Il futuro della mobilità? Sempre più sostenibile e inclusiva, per andare incontro alle esigenze sia di impatto ambientale sia delle persone che ogni giorno vivono, lavorano e si spostano nelle città, con un occhio particolare a quelle più fragili. Un ecosistema dove oltre alle infrastrutture adeguate diventa fondamentale il “senso civico” dei cittadini, perché solo grazie ai comportamenti virtuosi si può favorire un vero cambiamento culturale.
Per questo AutoScout24, da sempre attenta ai cambiamenti nel mondo della mobilità, oltre a sostenere il premio giornalistico “Bomprezzi-Capulli” -nato per puntare i riflettori sulla comunicazione della disabilità in Italia- con un riconoscimento dedicato, ha presentato durante l’evento di premiazione una ricerca sul senso civico degli italiani e il loro rapporto con la mobilità, con un focus dedicato alle persone con fragilità.
Partiamo dagli aspetti che gli italiani reputano più gravi mentre sono al volante.
La maggior parte (61%) indica guidare dopo aver bevuto alcol: un segnale importante che mostra come stia crescendo l’attenzione verso questo tema, probabilmente complici le campagne di sensibilizzazione e i maggiori controlli. Inoltre, molti cittadini reputano particolarmente gravi azioni come passare con il semaforo rosso (54%), guidare senza assicurazione o senza revisione obbligatoria (48%), usare il cellulare senza auricolare/vivavoce (44%) e occupare impropriamente un posto riservato a disabili (44%).
Ma come si comportano nella realtà? Considerando esclusivamente le azioni più frequenti alla guida, in assoluto si dà ancora poco peso al limite di velocità, con il 50% che li supera a volte o spesso. Quasi tre su dieci, invece, non si fermano quando vedono un guidatore in difficoltà e oltre uno su cinque ha atteggiamenti “aggressivi” alla guida nei confronti degli altri conducenti.
Ma ci sono dei comportamenti che gli italiani ammettono di fare non spesso, ma raramente. Tra questi utilizzare il clacson in modo inappropriato, parcheggiare sul marciapiede o in doppia fila, guidare sotto effetto dell’alcol o usare il cellulare senza auricolare/vivavoce mentre si guida.
Ma quando si parla di mobilità e di inclusività, uno dei temi più sensibili è quello dei parcheggi. Come si colloca l’Italia? In questi anni sono stati fatti passi da gigante a livello di sensibilizzazione, tanto che il 44% degli italiani ritiene un fatto estremamente grave occupare un posto auto riservato ai disabili e per il 92% non si “tocca” per nessun motivo.
Ma non basta, l’obiettivo deve tendere al massimo e c’è il restante 8% da convincere. Di questo 8 per cento, oltre sei su dieci (63%) giustificano la propria risposta con la brevità della sosta, il 22% adduce come scusa l’indisponibilità di altri parcheggi nelle vicinanze, mentre un 11%, quindi l’1% del totale, ritiene sempre giustificabile tale azione.
Un altro tema molto sentito è quello della guida sotto l’effetto di alcolici. Per gli italiani è il tema considerato più grave in assoluto (dal 61% del campione), eppure ci sono alcune contraddizioni. Il 6%, infatti, dichiara di guidare spesso o a volte dopo aver bevuto, e il 27% raramente.
Inoltre, c’è un 15% che giustifica l’uso dell’alcol prima di mettersi alla guida, soprattutto se si sopporta l’alcool (11%) o se la distanza è breve (3%).
Passiamo adesso ad analizzare uno dei temi che probabilmente ha visto in questi anni la maggiore attenzione da parte del legislatore: l’uso del cellulare senza auricolare o vivavoce. Per quasi un italiano su due (44%) è un atto grave, ma anche in questo caso il 10% dichiara di utilizzare spesso o a volte il cellulare alla guida, e il 28% raramente.
Secondo gli italiani, quando è possibile usare il telefonino? Per il 19% si è giustificati quando la telefonata è breve, per il 5% se si fa attenzione.
Sempre sul fronte del senso civico, come si comportano i cittadini del Bel Paese quando vedono atteggiamenti poco “fair”? Su questo in campione è totalmente diviso: la metà, se possibile, segnala il comportamento improprio all’automobilista, il 17% si rivolge prontamente alle autorità preposte mentre tre su dieci optano per non fare nulla.
“Con AutoScout24 monitoriamo da sempre i cambiamenti più importanti sulla mobilità, per poi trasformare queste informazioni in azioni concrete – afferma Gioia Manetti, SVP di AutoScout24 e CEO AutoScout24 Italia– Crediamo fortemente nello sviluppo di un modello che sia inclusivo e sostenibile, dove cooperino tutti gli attori del settore, cittadini e istituzioni, e che abbia al centro le necessità delle persone. Ed è per questo che abbiamo sostenuto la seconda edizione del Premio Bomprezzi-Capulli, un momento per fare cultura affinché le nostre città siano adatte a tutte le persone, con un occhio attento a quelle più fragili. Dalla ricerca emerge un netto miglioramento della sensibilità dei cittadini su alcuni temi importanti, tra cui la disabilità e la mobilità sostenibile, ma il cambiamento è solo agli inizi. Come AutoScout24, oltre alle nostre politiche interne che incoraggiano la diversità al fine di promuovere le pari opportunità e la lotta contro ogni forma di discriminazione, nel marketplace abbiamo già implementato una soluzione concreta per che permette a chiunque di individuare, attraverso filtri di ricerca, una vasta gamma di auto con le funzionalità più adatte alle loro necessità, perché nessuno venga lasciato indietro.”
Durante l’evento di premiazione AutoScout24 ha assegnato il 1° Premio Bomprezzi-Capulli alla giornalista Valentina Tomirotti, selezionata dalla Giuria per l’articolo pubblicato dal quotidiano La Repubblica dal titolo “I disabili e il viaggio. Quando il turismo diventa inaccessibile”.
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