Le donne in auto sono più a rischio: i manichini dei crash test sono sempre maschili

Sicurezza
14 ottobre 2025, 12.43
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Negli Stati Uniti, circa 40.000 persone muoiono ogni anno in incidenti stradali, ma un aspetto cruciale della sicurezza continua a essere ignorato: i manichini utilizzati nei crash test sono progettati quasi esclusivamente sul corpo maschile, mettendo le donne a rischio maggiore di lesioni gravi. Secondo studi della NHTSA, le donne subiscono il 73% in più di danni in incidenti frontali rispetto agli uomini.

L’attivismo di Maria Weston Kuhn

A spingere per un cambiamento è Maria Weston Kuhn, sopravvissuta a un incidente quasi fatale nel 2019. Dopo l’esperienza traumatica in Irlanda, in cui lei e sua madre riportarono gravi lesioni mentre padre e fratello rimasero illesi, Maria ha fondato Drive US Forward, un’associazione no-profit che promuove l’introduzione di manichini femminili avanzati nei test di sicurezza.
Il suo obiettivo è spingere il Congresso a sostenere lo She Drives Act, legge che obbligherebbe la NHTSA a integrare nei crash test manichini progettati sulle specificità anatomiche femminili.

Perché i manichini attuali sono obsoleti

L’attuale manichino, l’Hybrid III, risale agli anni ’70 ed è basato su un uomo di corporatura media. Le differenze anatomiche tra uomini e donne – bacino, clavicola, collo e struttura ossea – non vengono considerate, aumentando il rischio di traumi seri per le guidatrici e passeggere.
L’azienda Humanetics, con sede in Michigan, ha sviluppato il THOR-5F, un manichino femminile avanzato dotato di sensori in grado di replicare con precisione i danni che le donne subiscono in incidenti frontali. Nonostante i test dimostrino la sua superiorità rispetto all’Hybrid III, negli USA il modello non è ancora approvato.

Un percorso lento verso l’inclusione

La resistenza all’adozione dei nuovi manichini deriva da costi elevati e dalla paura dell’industria di ridurre il rating percepito di airbag e cinture di sicurezza. Il Government Accountability Office ha più volte criticato i ritardi della NHTSA, e la questione resta aperta.
Attiviste come Maria e sopravvissute come Bridget Walchesky, 19 anni, che ha subito otto interventi dopo un incidente, denunciano una realtà chiara: la sicurezza stradale è ancora progettata per gli uomini.

She Drives Act: il passo verso la parità

Lo She Drives Act rappresenta un tentativo concreto di colmare il divario di genere nella sicurezza automobilistica. L’approvazione dei manichini femminili avanzati potrebbe finalmente garantire che anche le donne siano protette in egual misura, riducendo i rischi di lesioni gravi e salvando vite.
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