L’ex numero uno di Toyota, Akio Toyoda, non nasconde i suoi dubbi sulle auto elettriche del futuro. Il manager giapponese, presidente del consiglio di amministrazione della Toyota dopo 14 anni da numero uno assoluto, ha sfruttato l’occasione di un dialogo con i dipendenti per ribadire un’opinione che negli anni scorsi aveva già attirato molte critiche: “Non importa quanti progressi facciano le elettriche, penso che avranno comunque solo una quota di mercato del 30% e pertanto non arriveranno a dominare il mercato come si vuole far credere“.
Oltre a questo, Toyoda e altri consumatori “non dovrebbero essere obbligati ad acquistare” auto elettriche e l’industria non dovrebbe subire imposizioni industriali date dagli organi politici. In soldoni i veicoli a batteria non dovrebbero essere sviluppati togliendo completamente altre tecnologie come l’ibrido o le celle a combustibile di idrogeno.
Morizo (epiteto dato al manager in ambito sportivo) ha pertanto ribadito la sua preferenza per un approccio “tecnologicamente neutrale” alla transizione energetica e “multi-percorso” perché il vero nemico da combattere non è l’auto, bensì la CO2, pertanto l’elettrico non è e non deve essere l’unico obiettivo.
Toyoda ha sferrato anche un altro attacco ai legislatori, facendo anche delle previsioni sul futuro del mercato: parlano di auto 100% elettriche ha detto che potranno coprire solo il 30% del mercato, ci sarà un restante 70% rappresentato da auto diverse come quelle ibride, fuel cell e a idrogeno.
Quello che ha lasciato intendere è che i motori a scoppio continueranno ad avere un ruolo importante anche in futuro e spetterà ai consumatori avere un ventaglio variegato dove scegliere: “Penso che debbano essere i clienti a decidere, non le normative o la politica“.
Altra cosa su cui il dirigente giapponese ha rimarcato è stata la limitata attrattività delle auto a batteria a livello globale, sottolineando un dato incontrovertibile: un miliardo di persone vive ancora senza elettricità e non può neanche avvicinarsi a mezzi non solo costosi, ma dipendenti dalla presenza di un’infrastruttura di ricarica. Stiamo quindi parlando di un paradosso per tali persone che, virtualmente, rappresentano un enorme bacino di potenziali clienti.
“Forniamo veicoli anche a queste persone, quindi la sola opzione delle BEV non può garantire i trasporti a tutti. Ecco perché cerco di avere una varietà di opzioni“.
Nel discorso fatto ai dipendenti Toyoda ha parlato anche delle critiche mosse alla Toyota per i ritardi nello sviluppo di modelli BEV, se paragonati alla concorrenza, insistendo nuovamente su un concetto non così nuovo.
Anche questa volta il manager ha scelto di ribadire come sia giusto, per l’azienda giapponese, concentrarsi su tecnologie alternative, ma ha ammesso la difficoltà di essere da soli in questa battaglia. Inoltre ha lanciato l’allarme sulla possibilità che le banche chiudano i rubinetti del credito ad aziende ancora impegnate nella produzione di motori a combustione, ma questa è ancora un’ipotesi, si spera, lontana.
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