Peugeot H2O
L’ecologia è un tema molto attuale. Nel 2002 Peugeot anticipò i tempi presentando una concept car in grado di unire l’utile al dilettevole. Venne chiamata Peugeot H2O e voleva rendere omaggio ai Vigili del Fuoco con astuzia, infatti fu studiata per muoversi anche in ambienti sprovvisti di ossigeno non avendo un motore tradizionale.
Grazie alla preziosa consulenza del corpo nazionale francese dei pompieri Peugeot partì da un foglio bianco per studiare una soluzione d’avanguardia che potesse risolvere l’annoso problema della mancanza di ossigeno durante gli incendi. Chi si intende di scienza sa che il principale combustibile del fuoco è proprio lui, l’ossigeno: basti pensare a un incendio in galleria dove l’aerazione è limitata (pochi anni prima ci fu il disastroso incidente nel tunnel del Monte Bianco) e il gioco è fatto.
Il segreto della Peugeot H2O si chiama PAC: una pila a combustibile impiegata sui mezzi aerospaziali che nei prossimi anni potrebbe tornare alla ribalta. Basata sul funzionamento dei motori a idrogeno, alla PAC servivano idrogeno e ossigeno (fornito dalle bombole) per emettere dal tubo di scarico semplice acqua.
L’idrogeno veniva prodotto direttamente a bordo tramite un’apposita reazione chimica. Altra tecnologia inedita la telecamera a infrarossi che vediamo oggi montata sulle vetture di alta gamma e che permetteva alla Peugeot H2O di muoversi anche con visibilità pari a zero.
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