La
normativa Euro 7, adottata dall'Unione Europea, segna una svolta epocale nella transizione verso una mobilità più sostenibile. Per la prima volta, vengono imposti dei limiti non solo alle emissioni dei motori, ma anche alle
emissioni di particelle da usura dei pneumatici. Un passo avanti cruciale che mira a proteggere l'ambiente e a valorizzare i produttori che, come
Michelin, investono in innovazione e sostenibilità.
Un problema invisibile: l'usura dei pneumatici
Ogni anno, il traffico su strada in Europa genera quasi 500.000 tonnellate di particelle prodotte dall'usura dei pneumatici. Un dato allarmante, ma non tutti i pneumatici sono uguali. A seconda dei materiali, della durata e del design, le emissioni possono variare fino a quattro volte.
La nuova normativa Euro 7 intende porre un freno a questo fenomeno, vietando la commercializzazione dei pneumatici che superano le soglie di emissione stabilite. L'obiettivo è chiaro: ridurre l'impatto ambientale e premiare i produttori più responsabili e innovativi.
La sfida del metodo di misurazione: la trasparenza è fondamentale
L'efficacia di Euro 7 dipende interamente dall'affidabilità del metodo di misurazione. Attualmente, due approcci sono in discussione:
- Test su strada in condizioni reali: Questo metodo, supportato da Michelin e dall'industria automobilistica europea, misura le emissioni in grammi per chilometro e per tonnellata di carico. È considerato il più affidabile e rappresentativo delle condizioni di guida reali, con risultati riproducibili. Lo stesso metodo è stato adottato anche da ADAC, la principale associazione automobilistica tedesca, che ne ha confermato la validità.
- Test in laboratorio su tamburo: Ancora in fase di sviluppo, questo metodo è meno trasparente e, secondo studi recenti, meno affidabile. I risultati possono divergere notevolmente da quelli ottenuti su strada, con rischi concreti. Ad esempio, un pneumatico che non supererebbe un test su strada, potrebbe essere venduto regolarmente se testato in laboratorio.
L'adozione del metodo in laboratorio, non ancora maturo, comporterebbe gravi rischi: incentiverebbe l'importazione di pneumatici meno innovativi e minerebbe l'efficacia della normativa Euro 7, compromettendo gli obiettivi ambientali.
L'impegno di Michelin: 20 anni di innovazione per l'ambiente
Michelin non è nuova a questa battaglia. Da oltre 20 anni, l'azienda investe in ricerca e sviluppo per ridurre l'usura dei pneumatici. I risultati parlano chiaro: secondo uno studio ADAC del giugno 2025, i pneumatici Michelin emettono, in media, il 26% in meno di particelle rispetto a quelli di altri quattro produttori premium. Una performance che conferma i dati del 2022, che già evidenziavano una riduzione del 28% rispetto alla media del mercato.
L'azienda francese ha già ridotto le emissioni di usura del 5% tra il 2015 e il 2020, evitando l'emissione di 100.000 tonnellate di particelle. Michelin si dichiara pronta ad applicare la normativa Euro 7 già nel 2028 per i nuovi prodotti e, entro il 2030, per tutte le sue gamme di pneumatici per auto.
Come ha sottolineato Florent Menegaux, Presidente del Gruppo Michelin, la scelta del metodo di test non è solo tecnica, ma illustra un bivio cruciale: "Sostenere l'innovazione e il rigore a beneficio dell'ambiente, oppure accettare compromessi che minano lo standard e penalizzano gli stakeholder responsabili". La palla, ora, è nel campo delle istituzioni.