La rivoluzione verde passa anche dai carburanti, sembra scontanto ma per certi versi non lo è. Se fino a pochi anni fa pensare di costruire un motore a combustione a zero emissioni fosse poco distante dall’essere considerata una pura utopia, qualcosa sta cambiando grazie ai carburanti sintetici, ottenuti tramite un processo di fabbricazione che cattura la CO2.
Grazie a questo procedimento, la CO2 diviene una materia prima da cui è possibile ricavare benzina, diesel, e gas sostitutivo del gas naturale, utilizzando l’energia elettrica ottenuta da fonti rinnovabili.
“I carburanti sintetici possono trasformare le auto alimentate a benzina e diesel in vetture a zero emissioni di CO2, contribuendo significativamente alla riduzione del riscaldamento globale”, ha dichiarato il Dr. Volkmar Denner, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Robert Bosch GmbH.
Gli esperti Bosch hanno fornito una stima precisa del contributo che potrebbe venire dal solo parco veicoli europeo entro poche decine di anni: è stato stimato che, entro il 2050, l’utilizzo massiccio di carburanti sintetici al posto di quelli tradizionali potrebbe farci risparmiare 2,8 miliardi di tonnellate (2,8 gigatonnellate) di emissioni di CO2. Per dare un’idea di grandezza si tratta di tre volte tanto quelle che sono state le emissioni di CO2 della sola Germania nel 2016.
Nonostante i passi in avanti ci siano e siano tangibili, è altresì vero che tolto o limitato il problema emissioni degli autoveicoli rimarrebbero quelle, ben più grandi su scala globale, di aerei, navi e camion. Ecco perché i carburanti sintetici rappresentano secondo Bosch la via da seguire, per affrontare questo gravoso problema su larga scala.
Oltre al vantaggio della riduzione delle emissioni, i carburanti sintetici consentono inoltre di ridurre praticamente a zero la produzione di fuliggine, con conseguente taglio dei costi delle tecnologie di trattamento dei gas di scarico. Un ulteriore vantaggio è rappresentato, parallelamente allo sviluppo della rete di colonnine per le auto elettriche, dalla possibilità di continuare ad utilizzare la rete esistente dei distributori di carburante, nonché di sfruttare le competenze sinora raggiunte nel campo dei motori a combustione.
Infine, lo studio condotto da Bosch, ha evidenziato come, nonostante l’avvento delle auto elettriche, lo studio e lo sviluppo di carburanti sintetici possa trainare l’industria dei trasporti ancora per decine di anni, prima del completo “switch” verso una mobilità totalmente green e alla portata di tutti.
Attualmente sono in corso in Norvegia e Germania alcuni progetti pilota di commercializzazione di diesel, benzina e gas sintetici. Inoltre, poiché i combustibili sintetici sono compatibili con la generazione di motori e con le infrastrutture esistenti, sarebbe possibile raggiungere in tempi più brevi un elevato grado di penetrazione nel mercato, rispetto alla conversione dell’intero parco veicoli esistente in veicoli elettrici.
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