Mettiamo subito in chiaro una cosa. Se la Fiat 131 Abarth Rally, per qualche oscuro motivo, non vi piace, non leggete questo articolo.
Perché le parole che troverete tra poco sono di amore puro, che in quanto tale è cieco e sordo. Totale devozione, senza se e senza ma. Solitamente non parlo molto dell’estetica delle auto, che trovo un argomento quasi totalmente soggettivo. Ma in questo caso non si può non fare un’eccezione. Perché?
Mettiamola così: la 131 Abarth Rally è l’esempio perfetto di come si prende una vettura che più popolare non si può e si trasforma in qualcosa in grado di far sognare a occhi aperti. La carrozzeria è squadratamente anni Settanta, con quelle proporzioni talmente tipiche da essere riconoscibili a occhi chiusi. Su queste forme così banali, vengono apportate una serie di modifiche: il nolder anteriore che si congiunge con i passaruota maggiorati è pura poesia, mentre la presa d’aria sul cofano è cattiva come quelle davanti alle ruote posteriori.
Il doppio spoiler posteriore, poi, è semplicemente perfetto, così come il doppio terminale di scarico cromato che esce libero dalla parte inferiore della carrozzeria, mentre i cerchi hanno uno stile unico. E nonostante stiamo parlando di un’auto disegnata oltre quaranta anni fa, è ancora bellissima da vedere. Se non ne fossimo innamorati pazzi potremmo dire che forse l’unica parte brutta sono le luci posteriori, ma invece non lo diciamo. Preferiamo ricordare i tre campionati del mondo costruttori rally vinti – 1977, 1978 e 1980 – e i due piloti, il primo da Markku Alen nel 1978 e il secondo da Walter Rohrl nel 1980.
È l’unica Fiat ad esserci riuscita ed è un’auto piuttosto rara, visto che sono state prodotte solo le 400 unità necessarie ad omologarla nel Gruppo 4. La base di partenza è la 131 a 2 porte e la prima missione è quella di alleggerirla. Quindi via le lamiere di porte, cofani e parafanghi, per fare spazio alla vetroresina. Poi arriva il “body kit” di cui sopra e il risultato finale è che la Fiat 131 Abarth Rally di serie conserva solo il passo. Lunghezza e altezza sono inferiori, mentre la larghezza è maggiore.
Così la massa a vuoto rimane sotto la tonnellata e i cavalli del 2 litri 4 cilindri possono scalpitare liberi. Questo motore è quasi inedito, solo il basamento ha qualcosa in comune con quello della 132 e della Lancia Beta, ma le teste in lega leggera hanno 4 valvole per cilindro, ed è la prima volta su una Fiat. Nella versione di serie i cavalli sono 140, ma in quella da gara si parte da 220 a ben 7.500 giri. Un vero propulsore racing per la Fiat 131 Abarth Rally. La trazione è posteriore, con differenziale autobloccante, mentre il cambio è un 5 marce con gli innesti frontali. Le sospensioni sono McPherson sia all’anteriore che al posteriore e l’impianto frenante prevede quattro dischi, di cui gli anteriori autoventilanti.
Se volete pensare di comprarne una, mettete in conto almeno 150.000 euro per la versione da gara, mentre per quella stradale potrebbero anche bastarne tra i 50.000 e i 100.000.