Salta un’altra gara nel martoriato calendario della F1 in formato 2020. Dopo Baku, da molti attesa come la speranzosa prima gara dell’anno, neanche il Canada e il suo circuito a Montreal, intitolato a Gilles Villeneuve, potranno fregiarsi di questo primato. In serata è arrivata la conferma circa il rinvio del GP del Canada 2020, originariamente previsto per il 14 giugno.
Anche il Nord America sta affrontando con difficoltà la pandemia da Coronavirus e le condizioni non permettono il regolare svolgimento della competizione. Mancava solo l’ufficialità a una decisione ormai scontata.
Mentre arriva la conferma definitiva circa il rinvio del GP del Canada, la prossima gara, o quella che qualcuno si illude ancora possa diventare la prima del 2020, è il Paul Ricard, GP di Francia, il 28 giugno 2020. Con il termine “Postponed”, rinviato, gli organizzatori tengono aperta la finestra per riprogrammare la gara ma è molto probabile che dovremo dire arrivederci a Montreal per il 2021, difficile ricoloccarlo più avanti nella stagione.
Intanto ai team è stato imposto, all’unanimità, il prolungamento della chiusura delle factory: dai 21 giorni originali ora si è passati a 35.
Difficile scommettere su un calendario “europeo” nella prima parte dell’estate, vista la situazione pandemica in atto nel vecchio continente, anche se c’è chi ha proposto una gara a porte chiuse nel suo circuito di proprietà a inizio luglio, il Red Bull Ring, per voce del contraddittorio Helmut Marko.
Nonostante si cerchi di dare uno spiraglio di speranza ai tifosi e, soprattutto, agli sponsor, e quindi alle squadre che vivono grazie ad essi, al momento sembra davvero difficile immaginare un avvio del mondiale non prima di settembre, sempre se le condizioni sanitarie, globali, lo permetteranno.
Pensate al caso italiano: faticosamente gli ultimi dati sui contagi sembrano in miglioramento, ciò fa presupporre un’uscita dal lockdown, ottimisticamente, per maggio/giugno. Anche ipotizzando la migliore delle ipotesi, chi vorrebbe vedere 150.000 persone stipate sugli spalti dell’Autodromo brianzolo con l’incubo che un solo asintomatico scampato ai tamponi possa innescare un pericolosissimo avvio a un secondo contagio? L’esempio del calcio a porte chiuse non è quello che serve alla F1 in questo momento…
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