Abituati ai tori di Lamborghini ed altri animali minacciosi, come la Mangusta di DeTomaso o il serpente di Shelby, può far sorridere che un produttore scelga il gufo per il nome della sua auto di punta.
Eppure, la Aspark Owl (owl in inglese vuol dire proprio gufo) non ha nulla da invidiare a hypercar dai nomi più aggressivi, perché questa coupé ha quattro motori elettrici da complessivi 2.012 CV di potenza e circa 2.000 Nm di coppia, che le garantiscono prestazioni da capogiro: a riassumerle ci sono l’accelerazione 0-96 km/h in soli 1,69 secondi e la velocità massima di quasi 400 km/h.
Questo missile è stato messo a punto dalla torinese Manifattura Automobili Torino, la stessa dietro il progetto della New Stratos, che ha sviluppato l’auto per conto della casa giapponese Aspark, intenzionata a mettere in vendita la prima hypercar elettrica di una casa automobilistica giapponese, che sarà costruita in 50 esemplari venduti ciascuno a 2,9 milioni di euro (le consegne inizieranno dal secondo trimestre 2020). La Aspark Owl è stata presentata sotto forma di prototipo nel 2017, prima che la MAT ricevesse l’incarico di svilupparla dal punto di vista ingegneristico: i lavori sono durati 11 mesi. È la MAT a occuparsi anche della produzione.
La Aspark Owl è lunga 4,79 metri, larga 1,93 metri e alta solo 0,99 metri. È dotata di sospensioni con molle ad aria, che permettono di variarne l’altezza da terra: nella posizione più bassa i cm dalla strada al fondo della carrozzeria sono appena 8, per una distanza dal tetto al suolo di 99 cm, ma è possibile incrementare la distanza fra il fondo dell’auto e la strada fino a 16 cm. La carrozzeria, in fibra di carbonio, pesa solo 180 kg, e il telaio in fibra di carbonio incide per 120 kg sul peso complessivo (di 1.900 kg). Le batterie agli ioni di litio immagazzinano 64 kWh di energia elettrica e sono montate in senso longitudinale fra gli assi delle ruote.
Ad impreziosire la Aspark Owl ci sono le ruote posteriori sterzanti, la ripartizione della potenza fra i quattro motori (per limitare al minimo le perdite di aderenza) e il sistema di aerodinamica attiva con appendici mobili, che si abbassano nella carrozzeria per migliorare la scorrevolezza nei rettifili e si aprono nelle frenate per accorciare le “staccate”. Lo stile è distintivo: piace o non piace. Va dato atto ai designer della Aspark di aver immaginato linee non comuni, con ampi passaruota, il cofano anteriore molto rastremato e il tetto decisamente basso. All’interno si accede sollevando verso l’alto le portiere.
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