Laguna Seca: tra ricordi d’oro e leggende viventi alla Car Week 2025

Curiosità
19 agosto 2025, 10.13
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Un rombo profondo tra le colline bruciate dal sole californiano: non è solo un motore, ma l’eco di un passato che ritorna, la memoria che si rimette in moto. Al Rolex Monterey Motorsports Reunion il tempo sembra piegarsi, e le auto diventano ponti tra epoche diverse, unite nella magia di Laguna Seca.
L’autodromo, inaugurato nel 1957, nacque quasi per necessità. Fino ad allora le corse si disputavano sulle strade di Pebble Beach, tra pini e scogliere, con un fascino selvaggio ma rischioso.
Dopo un grave incidente si decise di creare un circuito vero e sicuro. Attorno a una laguna prosciugata, da cui il nome, sorse così un tracciato di poco più di due miglia, che nel 1988 venne ampliato con il celebre “Corkscrew”: la curva-cavatappi che precipita giù come una montagna russa, regalando sensazioni verticali uniche al mondo.
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Credit: Rolex Monterey Car Week
In questo luogo mitico, il Reunion 2025 ha riportato in scena le leggendarie vetture IROC, protagoniste dal 1973 al 2006 di un campionato che metteva a confronto campioni di discipline diverse in condizioni di assoluta parità tecnica. Identiche nella preparazione, le auto annullavano ogni vantaggio meccanico per esaltare solo il talento alla guida. Dalle Porsche 911 Carrera RSR delle origini alle Chevrolet Camaro, passando per le Dodge Avenger e le Pontiac Firebird, sette generazioni di vetture hanno sfilato insieme per la prima volta a Monterey, evocando l’epopea di una serie capace di unire NASCAR, IndyCar, Formula 1 e prototipi.
A condurle, una parata di nomi che hanno scritto la storia: Jeff Gordon, Kurt Busch, Bobby Labonte, Danny Sullivan, Scott Pruett. Busch, al volante della sua Pontiac Firebird del 2003, non ha nascosto l’emozione: “Sono solo un ragazzino!”. Ray Evernham, tecnico e mentore di intere generazioni NASCAR, ha guidato un tour tra le vetture condito di aneddoti e battute, strappando sorrisi al pubblico e ai piloti. Il paddock era una festa, più che un’arena di sfida, con fan e meccanici che si muovevano tra le auto come in un album fotografico improvvisamente vivo.
Accanto alle IROC, la pista ha celebrato i 75 anni della Formula 1 con una sfilata che ha unito monoposto storiche e moderne: dalle Lotus 79 e Ferrari 312T, simboli degli anni d’oro, fino ai modelli più recenti. Tutte insieme hanno tracciato un ponte tra passato e presente, ricordando che il motorsport è un linguaggio universale capace di unire mondi lontani.
Laguna Seca resta questo: un teatro dove la memoria non è mai polvere da museo, ma benzina che continua a bruciare. Qui, tra curve leggendarie e colline assolate, il rombo delle auto diventa poesia in movimento, e la Car Week trova il suo contrappunto più rumoroso e sincero.
Autore: Tommaso Gasparri Zezza
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