Tonale sta dando le prime grandi soddisfazione al Marchio italiano, mai come ora proiettato a un futuro che sembra essere radioso. C’è Tonale, ma non dimentichiamoci di Giulia e Stelvio che rappresentano con tutti gli onori del caso l’alto di gamma della Casa di Arese. Due vetture che iniziano ad avere qualche anno sulle spalle e che sono attese al loro primo importante restyling nel 2023, visto che nel 2019 le maggiori modifiche si sono concentrate prevalentemente sul lato della tecnologia di assistenza alla guida e sul nuovo sistema multimediale. Nel mentre, il 2022 di Alfa Romeo Giulia e di Alfa Romeo Stelvio si chiama Estrema, la nuova serie speciale che punta su contenuti esclusivi e che permette ai due modelli di offrirsi in una veste inedita.
Dopo aver provato Alfa Romeo Stelvio Estrema con il 2.0 turbo benzina da 280 CV, questa prova su strada si concentra su Alfa Romeo Giulia Estrema, questa volta con il 2.2 turbodiesel AT8 con trazione integrale Q4 da 210 CV. Va precisato che solo questi sono i motori disponibili per la serie “Estrema”, quindi ci è sembrato giusto confrontarli per capirne pregi e difetti a seconda degli utilizzi.
Abbiamo provato l’Alfa Romeo Stelvio Estrema spinta dal noto propulsore 2.0 benzina da 280 CV e vi raccontiamo come va su strada, quanto consuma e quanto costa.
Le dimensioni della Alfa Romeo Giulia Estrema non sono cambiate, nel dettaglio ecco i riferimenti:
In tutto e per tutto, la Giulia Estrema al pari dell’allestimento Veloce sulla quale è basata sono le uniche due versioni a poter dare direttamente del tu alla Giulia Quadrifoglio, sebbene il divario di prezzo e di potenza sia importante. Qui, almeno in queste prime righe, si parla solo di aspetto estetico. Giulia Estrema, al pari di Stelvio Estrema, propone due dettagli che non possono non balzare all’occhio meno attento. Forse meno con il Nero Vulcano della vettura in prova, ma le calotte dei retrovisori e il trilobo anteriore in fibra di carbonio sono due aspetti assolutamente non trascurabili di un vestito estremamente elegante, come i gemelli per una camicia sartoriale: dettagli che fanno la differenza.
Si possono sprecare i paragoni ma ciò che convince di più della Giulia Estrema è la ricerca della raffinatezza e di quel giusto mix di sportività. Ancora più all’interno si apprezzano i tanti rivestimenti in carbonio che adornano il tunnel centrale e altre parti della vettura, tra cui non meno importanti sono i pannelli porta. Si apprezza a 360° un ambiente fatto per regalare all’alfista tipo un’esperienza vicina a quella da vivere su Quadrifoglio nella piena consapevolezza che si tratta di una gratificazione più per l’occhio dell’appassionato che per il suo piede.
Passano gli anni, il 2023 è dietro l’angolo e con lui il primo sostanzioso aggiornamento che interesserà Giulia e Stelvio sotto tanti e diversi aspetti. Rimane il fatto che pur perdonando l’assenza di luci a matrice di LED che su Tonale sono già diventati un riferimento, Giulia e con lei Stelvio sono ancora oggi un esempio di stile ed eleganza con quella giuste dose di DNA sportivo, come ogni Alfa Romeo deve possedere tra le sue caratteristiche principali.
Qui, con questo pacchetto dedicato di nome Estrema, si è andati proprio verso questo senso. Lo si capisce immediatamente accomondadosi a bordo e osservando la cura riservata ai particolari. Le impunture diventano rosse e rappresentano un ottimo contrasto cromatico con gli elementi neri rappresentati dal connubio tra Alcantara, pelle e lo stesso carbonio che risaltà per il trattamento lucido. Riguardo alla strumentazione, è rimasto il cannocchiale con tachimetro e contagiri analogici, già evoluto su Tonale per ospitare il nuovo quadro strumenti digitale. Per questo, se ne riparla il prossimo anno.
Non mi soffermo sul nuovo sistema multimediale da 8,8″ che si conferma su buoni livelli pur non avendo quell’effetto scenico dato dalle concorrenti, in primis BMW Serie 3, specie a livello di diagonale dello schermo touchscreen. Peccato, ma forse avrebbe guastato, per l’assenza di un’illuminazione interna a LED sui toni caldi. Con la trazione integrale Q4 e l’albero di trasmissione va segnalata un’abitabilità in parte compromessa per gli occupanti della seconda fila. Sulla Giulia Estrema, si sta comodi in quattro persone.
Infine il bagagliaio della Alfa Romeo Giulia Estrema, sicuramente meno sfruttabile rispetto ai 525 litri offerti di base da Stelvio con il vantaggio del portellone ad apertura elettronica. Su Giulia con la sua carrozzeria quattro porte la capacità scende a 480 litri e si conferma l’apertura automatica che non avviene, però, anche grazie al movimento del piede se le mani sono occupate.
C’è chi ha storto il naso nel definire “Estrema” una versione inferiore all’inarrivabile Quadrifoglio, con il suo V6 2.9 biturbo da 510 CV già migliorato con le altrettanto inarrivabili GTA e GTAm. Estrema la Giulia lo è dal punto di vista dei contenuti, non tanto della guida. Sotto il cofano troviamo, due le scelte, il 2.2 turbodiesel da 210 CV così come il più potente 2.0 turbo benzina da 280 CV, il motore “appena sotto” la Quadrifoglio nella gamma della berlina italiana.
Meglio, quindi, precisare subito che i motori sono quelli di sempre, che bisogna guardare altrove per cercare i motivi che hanno spinto i geni del marketing Alfa Romeo a chiamare questa serie in questo modo così curioso, sicuramente in grado di creare dibattito. Detto degli esterni e degli interni, che di serie ricevono una dotazione di assoluto rispetto, è ora di concentrarsi sul motore protagonista di questa prova, il 2.2 Diesel sovralimentato.
Leggendo la scheda tecnica di questo propulsore, al vertice tra quelli alimentati a gasolio, si rimane stupiti in primis dalla coppia che, grazie ai 470 Nm a 1.750 giri/min, si traduce nel poter fare affidamento su un’erogazione di potenza ben distribuita su tutti e gli otto rapporti dello ZF doppia frizione che rimane uno dei migliori cambi in circolazione. Mi fermo ai consumi, con quel 5,5 l/100 km fin troppo ottimistico: concedendosi qualche libertà tra le curve e godendo al massimo dell’assetto ricercato di questa ultima edizione speciale a fine test il risultato sullo schermo TFT incastonato dal “cannocchiale” ha parlato chiaro: 6,7 l/100 km dopo più di 600 chilometri in sua compagnia.
Niente a che vedere con gli 8 l/100 km (anche questi dichiarati sulla carta) dell’altra Giulia Estrema, quella con il 2.0 turbo benzina 280 CV. Le scelte, quindi, sono due: la coppia e l’erogazione del 2.2 a gasolio o la prontezza e la rapidità del 2.0 benzina, due mondi differenti cui corrispondono sensazioni al volante non direttamente confrontabili. Ciò che si conferma sempre come un vero fiore all’occhiello è lo sterzo: ancora una volta la rapidità d’inserimento, quella sensazione di avere sempre chiaro cosa sta succedendo là davanti tra le ruote anteriori permette di godere al massimo di un assetto chirurgico. Ora, con l’aggiunta degli ADAS che sulla Giulia Estrema sono tutti di serie anche il centraggio in corsia nei lunghi viaggi in autostrada non va a inficiare la sua precisione: disattivata la guida autonoma di livello due in un tratto di curve, Giulia Estrema sa regalarti emozioni che solo poche altre berline possono pensare non di eguagliare, forse di provare a emulare. Peccato che se da una parte lo sterzo è delizia della Giulia Estrema a parcheggiarla in garage diventa anche croce: il suo diametro è talmente ridotto che servono più manovre per porre al riparo la berlina prodotta a Cassino.
Le cambiate, altro aspetto sul quale mi piace tornare. Non mi sono dimenticato del selettore DNA, fedele compagno di giochi di chi siede al volante di una Giulia. La reattività, sempre buona, dell’8 marce cambia al variare della modalità di guida: Normal e Advanced Efficiency significano cambiate distintamente meno fulminee, completamente l’opposto del comportamento che si ha in Dynamic, specialmente nella modalità manuale. Una peculiarità della Giulia Estrema sono, inoltre, le sospensioni adattive a controllo elettronico proposte di serie. Sono la ciliegina sulla torta di una piattaforma, la ex Giorgio, che per distribuzione dei pesi e rigidità torsionale ha ben pochi uguali. In Dynamic si irrigidoscono automaticamente e fanno diventare la Giulia un coltello affilato, solo premendo il pulsante sul DNA tornano ad ammorbidirsi e questo può tornare utile in caso di avvallamenti del terreno o di un dosso sul percorso.
Qui c’è anche la trazione integrale Q4, quell’aspetto che permette alla Giulia di stare letteralmente sui binari ma che si paga con consumi più alti e, tutto sommato, un po’ superflui su un’auto dove sarebbe bastata la trazione posteriore. Ce l’hanno i Diesel da 160 e 190 CV, non la versione top di gamma con i suoi 211 CV che nasce solo con la Q4 di serie.
Non si ha mai il dubbio che l’auto stia facendo qualcosa che tu non le hai detto di fare, e questo è merito sì del pianale ma anche e soprattutto della Q4 e del sistema sospensivo Alfa Link. Instancanbile la frenata che presenta un pedale sì corto ma sempre reattivo. C’è, infine, un aspetto da tenere in conto nella scelta tra una Giulia Estrema Diesel e una benzina: le effettive percorrenze e il pagamento del bollo, o del superbollo se parliamo di Giulia 2.0 280 CV, visto che questa tassa tanto criticata è ancora pensiero fisso di chi vuole comprarsi un’auto di questo genere.
Una gamma molto semplice quella dell’ultima versione della berlina italiana. Il prezzo della Alfa Romeo Giulia Estrema varia essenzialmente in base alla motorizzazione. Si parte dai 68.400 euro della 2.2 turbodiesel protagonista di questo test, per arrivare ai 70.200 euro della 2.0 turbo benzina 280 CV. Per ricapitolare, la Estrema aggiunge rispetto all’allestimento Veloce i sedili sportivi in Alcantara con cuciture rosse, quest’ultime protagoniste anche in plancia, i tanti dettagli in fibra di carbonio, l’ottimo sistema audio Hi-Fi Harman Kardon con 14 altoparlanti e subwoofer, le utilissime Alfa Active Suspension o più semplicemente sospensioni attive e i sedili anteriori con regolazione elettrica a 8 vie. Già proposti su Veloce sono invece i cerchi da 19″ diamantati performance, un vero tocco di classe per questa vettura.
Per quanto riguarda le tinte della carrozzeria, la Giulia Estrema viene proposta di serie con il Rosso Alfa, mentre il Nero Vulcano della vettura in prova costa 1.100 euro. In alternativa c’è il pastello Bianco Alfa (600 euro) e il metallizzato Blu Misano (1.100 euro), mentre le speciali tristrato (Rosso Etna, Ocra Lipari e Verde Montreal) non sono disponibili per Giulia Estrema.
Esternamente è impossibile non risconoscere Giulia Estrema poichè le pinze freno sono nere, i badge dello stesso colore e le calotte così come il trilobo in carbonio sono assolutamente distintivi. A ulteriore conferma che il prezzo della Alfa Romeo Giulia Estrema è davvero full optional, sono di serie anche il Pack Driver Assistance PLUS (tutti gli ADAS inclusi, compreso l’Highway Assist Sistem che ha già portato la guida autonoma di livello 2 sulla berlina italiana) e il Pack Premium che abbina l’Harman Kardon a pannelli plancia/porte in pelle.
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