Il settore automobilistico italiano ha registrato nuovamente un andamento negativo nel mese di agosto 2025. Le vendite si sono fermate a 67.272 unità, segnando una contrazione del 2,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e un calo del 15,7% rispetto ad agosto 2023.
La situazione non migliora guardando ai dati cumulativi dei primi otto mesi del 2025. In questo periodo, le nuove immatricolazioni ammontano a 1.040.734, un decremento del 3,7% rispetto ai primi otto mesi del 2024, il che si traduce in 40.000 vetture in meno. Il confronto con il 2019 evidenzia una perdita ancora più consistente, con 285.000 unità in meno, pari a un calo del 21,6%. Secondo l'UNRAE, a questo ritmo ci vorrebbero 26 anni per svecchiare completamente il parco auto circolante.
La transizione energetica procede a rilento, con le vetture elettriche pure (BEV) che rappresentano una quota marginale del 4,9% delle vendite mensili. L'associazione sottolinea che la situazione di stallo del mercato è aggravata dall'attesa per gli incentivi per l'acquisto di veicoli elettrici, che sono stati annunciati ma non sono ancora operativi. L'UNRAE sollecita una loro immediata applicazione e ribadisce la necessità di una riforma fiscale per le auto aziendali, per dare nuova linfa al mercato e recuperare il terreno perso rispetto agli altri Paesi europei.
Le ibride fanno quasi la metà del mercato
L'analisi della struttura del mercato di agosto evidenzia una flessione più pesante per i privati, la cui quota si è ridotta al 55,1% del totale. Allo stesso tempo, si registra un forte incremento delle autoimmatricolazioni (17,3%), mentre il noleggio a lungo termine guadagna terreno, salendo al 19,9%. Tra le alimentazioni, si conferma la flessione di tutti i motori endotermici: il benzina scende al 24,9% e il Diesel all’8,1%. Le auto ibride, invece, raggiungono il 45,4% del mercato, con una crescita sia per le Full sia per le Mild hybrid.
Le vetture elettriche pure (BEV) si assestano su una quota del 4,9%, mentre le ibride plug-in (PHEV) salgono al 7,1%, anche grazie alle nuove disposizioni sui fringe benefit.