Sembra fantascienza, invece è realtà: semafori che si tingono di rosso appena superi il limite di velocità. Peccato che siano vietati per legge sia in Francia che in Italia. Eppure, continuano a essere installati da molte amministrazioni. Ecco cosa sono, perché piacciono tanto… e perché sono illegali.
Sembrano normali, ma sono trappole illegali
In apparenza, si presentano come classici semafori tricolori. In realtà, sono collegati a un sistema di rilevamento della velocità che, se attiva un superamento del limite, trasforma il verde in rosso all’improvviso. L’obiettivo è chiaro: costringere chi corre troppo a fermarsi. In Francia sono noti come "feux sanction", in Italia si parla di "semafori asserviti alla velocità" o "dissuasori semaforici".
Un sistema tanto astuto quanto fuorilegge.
Cosa dice la legge: il confronto tra Francia e Italia
Dal 9 aprile 2021, con un’apposita modifica del Codice della Strada francese, i semafori “sanzione” sono espressamente vietati. La norma impone che i semafori a chiamata (R22v) restino rossi al riposo e diventino verdi solo quando un veicolo si avvicina a velocità regolare. Qualsiasi variazione del ciclo semaforico basata su una velocità eccessiva è considerata illegittima.
Nonostante ciò, molte città francesi continuano a utilizzarli, soprattutto per frenare il traffico in zone residenziali o vicino alle scuole.
E in Italia? Il divieto è ancora più chiaro
Anche nel nostro Paese, i semafori che cambiano colore in base alla velocità sono vietati:
Il Regolamento di esecuzione del Codice della Strada prevede che i semafori siano regolati solo da cicli temporali o sensori di presenza, non dalla velocità.
Il Ministero delle Infrastrutture ha espresso più volte parere negativo sull’uso di questi dispositivi.
La Cassazione (sentenza n. 26359/2007) li ha definiti non omologati e quindi illegali.
Alcuni giudici di pace hanno annullato multe generate da semafori di questo tipo, riconoscendoli come non conformi alle norme vigenti.
I semafori “ricompensa”: un’alternativa (quasi) legale
In Francia (e con molte riserve in Italia), esiste una versione opposta: il semaforo “ricompensa”, che resta rosso finché l’automobilista non rispetta il limite di velocità, diventando verde solo in caso di guida corretta. Ma anche questa soluzione presenta dei problemi:
Costi elevati: fino a 40.000 € per installazione, più 1.000 € all’anno di manutenzione.
Uso limitato: possono essere installati solo in aree urbane, su strade con limite a 30 o 50 km/h, lontani da incroci o attraversamenti pedonali.
Efficacia discutibile: secondo la Maison de la Sécurité Routière del Doubs, i semafori “ricompensa” non riducono la velocità più dei semafori normali.
Basso rispetto: vengono ignorati da 1 automobilista su 10, contro l’1,6% dei semafori classici.
Perché sono pericolosi?
Questi dispositivi creano incertezza nei conducenti, che non sanno se il semaforo stia per cambiare o meno. Il rischio? Frenate improvvise, tamponamenti, incomprensioni agli incroci. E se qualcuno passa col rosso, scatta la multa anche se il rosso è stato attivato appositamente per punire un eccesso di velocità — un paradosso giuridico, soprattutto se il dispositivo non è omologato.
Tabella riassuntiva
Aspetto
Francia
Italia
Semafori che diventano rossi in base alla velocità (tipo “feu sanction”)
❌ Vietati dal 2021
❌ Vietati da sempre
Semafori “ricompensa” (rossi che diventano verdi solo se rispetti il limite)
✅ Consentiti con limiti
⚠️ Tollerati in rari casi, ma non normati chiaramente