L’Unione Europea si prepara a una possibile rivoluzione nella mobilità: i carburanti rinnovabili potrebbero presto essere integrati nella normativa sulle emissioni di CO₂ per autovetture e veicoli commerciali leggeri, aprendo la strada a una decarbonizzazione più efficace e sostenibile.
La proposta, firmata da 30 importanti associazioni e stakeholder del settore automotive, punta a coniugare innovazione tecnologica, investimenti industriali e obiettivi climatici, in linea con l’Accordo di Parigi e la neutralità netta delle emissioni UE entro il 2050.
Perché i carburanti rinnovabili sono fondamentali
Oggi la mobilità elettrica è considerata il principale percorso di riduzione delle emissioni per i veicoli leggeri, ma secondo i firmatari è essenziale adottare un approccio tecnologicamente neutrale. I carburanti rinnovabili, già presenti nel mix energetico europeo, giocano un ruolo strategico: integrarli nella normativa CO₂ permetterebbe di riconoscere il loro contributo alla decarbonizzazione e incentivare investimenti lungo tutta la catena del valore.
1. Parità di trattamento tra veicoli nuovi e circolanti
Attualmente, la normativa CO₂ riguarda solo i veicoli nuovi, mentre i carburanti rinnovabili vengono considerati anche nei veicoli già in circolazione. I firmatari chiedono che l’utilizzo dei carburanti rinnovabili venga riconosciuto anche per i veicoli nuovi, garantendo così incentivi coerenti per gli investimenti in produzione, distribuzione e sviluppo tecnologico.
2. Carbon Correction Factor (CCF)
Un altro punto chiave è l’introduzione di un Carbon Correction Factor, che adegui le emissioni ufficiali dei veicoli in base alla quota reale di carburanti rinnovabili. Ad esempio, con una quota del 5% di carburanti rinnovabili, un veicolo che emette 100 g di CO₂ verrebbe contabilizzato come se ne emettesse 95. Questa misura renderebbe più accurata la normativa e valorizzerebbe i progressi già raggiunti.
3. Veicoli a zero emissioni con carburanti rinnovabili
I veicoli alimentati esclusivamente con carburanti rinnovabili dovrebbero essere riconosciuti come a zero emissioni, equiparati ai veicoli elettrici a batteria o a celle a combustibile. L’apertura anticipata del mercato, già prima del 2030, stimolerebbe investimenti in infrastrutture, produzione e sviluppo tecnologico, creando una domanda stabile e incentivante per questi carburanti.
4. Definizione giuridica chiara dei carburanti rinnovabili
Per garantire certezza agli investimenti, è necessaria una definizione europea vincolante, allineata alla Direttiva sulle Energie Rinnovabili (RED). Tutti i carburanti sostenibili, inclusi biocarburanti, biogas e carburanti sintetici, dovrebbero essere classificati come rinnovabili se rispettano criteri di sostenibilità e bilancio di CO₂ neutro.
5. Traiettoria graduale per la riduzione delle emissioni
Infine, è essenziale definire obiettivi di riduzione delle emissioni per i carburanti rinnovabili basati su parametri realistici e graduali. Questo approccio permetterebbe di pianificare investimenti sicuri, promuovere innovazione tecnologica e garantire l’espansione su larga scala dei carburanti climaticamente neutri.
La strada verso una politica climatica efficace
Secondo le associazioni firmatarie, l’integrazione dei carburanti rinnovabili nella normativa CO₂ dei veicoli leggeri è una misura urgente e strategica. Solo combinando mobilità elettrica e carburanti sostenibili sarà possibile raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici dell’UE in modo efficiente, sostenibile ed economicamente vantaggioso.
L’Europa si trova così di fronte a una svolta storica: decidere oggi come riconoscere e incentivare i carburanti rinnovabili può cambiare radicalmente il futuro della mobilità sostenibile, aprendo nuove opportunità per industria, cittadini e ambiente.