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Caro carburanti, per il ministro Urso le accise sono irrinunciabili

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Il governo Meloni non farà fronte al caro carburanti. Questo è quanto si apprende analizzando le parole del ministro Urso, il quale ha definito le accise sui carburanti come irrinunciabili. Non è previsto alcun taglio delle accise in tempi brevi, nessuno sconto, nonostante i forti rialzi delle ultime settimane registrati alle colonnine di tutta Italia.

Caro carburanti: le risorse verranno destinate ad altri interventi

Non ci sarà nessun taglio delle accise sui carburanti, nessuno sconto, i prezzi continueranno ad essere questi, vale a dire altissimi. Nessun contrasto al caro carburanti, bisogna rassegnarsi, perché il governo Meloni, tramite il ministro delle Imprese ed il Made in Italy, Adolfo Urso, ha specificato che il taglio dell’anno scorso fu un intervento del governo Draghi quando i prezzi erano vertiginosamente elevati.

Quindi l’attuale esecutivo prende le distanze dall’ipotesi di adoperare lo stesso provvedimento poiché i dati sono molto diversi. Quindi da Palazzo Chigi fanno sapere che le risorse pubbliche verranno destinate alle emergenze. È una decisione che va a penalizzare tutti gli automobilisti italiani e tutti coloro i quali dovranno in maniera massiccia rivedere il budget per le vacanze per via di questo importante caro carburanti.

Caro carburanti, Urso: “Il taglio dell’anno scorso fu un intervento del precedente governo”

Adolfo Urso, attuale ministro delle Imprese ed il Made in Italy, ha sottolineato che al momento la situazione non sia preoccupante. Anzi, sarebbe anche migliore di quella in cui si trovano altri Paesi europei, come Spagna, Francia e Germania. Urso ha dichiarato:

Il taglio delle accise dell’anno scorso fu un intervento del precedente governo quando i prezzi erano schizzati alle stelle. Oggi i dati sono molto diversi. Riteniamo che le risorse pubbliche debbano essere destinate laddove ci siano davvero delle emergenze, dal taglio del cuneo fiscale ad altri interventi a tutela del potere d’acquisto per le fasce sociali più svantaggiate. Gli aumenti sono la conseguenza dell’incremento delle quotazioni internazionali, che comunque rimangono ben lontane da quelle precedenti al momento in cui siamo riusciti a convincere la Commissione UE a porre il tetto al prezzo del gas”.

È quindi palese che il governo reputi sufficienti le misure introdotte con il decreto Trasparenza, a partire dall’obbligo di esposizione dei prezzi medi, frattanto le altre forze politiche, principalmente quelle di opposizione, lanciano attacchi all’esecutivo.

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