Ricaricare l'auto a casa: guida pratica, regole, installazione e costi

Notizie
22 giugno 2020, 13.55
ricaricacondominiowallbox
Che cosa bisogna fare per poter ricaricare la propria
auto elettrica all'interno del condominio?
Come si accede agli sgravi
fiscali
e quanto costa l'elettricità? Ecco le risposte.
Negli spostamenti quotidiani, chi usa un'auto elettrica può
ricaricarla nelle stazioni di ricarica pubbliche oppure in quelle private ad
uso pubblico (centri commerciali, alberghi, ecc.). Ma quali sono le opzioni
disponibili per la ricarica domestica, sfruttando l'impianto elettrico della
propria abitazione
? Installare un punto di ricarica in una casa
indipendente è semplice e immediato, ma che cosa succede in ambito condominiale
?
Gli scenari sono molteplici. Motus-E ha analizzato diverse situazioni,
creando una guida con informazioni pratiche per chi intende acquistare un’auto
a zero emissioni.

Ricaricare
l’auto in un Box o area privata

Se si ha a disposizione un box o un'area privata, si possono
presentare due casi diversi, a seconda di come avviene l'approvvigionamento di
energia. Si può installare un contatore elettrico intestato a un singolo
soggetto privato
: in questo caso bisogna inoltrare una comunicazione
scritta all’amministratore di condominio, il quale si limiterà a prendere atto
della decisione, visto che non servono particolari autorizzazioni.
Ovviamente i lavori vanno eseguiti a norma di legge.
Se invece si sfrutta un attacco collegato alla linea
elettrica condominiale, l'amministratore ha il compito di incaricare un
tecnico per effettuare tutte le verifiche del caso
. Dopodiché
l'amministratore stesso dovrà stabilire l'ammontare e la quota delle spese
da sostenere
. Sarà inoltre installato un contatore di misurazione del
consumo di energia sulla diramazione della linea elettrica privata, per
addebitare i costi al singolo condomino che la usa.

Ricaricare
l’auto in Area comune

Il punto di ricarica può essere anche collocato in
un'area condominiale comune
. In questo caso la domanda scritta che si
presenta all'amministratore dovrà essere corredata da un progetto dettagliato e
si dovrà attendere l’autorizzazione dell’assemblea di condominio.
Trattandosi di una “innovazione agevolata”, affinché l'assemblea
la autorizzi è necessario raggiungere il quorum deliberativo
, vale a dire
la maggioranza dei partecipanti e almeno la metà del valore dell’edificio in
quote millesimali. In ogni caso, i condomini che non intendono trarne
vantaggio sono esonerati da qualsiasi contributo nelle spese
. In seguito,
anche i condomini che inizialmente non hanno partecipato alle spese per
l’installazione potranno cambiare idea e decidere di utilizzare il punto di
ricarica, pagando quanto dovuto, quindi contribuendo alle spese di manutenzione
ed esecuzione dell’opera, attualizzate al valore della moneta.

Ricaricare
l’auto all’interno di un condominio

Se l'installazione è decisa dall'intero condominio, l'impianto
di ricarica diventa un bene comune condominiale
. Diversamente - anche se
l'installazione è stata approvata dall'assemblea - i punti di ricarica saranno
di proprietà solo dei condomini che abbiano partecipato alle spese di
installazione. In quest'ultimo caso, tutti i costi di acquisto e di installazione
(incluse le opere edili) saranno quindi a carico del singolo condomino o del
gruppo di condomini interessati.
Se, trascorsi 3 mesi dalla presentazione della richiesta
scritta, l'assemblea dei condomini non dà il suo assenso
, il singolo
condomino (o il gruppo di condomini) può comunque installare i dispositivi a
proprie spese, purché il nuovo impianto non danneggi le parti comuni
, non
alteri la sicurezza o il decoro dell’edificio e non ostacoli altri
comproprietari nell’uso delle parti comuni. In quest'ultimo caso l’area in cui
è installato il punto di ricarica non potrebbe essere usata in via esclusiva
dai proprietari delle auto elettriche.

Gli
sgravi fiscali per le wallbox

Per l'installazione di infrastrutture di ricarica elettriche,
fino al 31 dicembre 2021 si ha diritto a una detrazione fiscale del 50%
delle spese sostenute per l’acquisto e la messa in opera
, inclusi i costi
per la richiesta di potenza addizionale fino a un massimo di 7 kW (comma 1039
dell’art. 1 della Legge di Bilancio 2019).
La detrazione viene calcolata su un ammontare di spesa
massimo di 3.000 euro, quindi la detrazione fiscale può arrivare fino a 1.500 euro,
da dividere fra gli aventi diritto. Per accedere alla detrazione, le
infrastrutture devono essere dotate di uno o più punti di ricarica di potenza
standard non accessibili al pubblico.

Quanto
costa ricaricare l’auto a casa?

Il costo medio percepito dell’energia elettrica ad uso
domestico, tra il 2019 e il 2020, è stato compreso tra 0,16 e 0,22 euro per kWh.
Eseguendo un rapido calcolo, per fare il "pieno" di energia a
un'auto con un pacco batterie da 50 kWh privatamente si spendono tra gli 8 e
gli 11 euro
.
Considerando un consumo medio pari a circa 6 km per ogni
kWh, la spesa per percorrere 100 km è compresa tra i 2,70 e i 3,70 euro. Se poi
si possiede un impianto fotovoltaico a cui collegare il punto di ricarica, la
convenienza diventa ancora maggiore.
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