In occasione della presentazione di Mazda MX-30 R-EV, il crossover che segna il ritorno sul mercato di un motore Wankel, abbiamo avuto l’occasione di intervistare Kota Matsue, personalità di spicco della Casa di Hiroshima. Classe 1967, è entrato in Mazda nel 1992 con lo scopo di lavorare sui motori Diesel dell’epoca. La sua carriera lo ha poi visto scalare posizioni di rilievo fino a diventare, ad aprile 2023, il nuovo General Manager della divisione Powertrain. In altre parole, è lui che guida lo sviluppo dei motori delle Mazda di nuova generazione.
Facendo un passo indietro, Mazda è oggi tra le poche case automobilistiche che recitano un ruolo a sé in questa “ubriacatura” da elettrico. L’anno scorso, presentazione di Mazda CX-60 Diesel, i vertici ammisero senza paura che il gasolio per loro rappresenta ancora a livello mondiale un motivo per cui è valsa la pena credere nello sviluppo di un nuovo sei cilindri in linea, poi montato sul nuovo SUV che è da una parte la Mazda stradale più potente mai prodotta con i suoi 327 CV ma anche un SUV capace di consumare molto poco ed essere molto efficiente, senza ricorrere all’elettrico se non con un sistema mild hybrid che oggi viene dato quasi per scontato.
Con Kota Matsue abbiamo parlato di ciò che Mazda ha in serbo per il futuro, solo qualche settimana prima dell’unveiling, al Salone di Tokyo, della concept car Iconic SP, per molti la prefigurazione di quella che sarà la futura MX-5. Insomma, Mazda crede che sia giusto capire quale sia il motore giusto per ogni tipologia di vettura e di segmento, senza ricadere nella scelta fin troppo opportunistica di elettrificare tutto e di più. Mazda la sua elettrica ce l’ha già, si chiama MX-30 EV (la R indica la presenza del Wankel come generatore di energia), ed è una compatta pensata quasi esclusivamente per la città, laddove l’autonomia riveste un ruolo minore e dove gli spostamenti contenuti permettono di risparmiare specie ricaricando a casa.
Vediamo cosa ci ha confidato Kota Matsue nella nostra intervista al responsabile dello sviluppo motori della Casa giapponese.
Parliamo della nuova Mazda MX-30 R-EV. Perchè avete scelto di riportare d’attualità il motore Wankel?
“Il nostro obiettivo è stato quello di sviluppare un sistema plug-in Hybrid che fosse il più compatto possibile. Abbiamo valutato diverse strade e pensando alla tipologia di veicolo (B-SUV, ndr.) abbiamo pensato che un motore rotativo fosse la scelta migliore“.
Pensa che il Wankel potrà trovare applicazione su nuovi modelli in futuro, grazie alle sue particolari caratteristiche?
“Il sistema ibrido con il Wankel pensiamo sia ideale per auto piccole e compatte, quindi di segmento B e C, quindi stiamo valutando diverse opportunità per implementare e migliorare questo sistema“.
Parlando di CX-60, avete dimostrato con una scelta quanto meno stupefacente di credere ancora nel motore Diesel. Ora il ritorno del Wankel. Perchè vi piace andare controcorrente?
“Siamo impegnati nel percorso che ci porterà alla decarbonizzazione, e in questo ci sentiamo sulla stessa strada delle altre case. Siamo consapevoli, però, che ogni mercato ha bisogno di veicoli ecologici e non possiamo generalizzare. Per un SUV come CX-60 abbiamo scelto un motore Diesel mild hybrid perchè il Wankel che abbiamo montato su MX-30 è più adatto, come dicevo, a un’auto più compatta“.
Come sarà la nuova MX-5? Soprattutto, sarà elettrica?
“Dobbiamo pensare che mettere una batteria e renderla elettrica porterebbe il peso a 2 tonnellate, rovinando il concetto stesso di sportività e leggerezza che ha reso così famosa la nostra MX-5. Dobbiamo equilibrare tutti i fattori in base alle caratteristiche dei veicoli, stando però attenti a quello che i mercati e i clienti di tutto il mondo ci chiedono“.
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