Incredibile in Piemonte: automobilista beccato a velocità folle sull’autostrada A26 evita sanzioni grazie a un errore tecnico del radar. Il dispositivo non era omologato.
Un eccesso di velocità da record, una multa salata in arrivo e una sospensione della patente quasi certa. Eppure, alla fine, nessuna sanzione. Succede in Piemonte, lungo l’autostrada A26, dove un automobilista è stato sorpreso a viaggiare a 255 km/h ma è riuscito a evitare ogni conseguenza legale. Il motivo? Il radar utilizzato non era omologato.
Flashato a 255 km/h, ma il verbale non regge
Il fatto risale al maggio 2024, come riporta il Corriere di Torino. Un automobilista italiano, fermato nei pressi di Sillavengo (provincia di Novara), stava percorrendo la A26 a quasi il doppio del limite previsto (130 km/h). In casi simili, la sanzione prevista dal Codice della Strada è severa: 845 euro di multa, sospensione della patente fino a un anno e decurtazione dei punti.
Tuttavia, il conducente ha presentato ricorso tramite il suo legale, Gabriele Pipicelli, il quale ha evidenziato un’irregolarità tecnica nel rilevamento della velocità: il dispositivo Trucam utilizzato dalla polizia stradale non era stato ufficialmente omologato. Sebbene approvato per l’uso, mancava della certificazione necessaria per rendere valido il rilevamento.
La Prefettura dà ragione alla difesa: tutto annullato
La Prefettura di Novara ha confermato quanto sostenuto dalla difesa: in assenza di omologazione, il rilevamento non ha valore legale. La conseguenza? L’annullamento del verbale e di tutte le sanzioni accessorie. Il conducente non solo non pagherà alcuna multa, ma ha anche riottenuto la patente.
Il caso si inserisce in un quadro giuridico preciso: secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione, un rilevamento di velocità è valido solo se effettuato con un apparecchio regolarmente omologato. In caso contrario, il verbale è da considerarsi nullo.
Radar non omologati, un problema (anche) europeo
L’episodio riapre il dibattito sulla validità e affidabilità dei dispositivi di controllo elettronico della velocità. In tutta Europa, la normativa sull’omologazione varia da Stato a Stato, e casi come questo rischiano di creare vuoti normativi o favorire il contenzioso legale.