infotainment touch da 12,9 pollici di serie e che, a richiesta, può arrivare a ben 15 pollici come sul nostro esemplare. Dotato del sistema operativo MIB4, rispetto al passato l’infotainment Volkswagen è decisamente più fluido, veloce e intuitivo, con comodi widget e la presenza, in tutte le schermate, del richiamo delle funzioni del climatizzatore, integrate totalmente nel display.
Rispetto ad altre Volkswagen, poi, il nostro esemplare non ha dato problemi nella connettività con Apple CarPlay e Android Auto, anche wireless. Confermato il quadro strumenti digitale da 10,25 pollici, sempre chiaro e ben leggibile, incastonato in un pannello nero lucido verticale. Questo è replicato anche davanti al passeggero anteriore, con una finitura colorata piuttosto originale sulla R-Line ma non troppo appagante al tatto (è in plastica lucida, piuttosto rigida al tocco). Per il resto, invece, la qualità costruttiva della Passat è molto alta, complice l’eccellente fabbrica di Bratislava dove è assemblata. Oltre ai materiali morbidi, al netto delle superfici in Piano Black, infatti, ci sono “tocchi” raffinati come le tasche rivestite in feltro e le plastiche morbide un po’ dappertutto.
Come sulle ultime VW, poi, il tunnel centrale è privo della leva del cambio, spostata su un satellite del piantone del volante, mentre al suo posto troviamo un portaoggetti con chiusura a saracinesca completo di portabicchieri. Il volante, sportivo sulla R-Line, è dotato di tasti fisici e abbandona i mai amati comandi a sfioramento, mentre quelli alla base del display dell’infotainment sono sempre touch, ma ora sono retroilluminati. Passando all’abitabilità interna, gli interni della nuova Passat sono molto generosi a livello di centimetri sia davanti che soprattutto dietro, dove l’agio per le gambe e per la testa è ai massimi livelli del segmento. Non mancano poi le tendine integrate nel pannello porta, così come le bocchette per il climatizzatore e delle prese USB-C Per caricare il telefono.
La posizione di guida, invece, è molto diversa da quella dei SUV: distesa e molto bassa, è pensata per garantire comfort nei viaggi lunghi. Anche se non si domina la strada, qui ci si sente subito a suo agio, ben avvolti dalla wagon tedesca. Non possiamo poi dimenticare una delle caratteristiche principali della Passat, il suo enorme bagagliaio. Molto sviluppato in lunghezza, il grande vano di carico della familiare tedesca ha una capacità minima di ben 690 litri, che diventano addirittura 1.920 litri abbattendo la seconda fila.
Arriviamo così alla meccanica e ai motori della Volkswagen Passat, che per questa nona generazione conferma la “parentela” telaistica con la mitica sorellina Golf. Anche per questa B9, infatti, Volkswagen ha utilizzato come piattaforma la collaudatissima MQB in versione Evo, che introduce la possibilità di avere powertrain migliorati e una maggiore suite di sistemi di sicurezza attiva. Il suo stile aerodinamico ha regalato alla wagon tedesca un ottimo Cx di 0,25 (un netto miglioramento rispetto al risultato di 0,31 ottenuto dalla generazione precedente), frutto del lavoro dei tecnici Volkswagen e Skoda.
Cosa c’entra Skoda? La Casa di Mlada Boleslav è infatti stata incaricata per la prima volta dello sviluppo della Passat, concepita insieme alla sua cugina Superb di quarta generazione, con la quale condivide meccanica e parti della carrozzeria. Anche per questo, la nuova Passat ha sforato i 4,90 metri di lunghezza, diventando la generazione più lunga di sempre. A livello telaistico, tutte le Passat hanno lo stesso schema sospensivo McPherson all’anteriore e Multilink a quattro bracci al posteriore, e come sulla cugina Tiguan è disponibile a richiesta il raffinato sistema di ammortizzatori a controllo elettronico DCC Pro.
Rispetto al passato, il DCC Pro accoglie degli ammortizzatori a due valvole rispetto a quelli precedenti, dotati di una valvola. Questa soluzione permette un funzionamento e una risposta più rapida alle sollecitazioni, consentendo così una gestione elettronica dell’assetto più precisa. Come le precedenti sospensioni con DCC, infatti, gli ammortizzatori si irrigidiscono o ammorbidiscono a seconda della modalità di guida scelta, mentre in modalità Individual permette di scegliere tra 15 livelli di durezza, passando da una risposta più morbida a quella più rigida semplicemente agendo sul touch.
Per la nostra prova, però, abbiamo scelto di provare una Passat priva del sistema DCC Pro, in modo da saggiare la bontà dell’assetto “fisso” e del telaio. Per quanto riguarda, invece, i motori la Volkswagen Passat 2024 è disponibile con un motore benzina Mild Hybrid, un powertrain ibrido Plug-In e l’immancabile Diesel, disponibile in tre livelli di potenza. Sotto il cofano delle Passat Variant Diesel trova posto il classico 2.0 TDI EVO, proposto con 122 CV e 320 Nm, 150 CV e 360 Nm o 193 CV e 400 Nm, quest’ultimo in abbinamento alla trazione integrale 4Motion.
La Passat Variant conferma anche per la nona generazione la motorizzazione Plug-In Hybrid, della quale nel 2015 è stata una delle prime wagon ad adottare una simile tecnologia con l’ottava generazione. Al posto del “vecchio” 1.4 TSI, però, fa il suo debutto il nuovo powertrain 1.5 eHybrid con il 1.5 TSI EA 211, accoppiato al motore elettrico da 115 CV alloggiato all’interno del cambio DSG a 6 marce. Il 1.5 è poi dotato di 150 CV per la variante “base” da 204 CV combinati, mentre la versione da 272 CV ha il 1.5 portato a 177 CV. Entrambe, invece, condividono la stessa batteria da ben 19,7 kWh, che consente un’autonomia nel ciclo WLTP di circa 100 km.
Infine, l’altro motore in gamma è quello considerato d’accesso, il 1.5 eTSI. Primo motore Mild Hybrid della storia Passat, il quattro cilindri a ciclo Miller e dotato di sistema di disattivazione di due cilindri nelle situazioni di basso carico ha 150 CV e 250 Nm, ed è affiancato da un motore elettrico da 14 kW e 56 Nm, scaricati a terra dalle ruote anteriori tramite il classico cambio automatico doppia frizione DSG a 7 marce. Sulla carta, le prestazioni sono piuttosto vivaci, con un’accelerazione 0-100 km/h coperta in 9,2 secondi e una velocità massima di 222 km/h. I consumi, invece, sono molto interessanti: secondo il ciclo omologativo WLTP, infatti, è in grado di percorrere in un tragitto misto tra i 17,9 e i 18,5 km/l.
Come si guida allora la nuova Volkswagen Passat Variant? Nella nostra prova in anteprima ho potuto percorrere circa 120 km tra Verona, la Valpolicella e un tratto autostradale, mettendo alla prova la versione d’accesso della gamma Passat. Sebbene possa sembrare strano provare una “stradista” come lei con motore a benzina, l’introduzione dell’efficiente 1.5 TSI con modulo Mild Hybrid rende appetibile questa versione anche per chi fa molti chilometri.
Nelle prime manovre, abituati come siamo a SUV dalla guida alta, rimettersi al volante di una Wagon da quasi 5 metri bassa e larga lascia sicuramente stupiti. La posizione di guida distesa e il tetto “basso” danno una sensazione completamente diversa dai crossover, con la quale si rientra piacevolmente in sintonia. Poi, come tutte le Volkswagen realizzate sulla piattaforma MQB, anche la Passat ha dei comandi che fanno subito sentire a proprio agio chi guida. Il peso dello sterzo e dei pedali, il feedback dei comandi e l’agilità che ricorda come questa base sia usata su auto ben più piccole le permette di essere piuttosto agile e maneggevole, anche se il raggio di sterzata di 12 metri non la rende un animale da città. Nonostante questo, grazie alle telecamere a 360 gradi e al cambio DSG, ormai privo di strattonamenti nelle manovre più lente, la Passat Variant si fa manovrare bene anche nei passaggi più angusti.
Già nella marcia cittadina si nota come il 1.5 eTSI sia adeguato per la mole della vettura, che per le dimensioni e la tecnologia presente a bordo ha un peso relativamente contenuto (meno di 1.600 kg in ordine di marcia). Se a volte ho trovato il quattro cilindri a ciclo Miller un po’ a corto di fiato su alcune applicazioni, sulla più bassa Passat Variant ha dato prova di una bella dose di coppia ai bassi regimi, aiutato dal sistema Mild Hybrid e dai 55 Nm del motore elettrico, e di una vivace progressione fino alla zona rossa. Ad aiutarlo ci pensa il cambio DSG, che rispetto all’accoppiata con i motori TDI qui è più vivace e rapido a salire di marcia. Nonostante questo, rispetto al passato il doppia frizione preferisce ai cambi marcia fulminei una maggior fluidità nelle cambiate, perdendo “mordente” ma guadagnando in raffinatezza e comfort.
Uscendo dalla città e guidando tra le curve, a convincere è l’assetto “base” della Passat R-Line della nostra prova. Se infatti ci capita spesso di provare le ottime sospensioni DCC, in questa occasione abbiamo potuto saggiare la vera taratura di telaio e sospensioni della Passat, rimanendo piacevolmente convinti. Nonostante l’assetto ribassato della R-Line, c’è un po’ di rollio nel misto stretto che non pregiudica né la stabilità né la precisione dello sterzo (anch’esso tradizionale e privo del sistema di rapportatura variabile). Sincera e dalle reazioni “sane”, nonostante le dimensioni molto generose la grande wagon tedesca è piacevole tra le curve, con delle buone sensazioni che vengono da sterzo, assetto e motore.
Il primo non è, come da tradizione “moderna” Volkswagen, un mostro in comunicatività, ma è preciso e con una risposta regolare, risultando piacevole tra le curve. Se dell’assetto abbiamo già parlato, anche fuori città il 1.5 eTSI si adatta bene alla stazza della Passat Variant. Nonostante la cubatura contenuta, è vivace soprattutto in modalità Sport, e tra un sound piacevole e una buona progressione fino alla linea rossa è un motore che si fa apprezzare quando si cercano le prestazioni. Certo, non è un motore sportivo, e tutta l’auto è competente e valida, ma mai emozionante. Se cercate prestazioni più corpose, meglio scegliere il 2.0 TDI da 193 CV, molto vivace e vigoroso, in attesa del 2.0 TSI con potenze fino a 265 CV presenti su altri mercati e non ancora confermati per l’Italia.
Dove, ovviamente, la Passat da il meglio di sé è nella guida tranquilla e fluida, sia in extraurbano che, soprattutto, in autostrada. Sulle statali, infatti, il 1.5 eTSI viaggia spesso in modalità a due cilindri, con un timbro sonoro piuttosto riconoscibile e dei consumi molto ridotti, con il sistema Mild Hybrid che sfrutta molto il veleggio, spegnendo quante più volte possibile il motore in rilascio o con piccole pendenze, permettendo di ottenere ottimi consumi. In autostrada, invece, nonostante l’assenza di un più classico TDI la Passat a benzina si comporta molto bene. Anche il comfort è molto buono. Grazie all’ottimo coefficiente aerodinamico e alla riduzione dei fruscii aerodinamici, la nuova Variant è silenziosa e rilassante, e anche il rumore di rotolamento degli pneumatici è ridotto.
Sempre vivace quando chiamato in causa, il quattro cilindri turbo “ronfa” a poco più di 2.000 giri a 130 km/h, con consumi medi molto interessanti. Come su altri prodotti del Gruppo, poi, si confermano ben tarati i sistemi di assistenza alla guida di Livello 2, dal preciso Cruise Control Adattivo all’attento mantenitore attivo di corsia. Buona anche la visibilità, anche dietro, mentre la posizione di guida è perfetta per le lunghe percorrenze, distesa e con un’ottima gestione (almeno a livello personale) della gamba sinistra, “a riposo” vista la presenza di serie del cambio DSG.
Concludiamo infine con i consumi della Volkswagen Passat 2024, che nonostante la presenza del 1.5 eTSI a benzina ha dato ottimi riscontri. Nei circa 120 km coperti in questo primo contatto, infatti, ho totalizzato una percorrenza media di 6,7 l/100 km, ovvero 15 km/l, in un percorso misto tra città, misto (anche percorso con vivacità) e autostrada. Le percorrenze con il classico 2.0 TDI sono sicuramente migliori, con numeri nell’ordine dei 5 l/100 km, ma memori delle differenze tra benzina e Diesel questo 1.5 TSI è adatto anche alle esigenze di chi fa tanta strada.
Concludiamo allora parlando dei prezzi della nuova Volkswagen Passat Variant 2024, che al momento in cui scriviamo è presente sul mercato con i motori 1.5 eTSI e 2.0 TDI. La versione e-Hybrid ibrida ricaricabile, infatti, arriverà in un secondo momento. Proprio il motore Mild Hybrid della nostra prova è la porta d’accesso alla gamma Passat, con un prezzo di partenza per la wagon tedesca fissato a 42.550 euro per la 1.5 eTSI in allestimento base. Anche la versione più “povera” ha comunque una buona dotazione, con di serie fari Full LED, cerchi in lega da 17 pollici, quadro strumenti digitale da 10,25 pollici, schermo dell’infotainment da 12,9 pollici, Cruise Control Adattivo e mantenitore di corsia.
Gli altri due allestimenti sono il Business, che aggiunge il clima trizona, il navigatore integrato, l’assistente vocale IDA, il Travel Assist (ovvero la guida autonoma di Livello 2+), il Park Assist e i dettagli cromati. Al top della gamma troviamo infine la “nostra” R-Line, che con il motore 1.5 eTSI parte da 50.850 euro. A questo prezzo, sono di serie i fari Matrix LED, l’Ambient Lighting interno, il volante sportivo con le palette al volante, il Park Assist con funzione Memory (ovvero la possibilità di ricordare il proprio percorso e guidare autonomamente in retromarcia fino a 50 metri), i cerchi da 18 pollici, le tendine parasole posteriore, il sistema Keyless e i sedili posteriori massaggianti, nonché le modalità di guida.
A questo prezzo, poi, vanno aggiunti 1.010 euro per il navigatore Discover Pro Max da 15 pollici. A parità di allestimento top di gamma R-Line, servono 54.000 euro per mettersi in garage il 2.0 TDI da 150 CV, e 59.050 per il 2.0 TDI 4Motion da 193 CV. Non pochi, certo, ma a parità di potenza e dotazione le rivali dirette come BMW 320d, Mercedes C 220d e Audi A4 Avant 40 TDI costano tra i 10.000 e i 20.000 euro in più. Uscendo dalle “premium”, invece, troviamo pochissime concorrenti dirette, dalla Peugeot 508 (con prezzi paragonabili ma motori più tranquilli) alla Subaru Outback, auto con un’impostazione differente, fino alla gemella Skoda Superb Wagon, con prezzi leggermente superiori e una dotazione più ricca.
Sebbene le wagon non siano più di moda come in passato, hanno ancora tanto senso nel mondo di oggi. Più basse, aerodinamiche e piacevoli da guidare dei SUV simili, le familiari “tradizionali” possono offrire consumi più bassi e più spazio per occupanti posteriori e, soprattutto, nel bagagliaio, che sulla Passat raggiunge dimensioni davvero generosissime. Tra le wagon moderne, la nuova Passat si propone come una proposta allettante. Dotata di motori efficienti, di una guida sempre precisa e rilassante (senza mai essere sportiva, almeno con il promosso, ma tranquillo 1.5 eTSI), la Passat conferma le doti che l’hanno resa una delle auto più vendute della storia dell’automobile.
Concreta, spaziosa, comoda, con la Passat si entra subito in sintonia, grazie ad una guidabilità, a dei comandi e a sensazioni che richiamano da vicino le altre Volkswagen, Golf in primis. Chi cerca una vera stradista con tantissimo spazio e la capacità di mangiarsi centinaia di km nel comfort, la mitica familiare tedesca è ancora un riferimento, ad un prezzo che, seppur alto, è ben inferiore alle proposte dei marchi Premium. Se siete stanchi del “solito” SUV, la nona generazione della Passat Variant ha ancora diverse frecce al suo arco.
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