Di Cesare Gasparri Zezza
Ad agosto la Monterey Car Week ha acceso la California con aste record e concorsi d’eleganza, ma quando le luci si spengono e i riflettori passano oltre, resta la voglia di raccontare ciò che sfugge all’immediatezza dei comunicati e delle breaking news.
Perché se tutti hanno già scritto delle Ferrari battute a cifre astronomiche a Pebble Beach, oggi — a distanza di settimane — vale la pena tornare su quelle strade per rivederle con occhi diversi. Non le pedane perfette, non i velluti delle aste, ma i marciapiedi e i parcheggi improvvisati, dove le auto diventano più vive che mai. A Monterey succede questo: auto da sogno che sembrano “normali”, lasciate in sosta come utilitarie, senza allarmi né ansie di sicurezza. Un concorso d’eleganza spontaneo, libero, democratico.
E allora ecco la nostra classifica, dalle più “abbordabili” fino alle regine assolute. Con un finale che, anche stavolta, è da kolossal.
Lamborghini Gallardo – circa 90.000 euro
Prima vera “baby Lambo” dell’era Audi, debutto nel 2003. V10 compatto, linea spigolosa e produzione record: per la prima volta una Lamborghini diventava davvero un’auto globale. Vederla lì, in bianco, compressa tra due SUV americani, sembrava quasi banale. Ma è stata lei ad aprire il marchio al grande pubblico.
McLaren MP4-12C Spider – circa 120.000 euro
Il ritorno di McLaren alle stradali nel 2011, dopo la F1 degli anni ’90. Telaio monoscocca in carbonio, sospensioni idrauliche attive e V8 biturbo. All’epoca era avanguardia pura, oggi è la “prima pietra” di una saga che ha reso Woking un attore principale tra le supercar.
Lamborghini Countach – 400.000/500.000 euro
La regina degli anni ’80, disegnata da Marcello Gandini. Portiere a forbice, V12 longitudinale “al contrario”, alettone smisurato. Bianco su bianco, con le forme da astronave, a Monterey sembrava un cameo uscito da Scarface. La Countach non è un’auto, è un’icona.
Ferrari F40 – circa 2.000.000 euro
Presentata nel 1987 per i 40 anni della Ferrari, è stata l’ultima auto voluta da Enzo in persona. Linea tagliente, turbo rabbiosi, un’essenza da corsa portata sulle strade. A Monterey capita di vederla abbandonata di notte in un parcheggio, senza catene né vigilanza. Eppure nessun pazzo oserebbe mai portarsela via: il rispetto che incute è più forte di qualsiasi antifurto.
Lamborghini Diablo restomod by Eccentrica – oltre 1.200.000 euro
La Diablo originale fu la prima Lambo oltre i 320 km/h. La versione Eccentrica vista in California la reinventa con materiali moderni, elettronica aggiornata e linee più tese. Più leggera, più cattiva, più estrema. Non è nostalgia: è futuro applicato al passato.
De Tomaso P72 – 1.200.000/1.500.000 euro
La rinascita di un nome leggendario. Presentata nel 2019, la P72 rievoca la P70 degli anni ’60 con linee sinuose e interni da gioielleria, ma sotto la pelle porta carbonio e tecnologie moderne. È l’auto che riporta romanticismo in un mondo ossessionato dai display digitali.
Pagani Huayra R – 3.000.000/3.500.000 euro
Non una supercar, ma un’astronave su ruote. Telaio e carrozzeria interamente in carbonio, V12 aspirato sviluppato con HWA capace di 850 cavalli e urla a 9.000 giri. La più estrema delle Huayra, pensata solo per la pista. A Monterey era parcheggiata come fosse una coupé qualsiasi, eppure la folla restava ipnotizzata davanti ai dettagli: viti, scarichi, persino le cuciture, trattate come fossero opere d’arte.
Bugatti Chiron – 3.000.000 euro
1.500 cavalli dal W16 quadriturbo, oltre 420 km/h di punta, tre milioni di prezzo base. Nera e gialla come un calabrone, parcheggiata davanti a un pub, a Monterey sembrava quasi “normale”. La dimostrazione che qui il concetto di lusso si ribalta: non conta quanto spendi, ma quanto emozioni.
Ferrari Monza SP2 – oltre 3.000.000 euro
La barchetta estrema della serie Icona Ferrari. Senza parabrezza, 810 cavalli, casco obbligatorio e vento in faccia. È il tributo alle corse degli anni ’50 reinterpretato con i materiali del presente. La Ferrari più teatrale degli ultimi anni.
Ferrari 250 GTO – il mito e l’inganno
Dal 1962 al 1964 ne costruirono solo 36. V12 derivato dalla Testa Rossa, aerodinamica pionieristica, vittorie ovunque. È il Sacro Graal, l’auto più preziosa al mondo: un esemplare è stato battuto a 70 milioni di dollari. A Monterey sembrava esserci, lì, tranquilla, in sosta come fosse una citycar. Ma a un occhio più attento non sfuggivano dettagli sospetti: proporzioni leggermente fuori posto, finiture imperfette. Probabilmente una replica, forse derivata da un telaio Nissan Z. Eppure bastava a far sognare: perché anche il “falso” della GTO ha più carisma della maggior parte delle supercar reali.
La Batmobile – senza prezzo
Quella del 1989, firmata Tim Burton. Lunga, nera, affilata. Mitragliatrici retrattili, lanciagranate, rampini, scudo corazzato. Non ha valore di mercato, perché non è un’auto: è mito puro. E a Monterey, davanti a lei, tute la ltre supercar da milioni diventano delle comparse.
Monterey è questo: la Gallardo che sembra quasi un’utilitaria, la F40 lasciata incustodita ma intoccabile, la GTO che inganna e affascina allo stesso tempo, e la Batmobile che annulla tutto con la forza del mito. Perché i cavalli contano, i milioni fanno notizia, ma alla fine resta una certezza: il valore si calcola, il sogno no.