Si sono aperte oggi le danze sul Circuit de Catalunya per il GP Spagna 2017 per le prime due sessioni di prove libere (il più veloce è stato Hamilton, 3° e 4° le Ferrari), quinto appuntamento del Mondiale 2017 di Formula 1.
A febbraio e marzo la pista catalana è stata teatro di 8 giorni di test durante i quali le monoposto hanno percorso in tutto oltre 34.000 km. Un perfetto banco di prova per i nuovi impianti frenanti di Brembo, a partire dalle nuove pinze freno passando per i dischi dallo spessore maggiorato (32 mm contro i 28 mm del 2016) e dotati di 1.400 fori di ventilazione, come vi abbiamo raccontato durante la nostra visita al Kilometro Rosso, la sede dell’azienda leader nella produzione di impianti frenanti.
Il livello di aderenza della pista è sempre molto elevato, come confermato dall’usura dei pneumatici. Secondo i tecnici Brembo, che hanno classificato le 20 piste del Mondiale usando una scala da 1 a 10, il GP Spagna 2017 rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. La pista spagnola si è meritata un indice di difficoltà di 7, identico a quello ottenuto dalle piste di Monaco, Sepang e all’Hungaroring.
Malgrado un tempo sul giro inferiore di quasi 15 secondi alla pista di Sochi, la differenza nell’uso dei freni ammonta a poco più di mezzo secondo: nel GP Russia si frena per 14 secondi e mezzo al giro, nel GP Spagna per 14 secondi al giro. La percentuale di impiego dei freni in gara ammonta al 18 per cento, valore fatto segnare anche dal GP Bahrain.
La media sul giro delle decelerazioni massime è di 4,2 g mentre l’anno scorso era di 3,8 g a dimostrazione della maggiore coppia frenante di cui dispongono le monoposto attuali.
A braccetto con l’aumento stagionale della coppia frenante dovrebbe crescere l’energia dissipata in frenata: durante l’intero GP ogni monoposto dovrebbe dissipare 157 kWh, equivalenti al consumo orario di 3 discoteche di Ibiza.
Dalla partenza alla bandiera a scacchi i tecnici Brembo hanno stimato che ciascun pilota affronta circa 530 frenate, esercitando un carico totale sul pedale di 75 tonnellate e mezzo. In altre parole, ciascun pilota esercita un carico di oltre 7 quintali e mezzo al minuto, cioè il peso di una monoposto, pilota incluso, e di un secondo set di pneumatici.
Delle 8 frenate del Circuit de Barcelona-Catalunya 2 sono classificate come impegnative per i freni, 5 sono di media difficoltà e 1 è light. A differenza di altre piste, però, non c’è nemmeno una curva in cui i freni sono impiegati per meno di un secondo.
La staccata più impegnativa è quella alla curva 1 (ELF): le monoposto scendono da 324 km/h a 151 km/h con una frenata di 1,70 secondi durante i quali percorrono 50 metri, cioè meno della larghezza del campo da gioco del Camp Nou. Per riuscirci i piloti sono chiamati ad esercitare un carico di 154 kg sul pedale del freno e subiscono una decelerazione di 4,8 g che era quella provata negli anni Sessanta dagli astronauti della Nasa con un angolo di rientro sulla Terra di 3 gradi.
Identica decelerazione si registra alla decima curva (Caixa). Le monoposto arrivano però a 309 km/h e frenano in soli 1,46 secondi durante i quali percorrono 65 metri. Significativa anche la frenata alla curva 7 (Wurth) perché in appena 35 metri le monoposto passano da 267 km/h a 146 km/h.
Oltre la metà (19 su 37) delle edizioni del GP Spagna sono state vinte da monoposto dotate di freni Brembo. Dieci di queste sono attribuibili alla Ferrari che dal 1996 ha vinto 8 volte a Barcellona. L’anno scorso ha invece trionfato Max Verstappen con la Red Bull, diventando così il primo 18enne ad aver vinto un GP.
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