Il regista è lo stesso, Claude Lelouch, ma tutto il resto è diverso, o quasi. Scopriamo tutte le differenze tra i due cortometraggi: quello odierno “Le grand rendez-vous” vs “C’etait un rendez-vous”.
Il primo è del 2020 e vede protagonisti il principe Alberto di Monaco, la Ferrari SF90 Stradale e Charles Leclerc sulle strade di Montecarlo (primo video realizzato dopo il lockdown), mentre l’originale, del 1976, vede alla guida proprio Lelouch (anche se la leggenda narra ci fosse un pilota del calibro di Jacky Ickx o Jean Ragnotti), sulle strade di Parigi con una Mercedes 450SEL 6.9/Ferrari 275GTB.
Il mito dell’originale
Realizzato in piano sequenza (senza tagli) all’alba di una domenica di agosto e senza alcun permesso o chiusura delle strade, “C’etait un rendez-vous” è diventato celebre grazie alla guida spericolata dell’autore e all’inno alla velocità che sprizza da ogni frame della pellicola. 8 minuti nei quali la Mercedes sfreccia per le strade più famose della capitale francese, con destinazione la Basilica del Sacro Cuore, dove ha un rendez-vous, appunto, con una inconsapevole Gunilla Friden, la fidanzata di scena (e reale) del protagonista. A lei, infatti, il regista francese aveva solamente dato appuntamento in quel preciso luogo e a quella precisa ora, senza spiegare cosa ci fosse dietro a questo “speciale ritrovo”.
Un precursore
La ripresa, effettuata con la videocamera montata sul paraurti della 450SEL, mostra un’inquadratura che per l’epoca portava non poche difficoltà, tra montaggio e stabilizzazione della ripresa. Cosa che oggi, come si vede nella riedizione del 2020 con la Ferrari SF90 Stradale, risulta quantomeno molto più semplice, grazie alle moderne action cam fissate con ventose e accessori vari.
Lelouch, in sostanza, ha realizzato un corto che oggi potremmo definire “amatoriale”, poiché qualunque persona con una action cam e un’auto sportiva potrebbe replicare, anche se sicuramente non avrebbe la stessa “poesia” dell’originale (senza considerare la pericolosità e l’illegalità del gesto) e non con la stessa velocità e semplicità con la quale lo fa Charles Leclerc nell’omaggio del 2020.
“Cuore” Ferrari per entrambi i corti
Confrontando i due cortometraggi, sulla carta vediamo che le due vetture sarebbero entrambe due Ferrari. Sulla SF90 Stradale nessun dubbio, ovviamente, mentre nel corto originale, come già detto, per le riprese è stata utilizzata la berlina sportiva tedesca con motore V8 e cambio automatico a 3 rapporti. Basta guardare il video, però, per accorgersi che sound e cambi di marcia non sono chiaramente della Mercedes. La finzione, come anche la locandina, parlano della mitica Ferrari 275GTB, equipaggiata con il V12 e cambio manuale a 5 rapporti. Il risultato è un sound coinvolgente, senza musica e altre distrazioni, che permettono di vivere appieno l’esperienza.
Perché, quindi, utilizzare la Mercedes e non direttamente quella che viene “passata” per protagonista entrambe di proprietà di Lelouch? Semplice, la vettura di Stoccarda era dotata di sospensioni idropneumatiche e questo rendeva la ripresa molto più stabile.
L’omaggio Ferrari non è l’unico
Anche Ford, infatti, nel 2017, con la Mustang ha omaggiato l’originale corto parigino (in collaborazione con Lelouch), replicando in maniera fedele la strada percorsa, ma utilizzando la tecnologia della realtà virtuale a 360° e con una piccola modifica finale.