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Prova in anteprima Omoda 5: piace per il prezzo, ma come si guida?

Tempo di lettura: 6 minuti

Omoda 5, ormai già ordinabile in decine di concessionarie che si sono fatte conquistare dalla strategia commerciale del gruppo Chery, in sintesi auto molto ben ricche di accessori offerte a prezzi competitivi, è una realtà. L’ho provata per dirvi come va ma chi, in questi giorni, visiterà il Salone Auto Torino 2024 la potrà non solo vedere ma anche provare con mano.

Prima di entrare nei dettagli, tra cui ovviamente il listino prezzi, com’è fatta fuori (dimensioni) e dentro (schermi ecc.), la Omoda 5 da ferma mi ha stuzzicato per due semplici motivi. Ho trovato un lato B ben armonizzato, sarà per la presenza del doppio spoiler che dimostra una cura del dettaglio notevole, e sarà perchè in conferenza stampa ci hanno parlato, prima di salire a bordo, di tanta tecnologia che avremmo ritrovato a bordo, non sempre facile da ritrovare in questa fascia di prezzo, e che da lì a poco avrei provato su strada.

Perchè Omoda 5 è importante? Perchè segna il debutto di Chery in Italia con due marchi fino a ora sconosciuti. Per intederci, Chery è anche il costruttore che fabbrica le varie DR 3.0 ecc che nascono in Cina e vengono spedite a Macchia d’Isernia per poi essere vendute con il Marchio di Massimo Di Risio.

Fatta bene fuori, dentro è al passo con i tempi

Accennavo alla classica nonchè fondamentale prima impressione che ti fai una volta che vedi per la prima volta un nuovo modello di auto. Difficile farsi venire dei dubbi, o ti piace o non ti piace. Ripeto che vista da davanti, quel posteriore un po’ spiovente, il doppio spoiler e il lettering Omoda ben evidente sulla firma luminosa orizzontale hanno catturato la mia attenzione, più di un lato A dove la calandra è fin troppo complessa con la sua forma trapezoidale che occupa quasi tutta la sezione frontale. Divisi i gruppi ottici, con i diurni (belli gli indicatori di direzione dinamici) sottili a filo del cofano e i fari principali disposti sotto, una soluzione alla Hyundai Kona per intenderci. Con cerchi da 18″, anche la linea laterale guadagna dinamicità. Queste sono le dimensioni della Omoda 5:

  • Lunghezza: 4,37 metri
  • Larghezza: 1,82 metri
  • Altezza: 1,58 metri
  • Passo: 2,61 metri
  • Bagagliaio: 360 litri/1.075 litri

Incuriosito dal posteriore, aprendo elettricamente il portellone ho apprezzato subito la buona, ma non esaltante, capacità del bagagliaio. Pensando che ci sono rivali lunghe 20 centimetri in meno con vano più grande (Alfa Romeo Junior), forse in Chery potevano impegnarsi un po’ di più. Abbattendo le poltrone 60:40, però, la sfruttabilità è buona e anche la bocca d’ingresso è larga. Mi sono seduto sulla seconda fila scoprendo di godere di buono spazio per gambe, spalle e testa (ci sono anche le bocchette dell’aria dedicate ma la temperatura si regola davanti, altra pecca) e due prese USB per chi siede dietro.

interni omoda 5

Seduto in abitacolo, invece, è tutto a portata di mano e facilmente rintracciabile. Va detto che il tunnel è molto spoglio, ed è organizzato come segue. Partendo dall'”alto”, abbiamo la piastra di ricarica wireless da ben 50W (significa che lo smartphone si caricherà più in fretta) dotata di mini bocchetta di refrigerazione. Dietro quest’ultima i portabicchieri, il tutto nascosto da una tendina a scorrimento. Poco dietro i pochi, scusate la ripetizione, tasti fisici presenti in abitacolo. Trattasi di Hazard, sbrinamento rapido lunotto/parabrezza e selezione modalità di guida, sulle quali torno a breve perchè purtroppo meritano un commento a parte. Proseguendo c’è un minuscolo vano rivestito in moquette, utilissimo per le chiavi di casa, e infine il vano sotto il poggiagomiti. Quest’ultimo si apre verso l’alto, non a libro, quindi è praticamente inacessibile a chi siede dietro.

Il doppio schermo semi-flottante da 24,6″, identica la dimensione di quadro strumenti e display (12,3″) merita un buon voto perchè anche al tatto è bello stabile e si capisce che è fatto bene. Somiglia un po’ alla soluzione adottata da altre case automobilistiche ma qui non è questione di copiare, anzi, bensì di adeguarsi agli standard di mercato molto velocemente. La luce ambiente è a 64 colorazioni, mentre l’impianto audio Sony a 8 altoparlanti fa il suo e lo fa molto bene. Mi sono piaciuti, infine, i sedili con poggiatesta integrati e la fascia centrale in pelle con impunture molto bene reallizzate. Sulla qualità costruttiva ammetto di essere rimasto molto sorpreso. Ricordiamo che questo è un crossover che costa meno di 30.000 euro, fascia in cui siamo abituati a trovare plastiche rigide a profusione.

Prezzo Omoda 5: due allestimenti, pochi optional

omoda 5

Ormai è ufficiale il listino prezzi ufficiale della nuova Omoda 5, il crossover da 4,37 metri che si inserisce in un mercato già molto affollato. Qualche rivale? Perchè non citare la Dacia Duster, che costa meno di lei ma offre anche una dotazione difficilmente comparabile, così come altri crossover come Hyundai Kona e Kia Niro. Venendo all’informazione principale, i prezzi della Omoda 5 partono da 27.900 e vedono un listino davvero semplice e chiaro, senza possibilità di confondersi. Per 2.000 euro in più, quindi sotto la soglia dei 30.000 euro, si ha accesso alla “5” full optional (Premium), comprensiva davvero di tutto. Prima di analizzare nel dettaglio la dotazione, un brevissimo riepilogo:

  • Omoda 5 Comfort: da 27.900 euro
  • Omoda 5 Premium: da 29.900 euro

Molto importante la garanzia 7 anni/150.000 km, così come sapere che le vernici offerte sono 9, contando le due che combinano la Khaki White e la Aviation Silver al tetto nero a contrasto. Detto che la vernice bianca, da sola, è proposta senza sovrapprezzo, la Silver si aggiunge alle varie colorazioni (Carbon Crystal Black, Phantom Gray, Late Night Blue, Blood Red e Aquatic Green) proposte in sovrapprezzo a 600 euro. Le bitono, per dovere di cronica, costano invece 800 euro. Accennavo a una dotazione di serie davvero rispettabile, e questo non può che essere il punto focale di una vettura che per farsi conoscere, e apprezzare, non può giocare a nascondino: tutto compreso, vernici a parte. Sulla Comfort c’è veramente tutto, basti pensare che la Premium aggiunge:

  • Telecamera a 360°
  • Indicatori di direzione dinamici
  • Tettuccio apribile elettrico
  • Volante riscaldabile
  • Luce ambiente seconda fila
  • Clima bizona con filtro antiparticolato
  • Portellone elettrico
  • Impianto audio Sony 8 altoparlanti

Fino al 30 settembre, inoltre, chi sottoscrive un contratto con un punto vendita ufficiale Omoda e Jaecoo ha diritto ha uno sconto di 2.000 euro. Neanche a dirlo, si può avere la full optional al prezzo della 5 base. Chi preferisce un finanziamento può scegliere, salvo approvazione CA Auto Bank, 35 rate mensili da 199 euro con anticipo di 9.709 euro (TAN fisso 4,95% – TAEG 11,16%).

omoda 5

Da sottolineare, infine, che la Omoda 5 base vanta una dotazione di ADAS, o sistemi di assistenza alla guida, veramente molto completa (il suo secondo punto forte dopo il prezzo competitivo). Come ogni nuovo prodotto che si rispetti, però, i difetti non mancano ma avremo modo di conoscerli a breve.

Come si guida la Omoda 5: perdonato il “sound” artificiale, bada alla sostanza

Sotto il cofano, è venuto il tempo di parlare di impressioni di guida e dati tecnici, è installato un motore non troppo blando nei consumi, purtroppo, ma in grado di soddisfare tutte le esigenze. Trattasi del 1.6 turbo benzina a iniezione diretta da 147 CV a 5.000 giri dotato di una coppia di 275 Nm a 1.750 giri. E voi direte…tutto qui? Ho trovato notevole, per essere un SUV di nuova produzione che si affaccia sul mercato, aver scelto un cambio automatico doppia frizione che si comporta molto bene rivelandosi docile nelle cambiate. Ovvio, l’auto è parecchio morbida, come piace ai cinesi (e agli americani): guai a tirarle il collo, anche perchè il motore vi fa capire che è meglio non esagerare. Lato negativo della medaglia, ma c’è sempre il lato buono: assorbimento dossi e asperità promosso.

Nella guida cittadina, ma anche fuori, la Omoda 5 tira fuori la sua indole da auto per famiglie che fa pensare che un bel Diesel, lì sotto, avrebbe proprio fatto al caso giusto.”

Invece lei arriverà sia con questa motorizzazione sia con l’ormai irrinunciabile elettrico, ma di questa versione ci sarà tempo per parlarne. Nel caso specifico parliamo di prestazioni: lo scatto da 0 a 100 km/h è coperto in 10,1 secondi mentre tre sono le modalità di guida: qui vorrei spendere una parola, perchè purtroppo curiosando in abitacolo come si suol fare alla prima presa di contatto non è stato bello scoprire che l’assistente vocale dica E C O e S P O R T alla pressione del tasto sul tunnel per cambiare modalità in primis perchè non sa riconoscere la sigla e, soprattutto, che in Sport si attivi un sound artificiale davvero risibile tanto è fasullo.

C’era proprio bisogno di mettere un rumore per niente corrispondente e tra l’altro malamente sfalsato rispetto al sound vero? Sembra che ai cinesi questo effetto playstation piaccia, ma state pur certi che capiranno ben presto che in Europa certe cose non possono avere vita lunga. In ogni caso, lascio a voi la visione del POV realizzato a bordo della Omoda 5 per giudicare, non esitate a commentare il video!

Altra critica non tanto l’integrazione con Apple CarPlay/Android Auto, piuttosto veloce, quanto il fatto che entrando nel mirroring si venga completamente esclusi dalle funzioni base della vettura. Tra queste la climatizzazione, mancando completamente i tasti fisici dedicati (tolti lo sbrinamento rapido che, anche per ragioni di sicurezza, è meglio giustamente lasciare a portata di mano). Quindi state guidando ma la temperatura è troppo alta. Tolto che l’assistente vocale necessita di un aggiornamento immediato e parallelo alle prime consegne, uscire e entrare dal mirroring è un’operazione che soprattutto distrae, scontrandosi completamente con quella che è l’ottima dotazione di serie in termini di sistemi di assistenza alla guida. Tra gli altri l’Adaptive Cruise Control, la frenata d’emergenza automatica e l’ottima qualità delle riprese della telecamera a 360°.

omoda 5 lato b

Insomma, la guida è docile, le sospensioni morbide e il comfort c’è, si avverte molto bene. 147 CV sono sufficienti su un SUV di questa fascia e il cambio doppia frizione, seppur non fulmineo, è più piacevole da guidare rispetto ai classici convertitori di coppia dei motori ibridi giapponesi. Peccato, veramente, per quel sound così tanto artificiale da sembrare uno scherzo. Inezie, dettagli, ma se vuoi debuttare su un mercato nuovo e difficile come quello italiano, dove di appassionati ce ne sono ancora tanti, non devi sbagliare veramente un colpo. Il prezzo assolutamente competitivo è il primo dei segreti per presentarsi, e piacere, anche al pubblico italiano.

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