Un nuovo inizio: potremmo riassumere così l’annunciato arrivo sul mercato della nuova DS 7 Crossback, un modello determinante per il futuro del Marchio premium francese nato appena quattro anni fa dopo il distacco da mamma Citroen.
Parliamo di fatti passati alla cronaca: sono anni che DS propone restyling dei suoi modelli in gamma (DS 3, DS 4 e DS 5) ma ora che il C-SUV parigino è pronto a far vedere di che pasta è fatto, non si può che guardare con rinnovato ottimismo alle proposte del brand transalpino, ormai calatosi nella parte di attore premium nella variegata offerta di prodotto della triplice alleanza Citroen-Peugeot-DS.
Torniamo a lei, la protagonista di questo primo contatto. La DS 7 Crossback nasce dalle ceneri del concept Wild Rubis, del 2013, ripresentandosi con una spiccata personalità che non la fa passare certo inosservata. Un’auto che, per certi punti di vista, o te ne innamori, se ti piace l’idea di auto “sciccosa” come solo una francese sa essere o, al contrario, la trovi eccessiva nel suo essere premium.
Noi pensiamo che la realtà, come sempre, stia nel mezzo, e per provarlo abbiamo testato la nuova DS 7 Crossback in anteprima, ecco come va!
Carismatica e seducente già a un primo sguardo, la DS 7 Crossback incuriosisce e rivela una grande attenzione ai dettagli da qualsiasi lato la si osservi. Guardiamo il frontale DS Wings, a sviluppo verticale. Oltre alla grintosa ma elegante calandra a forma esagonale, sfaccettata nelle rifiniture dei singoli elementi come un diamante, ci pensano i nuovi fari a fare la parte del protagonista, d’altronde DS nella sua lunga storia, anzi storie, ci ha sempre abituati a una particolare attenzione per il comparto estetico.
Sulla DS 7 Crossback fanno il loro debutto i DS Active LED Vision, così particolari da illuminarsi di viola per dare il benvenuto e in grado di ruotare di 180°, creando un effetto unico nel suo genere. Un effetto esaltato dalle luci diurne a LED, disposte verticalmente, e dalla tecnologia che si nasconde dietro i proiettori, ovvero sei modalità di illuminazione della strada che variano a seconda delle condizioni di guida, che siano esse in autostrada o con condizioni atmosferiche avverse.
Non sono da meno i fari posteriori, in grado di aggiungere incisività ed originalità alla DS 7 Crossback anche sul lato B. Dotati di tecnologia 3D Full LED, sono realizzati utilizzando una lavorazione tridimensionale a forma di scaglie luminose, ispirate direttamente dallo stile futuristico ma sempre elegante del concept E-Tense. Chiamati nello specifico DS 3D Rear Lights, si avvalgono dell’innovativa tecnologia a incisione a laser, garanzia di estrema precisione.
Dimensioni leggermente più grandi del classico C-SUV (4,57, 1,89 e 1,62 metri rispettivamente in lunghezza, larghezza e altezza) ma look da prima della classe. Come ho scritto nell’introduzione, o la ami o la odi, ma non è questo il caso.
Un design quindi inedito per il segmento e volutamente esaltato nelle forme e nei contenuti, sicuramente di grande impatto in un mercato che ci ha ormai abituato a una certa linearità di forma e concetti. DS ha avuto coraggio e solo il mercato saprà dire se la scommessa è stata vincente.
L’apoteosi della ricerca di forme e sostanza si ha però una volta aperta la portiera. Il SUV transalpino pronto al debutto sul mercato italiano sa conquistare con quell’aria chic e quella ricercatezza dei materiali che un palato fino sa decisamente apprezzare.
Un salotto di alta moda in piccolo, avvalorato dalle ultime tecnologie in termini di interfaccia utente. Sono infatti due gli schermi, entrambi da 12”, uno al centro della plancia, il pannello di comando della vettura con DS Connect e Mirror Screen, l’altro dietro il volante con la sua funzione di quadro strumenti e una grande possibilità di personalizzazione.
È però guardandola bene che viene fuori tutto il suo essere francese: osservando meglio alcuni elementi della plancia e dei pannelli porta si osserva un’impuntura decorativa a forma di perla che prende il nome di “point perle” che è costata 4 anni di lavoro e di perfezionamento al team DS. Un’attenzione al dettaglio spasmodica ma unica nel segmento, almeno a livello di concorrenti, e case, ben più blasonate.
L’identità del Savoir Faire DS si costruisce poi con la lavorazione della pelle, anzi dei tipi di pelle Nappa morbide al tatto e un po’ ovunque sull’allestimento ricco di optional della vettura in prova. Il marchio DS ha scelto per la DS 7 Crossback due tipi di pellami, una pelle goffrata e la Nappa, dall’aspetto più liscio, per non parlare dell’effetto patinato ma morbido al tatto dell’Art Leather, una Nappa più lavorata.
Una lavorazione da alta orologeria francese portata su un auto sì premium ma ancora accessibile, questo è oggi DS nel volersi rilanciare come brand giovane e attento all’estetica. I vari pulsanti, prese d’aria e l’animazione degli schermi d’infotainment e quadro strumenti riprendono invece la geometria della trama DS, mentre mi sono piaciuti molto i comandi a sfioramento per le luci a LED di bordo. Piccole cose che tutte assieme fanno spessore.
Cinque invece gli ambienti interni dei quali quattro richiamano i vari quartieri di Parigi: DS Bastille, DS Rivoli, DS Faubourg, DS Opéra senza dimenticare il più sportivo DS Performance Line.
Nota di merito quanto mai necessaria per l’orologio B.R.M Chronographes R180 (disponibile per gli ambienti interno Rivoli e Opéra) che si nasconde nella plancia svelandosi solo all’accensione della vettura.
Infine i sedili, comodi e accoglienti, ti coccolano con regolazioni elettriche estremamente precise e una qualità di materiali che ti fa viaggiare in prima classe. Molto buona l’abitabilità posteriore così come la capacità del bagagliaio: 555 litri che diventano 1.752 a divanetto abbattuto.
La DS 7 Crossback viene proposta al lancio con due motorizzazioni diesel e due benzina: la entry level è la BlueHDi 130 abbinata al solo cambio manuale da 6 rapporti, mentre la BlueHDi 180, quella che andrà per la maggiore in Italia, si può avere solo con l’automatico EAT8 di nuova generazione. Seguirà il BlueHDi 130 con cambio automatico entro l’autunno.
Per i benzina due i livelli di potenza: Puretech 180 (da luglio) e 225, entrambe con EAT8, in attesa dell’arrivo del PureTech 130 manuale previsto per novembre e soprattutto, nel 2019, dell’ibrida plug-in DS 7 E-Tense da 300 CV e motore elettrico al posteriore. La curiosità è tanta, dato che sarà la prima auto ibrida dell’intera “flotta” di Groupe PSA.
Una base comune, destini diversi. Non bisogna farsi ingannare dalla base sulla quale nasce la DS 7 Crossback, la stessa della cugina Peugeot 3008: la EMP2. In questo caso il telaio è stato rinforzato con colle di nuova concezione (22 metri per ogni auto e il 30% di rigidità torsionale in più) e al posteriore sono stati scelti bracci indipendenti Multilink, in grado di assicurare un feeling maggiore tra le curve e un minore rollio di marcia, coadiuvato da un nuovo sistema di cui vi parlerò a breve.
Nell’arco del centinaio di chilometri della nostra prova in anteprima abbiamo guidato il motore diesel da 180 CV abbinato al cambio EAT8, prodotto dalla giapponese Aisin e portato al debutto da Peugeot 308 MY18. Un cambio che favorisce una guida tranquilla durante la quale il suo lavoro si fa impercettibile tanto è rapido e “sereno” il cambio di rapporto. Affondando il pedale del gas, magari per un sorpasso, si dimostra intelligente anche se non è fatto per strafare. È però a tutti gli effetti il cambio giusto per un SUV che ambisce alla fascia premium e soprattutto per un motore dall’ampia elasticità come il BlueHDi che abbiamo provato.
Il motore a gasolio da 2.000 cc , infatti, spinge bene grazie ai suoi 400 Nm di coppia e offre consumi contenuti su usato con parsimonia. Predilige certo una guida ragionata ma selezionando la modalità Sport, accanto alla leva del cambio (di scuola Peugeot) non si fa trovare impreparato regalando felici accelerazioni che, su un SUV che pesa nell’ordine dei 1.700 kg con conducente a bordo, non sono così scontate.
Veniamo però alla grande novità al debutto su DS 7 della quale accennavo pocanzi. Eletta l’autostrada o le strade ad alto scorrimento come suo habitat naturale, la DS 7 Crossback si avvale di un’ottima insonorizzazione, che non guasta affatto, e del sistema DS Active Scan Suspension, preso in prestito da berline di segmento D ed E, ovvero di alta gamma: tramite una telecamera posta dietro il retrovisore, scandaglia la strada per regolare di conseguenza, in tempo reale, la taratura di ognuna delle singole sospensioni e ammortizzatori. L’effetto si sente, anche sulle dissestate strade romane che ci hanno accompagnato durante la prova, e sembra di viaggiare sul velluto.
Con la nuova DS 7 Crossback si ha anche un assaggio di quello che sarà la guida autonoma di Groupe PSA nei prossimi anni. Il sistema DS Connected Pilot combina infatti l’Adaptive Cruise Control che, appena si “aggancia” all’auto che segue, lavora in sincronia con il Lane Keeping Assist che vi tiene dentro le linee di carreggiata. Un sistema intelligente e comodo, tanto che funziona da 0 a 180 km/h e potrà risparmiarvi tante ore di stress nel traffico autostradale o a semplice velocità di crociera, sempre a patto di tenere le mani sul volante.
Tra gli altri molto utile il DS Park Pilot, in grado di parcheggiare in entrata e in uscita, e, soprattutto, il DS Night Vision che si avvale di una telecamera a infrarossi che rileva pedoni e animali fino a 100 metri di distanza nelle ore notturne. Anche questa tecnologia presa in prestito dalle auto che, per non fare nomi, vengono prodotte dalle parti di Stoccarda e vendute a ben altri prezzi.
Tre gli allestimenti della nuova DS 7 Crossback (So Chic, Grand Chic e Businesss) mentre i prezzi di listino, chiavi in mano, per il mercato italiano, partono da 31.100 euro per entry level So Chic BlueHDi 130 manuale, già dotata del sistema DS Scan Suspension per regolare automaticamente la risposta degli ammortizzatori, mentre per chi non vuole rinunciare all’automatico servono almeno 37.450 euro per la BlueHDi con EAT8.
Tra i benzina si parte dai 35.600 della PureTech 180 per arrivare ai 41.550 euro, sempre da listino, della Grand Chic PureTech 225 automatica. A metà tra un C-SUV e un D-SUV, in termini di dimensioni e abitabilità, la nuova DS 7 Crossback vuole quindi sfidare Volvo XC40, BMW X1, Jaguar E-Pace e Audi Q3, della quale ricorda la griglia frontale. Dalla Francia con furore, sì, ma con tanta classe e tecnologie inedite per il segmento.
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