L’Italia fanalino di coda per le auto elettriche: perché i numeri sono così bassi

Attualità
22 agosto 2025, 9.50
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Secondo i dati Eurostat 2024, l’Italia occupa il 27° posto in Europa per diffusione di auto elettriche, appena davanti alla Bulgaria. Una posizione poco lusinghiera, soprattutto se confrontata con i Paesi più virtuosi: Danimarca (51,3%), Malta (37,7%) e Svezia (34,9%) guidano la classifica, mentre solo pochi Paesi fanno peggio dell’Italia, che rimane sotto la soglia del 10%.

Un mercato europeo in forte crescita, ma non per l’Italia

Dopo un calo del 6,1% nelle vendite di elettriche in Europa nel 2024, i primi mesi del 2025 hanno mostrato un rimbalzo sorprendente, con una crescita significativa delle immatricolazioni in molti Paesi Ue. Tuttavia, l’Italia sembra non seguire questa scia. Le ibride plug-in, che lo scorso anno avevano registrato un calo, mostrano segnali di ripresa, mentre le ibride tradizionali continuano a crescere con decisione: nel 2024 avevano già segnato un +12,7% e il trend non sembra destinato a fermarsi.

Prezzi e manutenzione: il peso della massa critica

Uno dei fattori che favorisce la diffusione delle elettriche è la riduzione dei costi di manutenzione e dei ricambi, un fenomeno che si sta già osservando in Paesi come la Germania, dove circolano oltre un milione e mezzo di veicoli elettrici. In Italia, con una quota di mercato ancora marginale, questi benefici non si avvertono ancora, e ciò contribuisce a rallentare ulteriormente la crescita del settore.

Meno auto in generale: un trend europeo

La lenta diffusione delle elettriche in Italia si inserisce in un quadro più ampio: il numero complessivo di auto in circolazione in Europa è in calo. Nel 2023 la media era di 0,55 auto per abitante, con differenze regionali legate a fattori economici e culturali. In Italia, alcune aree come Valle d’Aosta, Trento e Bolzano registrano ancora i più alti tassi di motorizzazione, con oltre 900 auto ogni 1.000 abitanti, ma il trend generale indica una progressiva disaffezione verso l’auto privata.

Prospettive per il 2025

Le previsioni indicano che, anche se le immatricolazioni elettriche dovessero superare le 90.000 unità nel 2025, il numero totale di auto elettriche in circolazione in Italia resterà inferiore a 370.000 veicoli. Un dato che evidenzia come il Paese fatichi a tenere il passo con la transizione in atto nel resto d’Europa.

La verità oltre i numeri

Le ragioni del ritardo italiano nella diffusione delle auto elettriche sono molteplici e intrecciano fattori economici, infrastrutturali e culturali. In primo luogo, il costo d’acquisto rimane un ostacolo significativo: nonostante gli incentivi statali, il prezzo medio di un’elettrica è ancora percepito come troppo elevato rispetto alle vetture a combustione tradizionali, soprattutto in un contesto economico dove le famiglie faticano a sostenere spese importanti. A questo si aggiunge la scarsità di infrastrutture di ricarica: le colonnine pubbliche sono poche, mal distribuite e spesso concentrate nelle grandi città, penalizzando chi vive in aree periferiche o rurali. Sul fronte degli incentivi, l’Italia sconta una politica frammentata e poco stabile, con bonus spesso limitati nel tempo e difficilmente accessibili, che scoraggiano i potenziali acquirenti.
Anche la scarsa informazione e fiducia dei consumatori gioca un ruolo: persistono timori legati all’autonomia delle batterie, ai tempi di ricarica e alla rivendibilità dell’usato. Infine, il mercato dell’usato, molto forte in Italia, frena il rinnovamento del parco auto. Il risultato è un circolo vizioso: poche auto elettriche circolanti significano costi di manutenzione e ricambi ancora alti, che a loro volta rallentano la domanda. Senza un intervento coordinato su più fronti, la transizione elettrica italiana rischia di restare indietro rispetto al resto d’Europa.
Fonte: Ansa/Eurostat
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