Il GP del Messico ha consegnato alla storia una gara ricca di colpi di scena: Vettel, partito dalla sua cinquantesima pole position, si è fatto sopravanzare da un Verstappen entrato molto deciso alla prima curva e, complice un contatto con l’olandese e uno successivo provocato dallo stesso tedesco con Hamilton (e meno male che il titolo era praticamente assegnato), precipitava in fondo, rimontando poi fino al quarto posto.
Per tenere aperte le speranze di conquistare il titolo, con Hamilton temporaneamente fuori dai punti causa foratura, serviva almeno un secondo posto. Peccato che l’inglese di tirare in remi in barca proprio non ci ha pensato. Morale della favola, l’inglese chiudeva comunque nono, non certo un risultato degno del suo palmares, portandosi così a casa il quarto titolo mondiale, ampiamente meritato.
Una Ferrari che ancora una volta, almeno nella seconda parte della stagione, ha solo da che recriminare, pur rimanendo ottimista. La SF70H si è confermata ancora una volta all’altezza della situazione conquistando un’inaspettata pole position e ciò non può che far ben sperare per il 2018, quando il regolamento tecnico rimarrà pressochè lo stesso. Merito anche a Verstappen, trasformatosi nella seconda metà di stagione e protagonista della sua terza vittoria in carriera. Piccola curiosità: ancora una volta, pensate, una sua vittoria è coincisa con l’appiedamento, stavolta definitivo, del russo Kvyat, definitivamente messo alla porta da Helmut Marko.
Una gara tutta all’attacco invece per Raikkonen, chiusa sul terzo gradino del podio, mentre è stata una moria di motori Renault che non si vedeva da tempo nella massima serie. Peccato o per fortuna, dipende dai punti di vista, il Renault montato sulla Red Bull n.33 di Verstappen abbia compiuto il suo dovere fino alla bandiera a scacchi. Ora sono quattro titoli a testa per Vettel e Hamilton, la prossima stagione sarà quello dello spareggio, olandesino volante permettendo.
Kimi Raikkonen: “Dopo le difficoltà incontrate in qualifica, il terzo posto non è male, ma ovviamente non è quello che ci aspettavamo. La mia partenza non è stata male, ma quando mi sono spostato a sinistra ho perso la scia. A quel punto ero bloccato e nelle prime due curve ho perso molte posizioni. Nel momento in cui le macchine davanti a me si sono fermate ho potuto spingere e guadagnare posizioni. La mia macchina andava meglio di ieri ed eravamo abbastanza veloci. Una volta in terza posizione avrei potuto cercare di raggiungere Vallteri, ma era troppo lontano, non c’era niente che potessi veramente fare. Mi sono concentrato sul finire la gara e mantenere la posizione. Quest’anno abbiamo fatto buoni passi avanti rispetto all’anno scorso, ma ci sono ancora piccole cose da migliorare. La nostra macchina è stata buona e costante in questa stagione. Ultimamente abbiamo avuto qualche problema, ma siamo sempre stati veloci. Ovviamente, i troppi ritiri hanno inciso molto sul Campionato. Il prossimo anno dobbiamo cercare di ridurli al minimo, migliorare e imparare da questa stagione.”
Sebastian Vettel: “So che la squadra ha lavorato molto, e ciascuno ha fatto del suo meglio, ma non abbiamo ottenuto quello che volevamo. E’ dura tagliare il traguardo e rendersi conto di non essere più in lotta. Ho lottato fino in fondo, dando il massimo. Ovviamente negli ultimi giri, quando avevo un grande distacco da Kimi, sarebbe stato difficile per me avvicinarmi senza che succedesse qualcosa, come una safety car, ma continuavo a crederci: e alla fine non è successo. Non è un gran giorno per noi, ma oggi è la giornata di Lewis e mi sono congratulato con lui. Domani ci sveglieremo e sarà un altro giorno. La squadra sta crescendo e ci sono tanti aspetti positivi. In fin dei conti, credo che siamo sulla strada giusta.”
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