Si è spento all’età di 84 anni Andrea de Adamich, ex pilota di Formula 1 e volto storico della televisione italiana. Nato a Trieste il 3 ottobre 1941, De Adamich è morto a Varano de’ Melegari, dove da oltre trent’anni aveva fondato e diretto un Centro Internazionale di Guida Sicura, punto di riferimento per piloti, appassionati e aziende.
Figura poliedrica e appassionata, De Adamich ha attraversato oltre mezzo secolo di motorsport, unendo il talento in pista alla capacità di raccontare il mondo delle corse con competenza e ironia, diventando una delle voci più riconoscibili della Formula 1 in TV.
Gli anni da pilota: Ferrari, Alfa Romeo e Brabham
La carriera agonistica di Andrea de Adamich iniziò presto. Nel 1963 debuttò in Formula 3, imponendosi come uno dei giovani italiani più promettenti. Due anni dopo vinse il Campionato Italiano, aprendo le porte alla collaborazione con Alfa Romeo, con la quale firmò alcune delle pagine più iconiche della categoria Turismo.
Al volante della Giulia GTA, De Adamich conquistò il Campionato Europeo Turismo nel 1966 e 1967, risultati che gli valsero l’interesse della Scuderia Ferrari. Con il Cavallino iniziò la sua avventura in Formula 1, proseguendo poi con McLaren, March, Surtees e Brabham.
In totale prese parte a 36 Gran Premi iridati, vivendo anche momenti drammatici, come il terribile incidente di Silverstone 1973, innescato da Jody Scheckter, nel quale riportò gravi fratture alle gambe. Fu l’episodio che, di fatto, segnò la fine della sua carriera in monoposto.
I successi con Alfa Romeo e le Sport Prototipo
Le più grandi soddisfazioni sportive arrivarono però con le vetture Sport Prototipo Alfa Romeo 33, simbolo della rinascita tecnica italiana nei primi anni Settanta.
De Adamich vinse la 200 Miglia di Buenos Aires (1970), la 100 Km di Brands Hatch e la 6 Ore di Watkins Glen (1971), condividendo il volante con leggende come Nanni Galli, Nino Vaccarella, Piers Courage e Henri Pescarolo.
Fu un periodo d’oro per l’Alfa e per l’automobilismo tricolore: un’epoca in cui le corse endurance rivaleggiavano in popolarità con la Formula 1.
Dal volante al microfono: la voce della Formula 1 italiana
Terminata la carriera da pilota, Andrea de Adamich trovò una nuova dimensione davanti alle telecamere.
Dal 1982 divenne telecronista e conduttore di “Grand Prix” su Mediaset, insieme a Guido Schittone e successivamente Sandro Piccinini. La sua voce e il suo tono diretto divennero un riferimento per milioni di appassionati.
Era noto per il rigore tecnico, la passione e il carattere schietto, qualità che lo resero amatissimo dal pubblico e rispettato nel paddock.
Fino agli ultimi anni, seguì con attenzione il mondo della Formula 1, commentando con gli amici ogni novità, in particolare le vicende della Ferrari, squadra che non smise mai di seguire con affetto critico e lucida competenza.
L’uomo, l’imprenditore, il padre
Oltre all’attività televisiva, De Adamich fu un imprenditore di successo.
Nel 1991 fondò a Varano il Centro di Guida Sicura “Andrea de Adamich”, un polo d’eccellenza dedicato alla formazione dei conducenti e alla sperimentazione tecnica per le case automobilistiche, sviluppato insieme al figlio Gordon, nato nel 1973.
Negli ultimi anni aveva ritrovato la felicità familiare accanto alla seconda moglie Sofia, sposata nel 2010, e con la piccola Anna, la figlia più giovane, di cui parlava sempre con orgoglio.