Mercato auto ottobre 2025: un rimbalzo mancato. L'elettrico non decolla più

Mercato
04 novembre 2025, 10.34
mercato auto italia
Il mercato automobilistico italiano chiude ottobre 2025 con un leggero calo delle immatricolazioni: 125.826 nuove vetture, pari a un -0,6% rispetto allo stesso mese del 2024. Un dato apparentemente stabile, ma che nasconde un rallentamento strutturale più profondo. Nei primi dieci mesi dell’anno le immatricolazioni totali si fermano a 1.293.366 unità (-2,7%), con un divario ancora pesante rispetto al periodo pre-pandemico del 2019: mancano all’appello oltre 332.000 auto, pari a un -20,4%.

2025 in frenata, 2026 solo in lieve ripresa

Secondo le nuove proiezioni del Centro Studi e Statistiche UNRAE, l’anno si chiuderà con circa 1.520.000 nuove immatricolazioni, cioè 39.000 in meno rispetto al 2024 (-2,5%). Per il 2026 si stima una crescita appena accennata (+1,3%), che porterebbe il mercato a 1.540.000 vetture: un risultato comunque distante quasi il 20% dai livelli del 2019.
Un rallentamento che, per l’associazione delle case estere, conferma l’assenza di una visione strutturale di lungo periodo per il settore automobilistico italiano, ancora troppo legato a misure spot e incentivi “a singhiozzo”.

Incentivi lampo: 600 milioni esauriti in un giorno

Il Presidente di UNRAE, Roberto Pietrantonio, ha ricordato che gli incentivi MASE per l’acquisto di vetture elettriche, attivati il 22 ottobre, si sono esauriti in appena 24 ore: oltre 55.000 voucher assegnati e quasi 600 milioni di euro bruciati in un giorno.
Un successo solo apparente, che ha congelato per mesi le vendite in attesa dei nuovi fondi, e che ora rischia di lasciare il mercato nuovamente in una fase di stallo. “È un film già visto”, ha commentato Pietrantonio: un’attesa lunga, un picco improvviso e infine il rischio di una nuova stagnazione fino al prossimo intervento pubblico.

Elettriche in calo, ibride in crescita

La transizione ecologica resta lenta. Le vetture elettriche pure (BEV) si fermano al 5,0% del mercato, in calo rispetto al 5,6% di settembre, ma in miglioramento sul 4,0% di ottobre 2024. Le plug-in hybrid (PHEV) raggiungono invece il 7,7%, in discesa rispetto al mese precedente (8,7%) ma più del doppio rispetto a un anno fa (3,4%).
Nel complesso, le vetture ricaricabili (ECV) si attestano al 12,7% di quota. UNRAE prevede un incremento nei prossimi mesi grazie alle immatricolazioni delle vetture incentivate e al “recupero dell’effetto attesa”.

Privati in ritirata, noleggio in ascesa

Il mercato continua a spostarsi verso il canale business. Le vendite ai privati scendono al 56,9% del totale, in calo di 7,5 punti, mentre il noleggio a lungo termine sale al 21,3% e le autoimmatricolazioni toccano il 13,7%. In crescita anche il noleggio a breve termine (+0,5 punti, al 1,7%).
Segno che la domanda privata resta debole, frenata da incertezza economica e dalla mancanza di incentivi strutturali, mentre le flotte continuano a rappresentare il principale motore del mercato.

Benzina e diesel in ritirata, domina l’ibrido

Sul fronte delle alimentazioni, il motore a benzina scende al 22,9% e il diesel al 9,3%, mentre cresce il GPL (9,7%) e soprattutto l’ibrido, che conquista il 45,5% del mercato, di cui il 14% full hybrid e il 31,5% mild hybrid.
Il calo delle alimentazioni tradizionali e la stabilizzazione dell’elettrico lasciano emergere un quadro chiaro: la vera auto degli italiani, almeno per ora, resta quella “ibrida leggera”, più accessibile e meno vincolata a infrastrutture di ricarica ancora insufficienti.

Serve una politica industriale, non un’altra fiammata

UNRAE torna a chiedere una strategia stabile e di medio-lungo periodo: una riforma della fiscalità per le auto aziendali (IVA, deducibilità e ammortamenti) e un coordinamento tra istituzioni e settore privato.
La “Delega Fiscale”, prorogata al 2026, rappresenta un’occasione per dare finalmente continuità e fiducia al mercato, ma il rischio è che si resti ancora una volta nel limbo.
Le parole di Pietrantonio riassumono il sentimento del comparto: «Serve una politica industriale coerente, non interventi a scadenza. Solo così potremo dare al mercato e ai cittadini la certezza di un percorso stabile verso la mobilità sostenibile».
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