Un volo a oltre 340 km/h, un prototipo distrutto e un pilota miracolosamente salvo. È quanto accaduto nei giorni scorsi all’interno del Nardò Technical Center, il circuito pugliese di proprietà Porsche utilizzato per i test ad alta velocità. Il protagonista è un driver collaudatore, dipendente di Euroservizi, azienda appaltatrice che opera stabilmente all’interno della struttura.
Secondo quanto ricostruito, l’uomo stava conducendo un test "esclusivo", ovvero una prova in cui il veicolo viene spinto al massimo delle sue potenzialità sull’anello ad alta velocità. Durante questa sessione, il pilota ha perso il controllo del prototipo Porsche: l’auto ha colpito il guardrail ed è finita fuori pista, ribaltandosi più volte.
Nonostante la dinamica impressionante, il driver è sopravvissuto all’impatto. Immediatamente soccorso, è stato trasportato all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce dove gli sono state riscontrate contusioni multiple e alcune costole fratturate. Nessuna lesione interna grave: è vivo per miracolo.
Sicurezza e lavoro: polemiche dopo l’incidente
L’incidente ha riacceso i riflettori sulle condizioni di lavoro all’interno del centro prove. In una nota, la CGIL di Lecce ha denunciato la pratica consolidata, secondo cui “questi test ad altissimo rischio vengono svolti esclusivamente dai lavoratori delle aziende appaltatrici, non dai dipendenti diretti della NTC”.
Il sindacato sottolinea inoltre che molti di questi lavoratori sono formalmente inquadrati come meccanici o autisti, e non come collaudatori professionisti, nonostante vengano impiegati in prove estremamente complesse e pericolose.
Una pista sotto osservazione
Non è la prima volta che il Nardò Technical Center finisce sotto i riflettori per episodi drammatici. Il 21 febbraio 2024, sulla stessa pista perse la vita Mattia Ottaviano, pilota salentino di 36 anni, anche lui durante un test su prototipo.
La struttura, tra le più avanzate in Europa per lo sviluppo di veicoli ad alte prestazioni, rappresenta un punto di riferimento per i costruttori, ma gli ultimi avvenimenti impongono una riflessione urgente sulla sicurezza dei lavoratori e sulla responsabilità di chi gestisce i test più critici.