“Tutti lo odiano”: Trump dichiara guerra al sistema che fa risparmiare carburante

Attualità
16 maggio 2025, 11.07
csm start stop 7228cff523
Negli Stati Uniti è iniziata una nuova crociata contro una delle tecnologie automobilistiche più diffuse e, almeno sulla carta, più efficienti per ridurre i consumi e le emissioni urbane: il sistema Start-Stop. A scatenare la polemica è stato Lee Zeldin, nuovo capo della Environmental Protection Agency (EPA) nominato dall’amministrazione Trump, che ha annunciato l’intenzione di eliminarlo perché – testuali parole – “tutti lo odiano”.
Un’affermazione netta, condivisa sul social X (ex Twitter), che rischia di avere ripercussioni reali: oltre il 60% delle auto nuove vendute negli Stati Uniti (oltre il 90% in Europa) è ormai dotato di questa funzione, diventata uno standard di fatto, anche se mai imposta per legge.

Cos’è il sistema Start-Stop e perché è finito nel mirino

Introdotto da più di un decennio, il sistema Start-Stop spegne automaticamente il motore del veicolo quando è fermo (ad esempio al semaforo o in coda) e lo riavvia appena il conducente rilascia il freno o preme la frizione. Una tecnologia semplice, che permette di risparmiare carburante e ridurre le emissioni di CO₂ in ambito urbano, con benefici reali, anche se spesso invisibili per l’automobilista.
Secondo dati ufficiali, il sistema ha contribuito a ridurre di oltre 2 grammi per km le emissioni di CO₂ medie del parco circolante americano. E secondo l’analisi del gruppo Edmunds, comporta un risparmio medio annuo di oltre il 9% di carburante, pari a circa 42 dollari a conducente.
Eppure, il sistema non è amato da tutti. Alcuni automobilisti lo trovano infastidente, poco intuitivo o addirittura controproducente in situazioni di guida in salita, nei parcheggi o durante manovre rapide. C’è chi parla di “intrusione nella guida”, chi teme l’usura del motorino di avviamento, anche se i costruttori hanno da tempo adeguato la componentistica.
A irritare ulteriormente è il fatto che la funzione si riattivi automaticamente a ogni accensione, costringendo chi non la vuole a disattivarla manualmente ogni volta.

Dietro l’attacco: una strategia politica

Non è la tecnologia in sé a infastidire l’EPA guidata da Zeldin, ma ciò che rappresenta: una politica di incentivi ambientali ereditata dalle amministrazioni precedenti, che oggi si vuole smantellare per ragioni ideologiche.
Dal marzo 2025, l’EPA ha già cancellato 31 normative ambientali e 20 miliardi di dollari di fondi destinati alla transizione ecologica. L’obiettivo dichiarato? “Ridurre il costo della vita, rilanciare l’industria automobilistica e restaurare la sovranità energetica americana”.
In questo contesto, il sistema Start-Stop è visto come un simbolo delle politiche “green” da abbattere. Non essendo mai stato obbligatorio, il suo sviluppo è stato incoraggiato attraverso crediti di efficienza energetica concessi ai costruttori che lo integravano. La vera minaccia ora sarebbe proprio la cancellazione di questi crediti, che potrebbe disincentivarne l’adozione futura.

Un attacco che ignora l’evoluzione del settore

Colpire il sistema Start-Stop oggi significa anche ignorare l’evoluzione tecnologica già in atto. Molti modelli recenti sono dotati di sistemi mild-hybrid a 48 volt, che vanno ben oltre lo spegnimento al semaforo: questi permettono di disattivare il motore termico già in fase di rilascio, mantenendo attivi i servizi di bordo e garantendo un piccolo supporto alla ripresa. Per non parlare dei veicoli 100% elettrici, che non necessitano affatto di spegnimento, visto che il motore non gira se l’auto è ferma.
Insomma, mentre il mercato si muove verso l’elettrificazione, l’EPA sembra voler riaprire battaglie del passato. E, paradossalmente, lo fa proprio su un sistema che ha dimostrato di essere una delle soluzioni più semplici ed economiche per ridurre i consumi urbani.

Cosa potrebbe accadere ora?

Per il momento, l’agenzia non ha comunicato tempi o modalità concrete per l’abolizione del sistema Start-Stop o dei relativi incentivi. Ma l’intenzione è chiara e apre una nuova fase di incertezza per i costruttori americani, che negli ultimi anni hanno investito milioni per integrare e ottimizzare questa tecnologia.
Se l’iniziativa dovesse concretizzarsi, il risultato potrebbe essere un freno all’efficienza in nome di un ritorno a una visione dell’auto meno sostenibile. E anche se “tutti lo odiano”, come sostiene Zeldin, il sistema Start-Stop ha fatto il suo lavoro. Silenziosamente. Forse troppo per chi oggi vuole solo farsi sentire.
loading

Loading