L’autonomia delle auto elettriche è sicuramente un fattore cruciale. Infatti chi acquista un’auto elettrica nella maggior parte dei casi non cerca prestazioni troppo elevate. Il desiderio del consumatore medio dell’elettrico è di non generare emissioni.
Ma non vuole neanche rimanere a piedi…
Considerando che la rete di stazioni di ricarica in Italia ancora non è ben strutturata, l’autonomia delle auto elettriche diventa forse il primo fattore a cui si fa attenzione.
Allora, quando si decide quale elettrica acquistare si va a vedere l’autonomia dichiarata dai produttori. Ma, come sappiamo, non sempre corrisponde a quella effettiva.
Andiamo dunque a vedere quanto è affidabile l’autonomia delle auto elettriche dichiarata. Per farlo vi mostreremo come vengono testate le autonomie e poi vedremo quali sono stati i maggiori scandali in termini di discrepanze.
L’autonomia delle auto elettriche si determina attraverso test standardizzati progettati per simulare condizioni di guida tipiche. Tra i principali protocolli utilizzati ci sono il Worldwide Harmonized Light Vehicles Test Procedure (WLTP) e lo standard dell’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (EPA).
Il WLTP è attualmente il protocollo più recente e diffuso in Europa. Questo test è stato introdotto per fornire una valutazione più realistica rispetto al precedente standard NEDC.
Il WLTP tiene conto di diverse velocità di guida, tempi di accelerazione e frenata, e varie condizioni climatiche per offrire un quadro più accurato delle prestazioni di un veicolo elettrico.
Il ciclo WLTP è diviso in quattro fasi con velocità medie differenti: bassa, media, alta e molto alta. Questo approccio multi-fase mira a riflettere meglio la gamma di condizioni di guida quotidiana.
Negli Stati Uniti, l’EPA utilizza un metodo di test che include cicli di guida urbana e autostradale. I test dell’EPA tendono ad essere più severi rispetto a quelli del WLTP, spesso risultando in stime di autonomia più conservative.
L’EPA simula vari scenari di guida, comprese le soste frequenti nel traffico cittadino e le velocità costanti sulle autostrade, per calcolare una media che rappresenti l’uso reale.
Spesso i produttori mettono in risalto i risultati più favorevoli ottenuti. Questo è il fattore che genera maggiori discrepanze tra le autonomie dichiarate e quelle effettive.
Inoltre, le condizioni ambientali, lo stile di guida e l’uso di accessori come aria condizionata o riscaldamento possono influenzare significativamente l’autonomia reale, rendendo difficile per i consumatori ottenere le prestazioni promesse.
Se da una parte mettere in luce i risultati più favorevoli può essere comprensibile, dall’altra forzare troppo la mano diventa critico.
Uno dei casi più noti riguarda Tesla, spesso accusata di sovrastimare l’autonomia dei suoi veicoli. Ad esempio, diversi test indipendenti hanno rilevato che i modelli Tesla raramente raggiungono l’autonomia dichiarata nelle condizioni di guida reale.
In alcuni casi, le discrepanze hanno superato il 20%.
Un altro caso rilevante ha coinvolto Volkswagen con il suo modello e-Golf. Nel 2016, Volkswagen ha richiamato numerosi veicoli a causa di un problema con il sistema di gestione della batteria che poteva causare lo spegnimento improvviso dell’auto, potenzialmente provocando incidenti. Questo scandalo si è aggiunto alle già pesanti critiche ricevute dall’azienda in seguito al Diesel Gate.
Anche la Smart EQ ForTwo ha sollevato polemiche a causa della sua autonomia estremamente limitata. Con una batteria da 17 kWh, riusciva a percorrere meno di 95 km con una singola carica.
Nella maggior parte dei casi lo è, soprattutto quella delle auto testate negli Stati Uniti, dove i test sono più rigidi e la diffusione dei risultati più moderata.
Tuttavia affidabile non significa sempre precisa. Considerate che, come tutti, i produttori tenderanno a far suonare la loro campana. In altre parole, le autonomie dichiarate che vedete non sono false ma indicano i test che sono andati meglio.
Forse potrebbe essere più onesto offrire un range minimo e massimo invece di un solo numero? La parola a voi autoappassionati.
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