Un’auto ha imboccato l’A4 Torino-Milano in senso contrario: quattro persone sono morte, una donna ricoverata in gravi condizioni. Il tragico incidente riaccende il dibattito su infrastrutture, segnaletica e prevenzione.
Un altro drammatico episodio si aggiunge alla lunga scia di incidenti dovuti a imbocchi autostradali in contromano. Domenica mattina, intorno alle 11, un uomo di 82 anni, a bordo di una Peugeot 207 SW ha imboccato in senso opposto l'autostrada A4 all'altezza dello svincolo di Novara Est, causando uno scontro frontale con un'altra vettura che procedeva regolarmente sulla corsia di sorpasso.
L'impatto è stato devastante: sono morti sul colpo lo stesso conducente in contromano, Egidio Magenta Ceriano, e tre dei quattro passeggeri dell'altra auto, una Peugeot 2008 prima serie. A bordo si trovavano Mario Paglino e Gianni Grossi – noti creativi e fondatori del brand Magia2000 – insieme a un amico, Valerio Amodio Giurni, 38enne bancario. Gravemente ferita la moglie di Giurni, Silvia Moramarco, architetta 37enne, ricoverata in codice rosso all’ospedale Niguarda di Milano.
Un tragico errore umano
Secondo le ricostruzioni, l’anziano conducente sembra aver invertito la marcia prima di arrivare a un casello imboccato per errore, a quanto riporta il Corriere, in stato alterato per il fatto che non dormiva da due giorni ed era uscito di casa per cercare dei sonniferi. L’assenza di barriere fisiche, unita a un possibile stato confusionale, avrebbe reso impossibile la correzione dell’errore.
Il tratto di A4 tra Novara Est e Marcallo-Mesero, già noto per l'elevato traffico nei fine settimana, è stato chiuso per diverse ore per permettere i rilievi e la rimozione dei mezzi.
Il tema della sicurezza autostradale: un problema irrisolto
Nonostante l’evoluzione dei sistemi di assistenza alla guida e le campagne di sensibilizzazione, gli ingressi contromano restano un’anomalia ricorrente nelle cronache italiane. Ogni anno si contano decine di casi simili, alcuni fortunatamente senza conseguenze gravi, altri – come in questo caso – dal bilancio tragico.
Le infrastrutture qui giocano un ruolo cruciale: segnaletica insufficiente, rampe poco illuminate e mancanza di sensori intelligenti rendono ancora vulnerabili numerosi accessi autostradali, soprattutto nelle ore notturne o in condizioni di scarsa visibilità.
Le nuove tecnologie potrebbero offrire soluzioni concrete: in Germania e in Austria, per esempio, alcuni tratti autostradali sono già dotati di radar capaci di rilevare automaticamente veicoli contromano e attivare allarmi sonori e visivi lungo la carreggiata. Anche in Italia alcune concessionarie, come Autostrade per l’Italia, stanno testando sistemi simili, ma la diffusione è ancora limitata.
L’età avanzata al volante: una questione aperta
L’incidente riporta anche l’attenzione sulla delicata questione della sicurezza alla guida per gli over 80. In Italia non esiste un limite massimo d’età per il rinnovo della patente, ma sono previsti controlli più frequenti (ogni due anni oltre gli 80 anni). Tuttavia, questi accertamenti non sempre riescono a rilevare deficit cognitivi o disorientamento temporaneo, spesso determinanti in casi come questo.
Secondo i dati ACI e ISTAT, il 12% degli incidenti gravi coinvolge conducenti over 75, e una parte significativa di questi è legata a errori di manovra, inversioni non consentite o imbocchi in senso opposto.
Una tragedia che tocca anche il mondo dell’auto
L’impatto sulla comunità automobilistica e sulla sicurezza stradale è doppio. Da un lato, la dinamica dell'incidente impone una riflessione sul miglioramento delle infrastrutture e dell’assistenza alla guida, dall’altro porta sotto i riflettori il valore umano delle vittime, tra cui spiccano due figure apprezzate anche nel mondo del design e dell’auto d’epoca per la loro attività creativa.
Nel frattempo, la A4 resta una delle arterie più importanti. Solo nel 2024 si sono registrati 9 incidenti mortali lungo lo stesso asse.
Serve un cambio di passo
La tragedia di domenica dimostra che la prevenzione passa non solo dalla prudenza individuale, ma anche da un’infrastruttura intelligente e da regole più stringenti per la circolazione dei veicoli, specie in caso di fragilità evidenti del conducente. Non si tratta di colpe, ma di responsabilità condivise tra istituzioni, gestori autostradali e società civile.
Se le tecnologie ADAS possono evitare distrazioni e frenate tardive, nulla può ancora fermare un veicolo in contromano in tempo utile, se non una rete stradale progettata per prevenirlo attivamente.