Santa Fe è un nome storico per la Casa coreana e ad ogni generazione si vedono i passi in avanti che il costruttore compie in Europa e nel mondo. La quinta interpretazione si candida a essere una vera e propria best buy, con un’unica scelta di motore, trazione integrale o anteriore, 5 o 7 posti, oltre a un look veramente originale e un prezzo che fa impallidire alcune competitor più blasonate.
Abbiamo provato la versione più accessoriata di tutte, con 7 posti e la trazione 4×4, in allestimento XClass e pacchetto Calligraphy, per capire fin dove può arrivare la Santa Fe con tutta la dotazione possibile. Ecco la nostra prova su strada del D-SUV Hyundai.
Due versioni e un listino molto semplice e quello dei prezzi della Hyundai Santa Fe, offerta solamente con una motorizzazione e due trazioni a scelta:
Con 1.200 euro in più se si vuole passare dalla configurazione a 7 posti, l’allestimento Business parte da 49.600 euro e propone di serie i cerchi in lega da 18″, i fari full LED, il clima automatico bi-zona, la Smart Key, i sedili anteriori riscaldati, il display da 12,3″ con navigatore e connettività Apple CarPlay/Android Auto wireless, aggiornamenti OTA e una suite molto completa di ADAS che comprende sensori parcheggio anteriori/posteriori, frenata automatica d’emergenza, Rear Occupant Alert, sistema di riconoscimento attivo dei limiti di velocità sistema di mantenimento al centro della corsia e Cruise Control adattivo con funzione Stop&Go.
Il secondo allestimento è l’XClass, la versione full optional che parte da 54.350 euro e aggiunge cerchi in lega da 20″, fari anteriori Matrix full LED, vetri posteriori oscurati, sedili in pelle, luce ambiente e finiture premium. La parte ADAS Hyundai SmartSense trova il suo completamento, mentre rimane escluso e costa 3.900 euro il Calligraphy Pack, presente sulla vettura da noi provata: i cerchi da 20″ hanno un design esclusivo, compaiono nuovi dettagli in nero lucido, i sedili ricevono la pelle Nappa, il volante la regolazione elettrica, c’è l’impianto audio premium Bose e l’Head-up display, le maniglie per agevolare la salita sul tetto e il cassettino con i raggi UV, utile a disinfettare gli oggetti che si mettono al suo interno.
Con i suoi quasi 5 metri di lunghezza, la Santa Fe si classifica indubbiamente come SUV più grosso della gamma Hyundai. Queste sono, nel dettaglio, le dimensioni di Hyundai Santa Fe:
A livello dimensionale la nuova generazione è diventata nettamente più grande rispetto all’ultima versione, parliamo di quasi 20 centimetri di lunghezza, per 3 di larghezza e 10 di altezza, tutti numeri che contribuiscono al suo impatto stilistico maggiorato rivoluzionato.
Con la nuova versione non sono cambiate solamente le dimensioni. Il design, infatti, è stato completamente rivoluzionato, seguendo un po’ i canoni stilistici della Ioniq, molto squadrato, con il look definito “Boxy” che divide il parere del pubblico, che sicuramente però non rimane indifferente di fronte alle sue forme.
Si parte dal frontale che mostra l’iconica firma luminosa con l’H di Hyundai ripresa nei fari diurni a LED che si trovano alle estremità di un paraurti alto, squadrato e praticamente verticale. La forma squadrata del’H è fonte d’ispirazione anche della griglia frontale, ma il tutto è votato alla forma rigida e imponente che vuole dare questo SUV. Per l’Europa la fascia LED che unisce le due H e che aggiungeva ulteriore carattere all’auto non è presente, per questioni di omologazioni nei crash test.
La stessa personalità la ritroviamo anche nelle linee della fiancata che ora mostra una linea di cintura alta, condita con vetri bassi e stretti. Lo stesso gioco di proporzioni viene mantenuto per questo lato che vede numerosi quadri e rettangoli disegnati dalle portiere e dai vetri continui lungo il fianco che fanno “galleggiare” il tetto. Chiude in maniera secca un posteriore tagliato di netto, dove vengono ripresi i disegni ad H nei fanali posteriori a LED.
Concludendo le dimensioni di Hyundai Santa Fe, il bagagliaio è decisamente il suo punto di forza ed è su di lui che è stato pensato e strutturata l’intera versione, questo propone 525 litri con i 7 posti alzati che può arrivare fino ad oltre 2.000 litri con le due file posteriori abbassate, parliamo di quasi 100 litri in più rispetto all’ultima versione.
Gli interni della nuova Hyundai Santa Fe sono rivoluzionari in tutto, ma si presentano subito accoglienti e ben proporzionati grazie ad una sempre maggior cura dei materiali e all’adozione di nuove sellerie e poggiatesta che rendono le sedute più confortevoli e accoglienti.
La prima cosa che risalta è lo spazio interno ai vertici della categoria, merito del passo allungato e all’ampliamento dell’apertura del portellone posteriore. L’interasse più lungo consente inoltre di offrire una terza fila di posti a sedere più ampia (fino a un’altezza di 1,80m si sta abbastanza comodi).
Particolarmente apprezzabili i sedili che propongono poggiagambe e una serie di regolazione elettriche che la rendono comoda come una poltrona, oltre ad avere riscaldamento e raffreddamento inclusi. Lo stile, la conformazione del cruscotto e del volante richiamano per certi versi il design di alcuni modello Land Rover, per un effetto accogliente e molto ben curato; in una parola Premium.
Di serie all’interno della Santa Fe due schermi da 12,3 pollici uniti che creano una strumentazione completa, ma minimale. Apple CarPlay, Android Auto entrambi wireless per le prime volte nel Gruppo Hyundai e utili a tal punto che rendono il resto quasi superfluo il resto del sistema di infotainment. La strumentazione personalizzabile e dalla grafica sempre ben chiara, si conferma ben studiata e funzionale. C’è un terzo display, dedicato al climatizzatore da 6,6”, che semplifica il processo di regolazione delle impostazioni di riscaldamento e raffreddamento. Nuovo nella gamma Hyundai e già visto, ad esempio, nel mondo Land Rover, lo specchietto centrale digitale in grado di migliorare la visibilità, soprattutto notturna, e la sicurezza. Sempre dal punto di vista tecnologico, sulla versione da noi provata troviamo prese di ricarica USB C e piattaforma wireless per caricare il telefono.
A proposito di vani, invece, sono due quelli da segnalare: al centro c’è un particolarissimo vano portaoggetti bilaterale, accessibile sia ai passeggeri anteriori sia a quelli posteriori, mentre per gli amanti del pulito c’è il vano portaoggetti del passeggero in grado di sterilizzare facilmente gli oggetti di uso quotidiano, come telefoni, cellulari e portafogli.
Se la terza fila solitamente è leggermente sacrificata, bisogna dire che in questo la Santa Fe tratta i passeggeri 6 e 7 piuttosto bene, senza particolari scalini a discapito delle gambe, con bocchette dedicate e con un clima trizona dedicato ai passeggeri posteriori.
La gamma motori completamente rinnovata e unificata sotto un solo propulsore punta a coprire ogni esigenza, anche quella di chi cerca una vettura Diesel. L’opzione a gasolio, infatti, sparisce dal listino prezzi, in favore, per il momento, di un’unica scelta: si tratta del 1.6 full hybrid da 215 CV e 265 Nm di coppia che muove la Santa Fe o in trazione anteriore o con il 4×4 in base alla versione scelta.
Il powertrain ibrido (HEV) non richiede prese di ricarica esterne e dichiara una potenza di 215 CV, grazie all’abbinamento tra il 1.6 a 16V turbo da 160 CV e l’elettrico, con batteria da 1,49 kWh, da 65 CV di potenza massima. Nessun pensiero o “calcolo” su quale alimentazione privilegiare, poiché il passaggio tra termico ed elettrico è totalmente gestito dal “cervello” della vettura, che sceglie in base alla situazione e alla carica della batteria a quale propulsore affidarsi.
I 265 Nm di coppia muovono la massa della vettura (1.920 kg a vuoto la 2WD, 1.985 kg a vuoto la 4WD) da 0 a 100 km/h in 9,6 secondi o 9,8 secondi se scegliete la trazione integrale.
Noi abbiamo provato la versione con le quattro ruote motrici; una scelta che, vi diciamo subito, ha il suo perché solamente se avete spesso la necessità di affrontare strade a scarsa aderenza e climi rigidi. La tecnologia HTRAC che, oltre alle 3 modalità di guida classiche (Eco, Sport e My Drive), aggiunge le selezioni dedicati a Fango, Sabbia e Neve, è di fatto una trazione anteriore che seleziona quando far entrare in gioco la trazione sulle ruote posteriori, cercando la massima efficienza, sia in termini di consumi, sia in quanto ad efficacia sui fondi scivolosi.
Il risultato è molto buono, ma è chiaro che il peso maggiore nella guida cittadina, per un’auto già non proprio super snella di base fa peggiorare ancora un po’ la resa chilometrica rispetto, ad esempio, a una Tucson con lo stesso powertrain. Detto questo, quindi, parliamo subito dei consumi. Durante il nostro test drive abbiamo percorso chilometri in ogni situazione condizione, godendo sia di una guida maggiormente elettrificata, sia molto meno, perlopiù in autostrada.
Con un dato dichiarato di 6,9-7,3 l/100 km per la 4WD (6,4-6,9 l/100 km per la 2WD), noi abbiamo registrato un dato medio tra i 12,5 e i 13 km litro, cioè tra i 7,5 e gli 8 litri per 100 chilometri. Se consideriamo anche la grandezza dell’auto in questione questo è un risultato molto buono, ma bisogna dire che per ottenere un dato del genere bisogna guidare sempre con un piede mediamente attento, perché, come accade per tante auto full hybrid, se si guida in maniera poco predittiva i consumi possono salire in maniera considerevole.
Ciò detto, quello che propone la Santa Fe in termini di gestione dell’ibrido è fuori dall’ordinario e molto più simile a quello che accade sulle vetture elettriche. È vero che il cervello gestisce il passaggio tra termico ed elettrico in maniera autonoma, ma tramite le levette poste dietro al volante si può regolare in maniera preponderante l’intensità del recupero energetico.
Imparare a usare i 3 (+1) livelli di frenata rigenerativa diventa, quindi, fondamentale per far rendere l’auto al meglio in ogni situazione, con il 3° livello che si avvicina a quello della guida one pedal senza mai arrestare completamente la vettura.
Tornando alle sensazioni di guida, la Santa Fe si rivela abbastanza brillante, sia in spunto sia in allungo, ma sempre con un feeling dolce, mai brusco, che asseconda uno stile di guida votato esclusivamente al comfort. L’assetto conferma queste sensazioni, con il Multi-Link dietro e il classico McPherson davanti, che insieme fanno il loro dovere per accompagnare l’auto tra le curve. Leggero il rollio in appoggio e giusto appena accennato il beccheggio, aspetti che continuano a far sentire la massa della vettura, ma che riescono a trasmettere tutta la comodità di un’auto premium.
Il comando che dissimula al meglio la mole dell’auto è lo sterzo, leggero, un po’ vuoto al centro, ma preciso nel complesso, studiato per rendere agile la vettura alle basse velocità, ma un po’ meno affilato quando si va più forte.
Il cambio è un convertitore di coppia a 6 rapporti legato all’ibrido (il doppia frizione a 8 è riservato alle versioni completamente termiche non vendute in Europa al momento e probabilmente mai). Si tratta di un’unità più affidabile di quanto ci si possa aspettare dal suo “cugino” DCT, ma anche ovviamente meno rapido seppure svolga in maniera perfetta il suo lavoro, senza eccessi né in un senso né nell’altro.
Dove la Santa Fe conferma la sua eccellenza è in autostrada, rimanendo entro i limiti di velocità: i sedili comodi, la silenziosità e i consumi comunque contenuti per un’auto full hybrid di queste dimensioni, si uniscono alla grande dote di ADAS che vi elenchiamo in fondo a questo testo.
Per quanto, invece, i sistemi I.S.L.A., o sistema di riconoscimento dei limiti di velocità, ormai obbligatorio su tutte le auto siano invasivi (con il tasto Ok sulla razza sinistra si accede sul display centrale ai per disattivarlo stesse sensazioni a bordo di Santa Fe, ma premendo il tasto Ok sulla razza sinistra si accede sul display centrale ai comandi per disattivarlo. Una procedura un po’ macchinosa, che andrebbe semplificata.
Per confermarsi come auto macina chilometri, la nuova Santa Fe adotta numerose funzioni di assistenza alla guida e di sicurezza di serie che includono:
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