Chi inquina in Italia non paga: voli e crociere esentati dalle tasse per 7 miliardi l’anno

Ecologia
29 ottobre 2025, 12.45
vacanza in crociera
Mentre ai cittadini si chiede di cambiare auto, ridurre i consumi e pagare di più per viaggiare in modo sostenibile, i settori più inquinanti del Paese – aviazione e trasporto marittimo – restano quasi del tutto esentati da tasse e accise.
Lo denuncia Transport & Environment (T&E), la principale organizzazione europea per la decarbonizzazione dei trasporti, che nel suo ultimo studio fotografa una realtà sconcertante: oltre 7 miliardi di euro di mancato gettito fiscale ogni anno.
Un buco di bilancio enorme, pagato da chi si muove in treno, in auto elettrica o con i mezzi pubblici.
Chi vola o viaggia in crociera, invece, continua a farlo quasi “a costo ambientale zero”.

Volare costa poco. Ma solo a chi inquina

Il trasporto aereo è il caso più emblematico: pur essendo uno dei settori con la maggiore intensità carbonica, versa appena 500 milioni di euro di imposte a fronte di 5,2 miliardi di esenzioni.
Niente accise sul cherosene (pari a circa 2,3 miliardi), nessuna IVA sui voli europei e intercontinentali (altri 2,2 miliardi), e un sistema ETS – quello per la tariffazione della CO₂ – applicato solo ai voli intra-UE, lasciando completamente fuori le tratte più inquinanti, quelle a lungo raggio.
Il risultato è un paradosso fiscale: il treno, mezzo più efficiente e meno inquinante, paga molto più dell’aereo.
“Da decenni – accusa Carlo Tritto di T&E Italia – lo Stato premia chi inquina di più, mantenendo esenzioni che distorcono il mercato della mobilità. È una scelta sbagliata sia dal punto di vista climatico che economico”.

7 miliardi persi ogni anno: soldi che potrebbero cambiare la transizione

Secondo lo studio, quei 7 miliardi di euro potrebbero finanziare la mobilità pulita per milioni di cittadini: basterebbero a coprire un voucher mensile da 100 euro per ognuno dei 5,7 milioni di italiani in povertà.
Oppure potrebbero essere reinvestiti per elettrificare i porti, sostenere la produzione di carburanti sintetici e sviluppare infrastrutture ferroviarie.
Invece, finiscono nel nulla.
E chi viaggia in aereo a basso costo o in crociera extralusso continua a farlo senza pagare per le proprie emissioni, scaricando i costi ambientali sul resto della collettività.
t&e inquinamento

La proposta: una tassa equa su voli e crociere

Per correggere queste distorsioni, T&E propone una “ticket tax” sui biglietti aerei, progressiva e calibrata su distanza e classe di viaggio.
Secondo le stime, una piccola addizionale di 8,5 euro per i voli nazionali, 16 euro per quelli europei e 65 euro per gli intercontinentali sarebbe sufficiente a recuperare l’intero tax gap entro il 2029, senza effetti negativi sulla domanda.
In molti Paesi europei – dal Regno Unito alla Germania, fino a Francia e Olanda – una tassa sui voli esiste già da anni. Eppure, il traffico aereo non è diminuito: gli aeroporti con tariffe più alte sono spesso anche i più frequentati, come Heathrow o Amsterdam-Schiphol.
Per il settore marittimo, T&E propone un meccanismo analogo: una tassa di sbarco per porto visitato e una tariffa per ogni notte a bordo delle crociere.
Una misura che potrebbe generare oltre 470 milioni di euro l’anno, da reinvestire nell’elettrificazione dei porti e nella costruzione di navi più efficienti.
Oggi, invece, il comparto crocieristico versa appena il 12% delle tasse dovute in regime di piena tassazione.

Navi e aerei esentati, cittadini penalizzati

Nel 2024, le compagnie marittime hanno versato solo 300 milioni di euro in quote ETS, a fronte di un mancato gettito superiore ai 2 miliardi per le accise sui carburanti.
E le navi da crociera, che in media emettono 20.000 tonnellate di CO₂ ciascuna, godono ancora di livelli di prelievo fiscale tra i più bassi al mondo, nonostante margini di profitto elevatissimi.
“Ogni anno – commenta ancora Tritto – l’Italia perde miliardi premiando chi inquina. È una politica anacronistica e regressiva. Correggere queste distorsioni significa ridurre la dipendenza dal petrolio, sostenere la filiera nazionale dei carburanti rinnovabili e rendere la fiscalità più giusta”.

Turismo di massa e giustizia fiscale: due facce della stessa medaglia

C’è poi un tema spesso ignorato: l’overtourism.
T&E sottolinea come una tassa sulle crociere e sui voli possa compensare l’impatto economico e ambientale dei flussi turistici eccessivi, che pesano sulle città d’arte e sulle isole italiane.
Una misura non solo ecologica, ma anche di giustizia territoriale: far pagare chi contribuisce al sovraffollamento e all’inquinamento locale, destinando le risorse a migliorare i servizi pubblici e la qualità urbana.
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