Al termine del Gran Premio di Spagna la copertina non può che andare a Max Verstappen, diciottenne pilota della Red Bull, che vince la sua prima gara.
La sua storia è davvero incredibile, perché se pensiamo che la sua promozione dalla Toro Rosso alla Red Bull ufficializzata dopo Sochi, aveva fatto clamore, e che per la retrocessione di Kvyat non si erano lesinate critiche al boss Helmut Marko. Dobbiamo, invece, riconoscere che la scelta questa domenica ha pagato.
Max è stato bravissimo e nonostante Ricciardo sia stato sempre più veloce di lui sia in qualifica sia nel passo gara, la strategia del team di risparmiargli una sosta lo ha premiato con il successo dove contava davvero, cioè la domenica. Va, inoltre, sottolineato che tenere alle spalle per tantissimi giri un campione del mondo come Raikkonen, costantemente sotto al secondo di distacco con la possibilità di azionare il DRS e non commettere neanche la minima sbavatura è sintomo che ci troviamo di fronte a qualcosa di straordinario.
Male, malissimo le Mercedes che portano a casa zero punti quando come potenziale ne potevano portare a casa agilmente 43. L’incidente tra Hamilton e Rosberg al primo giro è inaccettabile come giustamente hanno sottolineato i vertici Mercedes ed ora è inutile cercare colpevoli, ma è certo che da qui in poi occorrerà tutta la diplomazia possibile per evitare scontri tra i due piloti.
Anche perché in qualifica le Mercedes hanno dimostrato ancora una volta una superiorità imbarazzante e rimane davvero molto complicato per i loro competitor avvicinarsi da qui alla fine della stagione.
La Ferrari esce a mio avviso con le ossa rotte dalla Spagna. Ad una qualifica disastrosa con solo la terza fila, va ad aggiungersi un mancato successo che, vista l’esclusione immediata dei rivali della Mercedes, sa davvero di beffa. Perché se qualche altra scuderia diversa dalla Mercedes doveva trionfare in un Gran Premio quella doveva essere la Ferrari.
Il problema è che le Rosse erano sì più veloci in pista della Red Bull, ma nel terzo settore la monoposto di Milton Keynes riusciva ad essere più performante e a guadagnare quei metri utili ad evitare di essere sorpassata.
Occorrerà quindi un bagno di umiltà, soprattutto nei “piani alti” di Maranello che dovranno convincersi del fatto che, nonostante encomiabili sforzi, non si riuscirà a vincere il campionato. Ed è inutile continuare a mettere ulteriore pressione alla squadra chiamando una vittoria ad ogni Gran Premio, ma chiedersi se non convenga spostare tutte le forze per la monoposto 2017, perché quest’anno ancora una volta non toccherà a loro salire sul gradino più alto.