Ormai lo sappiamo bene: i SUV e i crossover sono la tipologia di automobile più amata a livello globale. Che si parli di Europa, Nord America, Asia o qualsiasi altro continente, le ruote alte e l’aspetto avventuroso fa innamorare tutti gli automobilisti di tutto il mondo, o quasi. C’è sempre, infatti, qualcuno che non subisce il fascino dei SUV, e che cerca qualcosa di diverso. L’alternativa agli imperanti Sport Utility, però, è diversa a seconda della regione. Se, ad esempio, in Cina sono molto amati i minivan e le berline a passo lungo, in Nord America vanno forte i pick-up, e in Italia sono le compatte a due volumi a guidare la “resistenza”. Ci sono, ancora, zone del mondo in cui sono le berline a tre volumi classiche, come questa BMW 220 Gran Coupé, che rubano l’occhio e il cuore di tantissimi automobilisti.
In Italia, questa tipologia di auto è diventata desueta a partire dagli anni ’70, quando la diffusione di vetture a due volumi come la Volkswagen Golf e la FIAT 127 e l’exploit delle Station Wagon dagli anni ’80 ha reso fuori moda questa carrozzeria, ancora molto amata nell’Europa Meridionale, in Medio Oriente e in Nord e Sud America. Le berline a tre volumi, infatti, sono eleganti, hanno una maggiore silenziosità e un isolamento acustico dal vano bagagli superiore alle tanto decantate compatte e ai SUV, e come le compatte e le wagon riescono ad offrire un comportamento dinamico migliore degli Sport Utility.
Anche per questo non deve stupire che BMW abbia scelto, nel 2019, di lanciare la prima generazione della Serie 2 Gran Coupé, rivale delle berline a tre volumi di Segmento C come la Mercedes-Benz CLA e la Audi A3 Sedan. Sebbene non siano così comuni da noi, queste automobili hanno tanto da dare, e grazie ad una ripartizione dei pesi differente si propongono anche come alternativa credibile alle classiche compatte. Dopo aver provato la BMW M135, ho messo alla prova anche la sorella “con la coda” di seconda generazione, anche lei con piattaforma con motore anteriore trasversale e trazione anteriore, ma con un motore meno esasperato, il 1.5 tre cilindri benzina Mild Hybrid della 220, ormai orfana della i. Scopriamo allora come va, quanto costa e se ha senso la BMW 220 Gran Coupé in questa prova su strada in allestimento MSport Pro.
Prezzi BMW 220 Gran Coupé
Iniziamo subito col capire il posizionamento della BMW Serie 2 Gran Coupé nel mercato e all’interno della gamma della Casa dell’Elica. Listino alla mano, infatti, scopriamo come la Serie 2 Gran Coupé ha un sovrapprezzo di circa 3.600 euro rispetto alla Serie 1 su cui è basata, partendo quindi da un prezzo di partenza di 38.500 euro. Come per le altre BMW nate dopo la metà del 2024, anche sulla Serie 2 Gran Coupé è sparita la “i” per le motorizzazioni benzina, che ora sono indicate dalla classica sigla a tre cifre, ma non dall’iconica i che, per anni, ha indicato tutte le BMW con motori benzina a iniezione. Sono questi, quindi, i prezzi della BMW Serie 2 Gran Coupé:
- 216 Gran Coupé, 38.500 euro
- 220 Gran Coupé, da 41.500 euro
- 223 xDrive Gran Coupé, 48.600 euro
- M235 xDrive Gran Coupé, 60.700 euro
- 218d Gran Coupé, 43.000 euro
- 220d Gran Coupé, 44.500 euro
La BMW Serie 2 Gran Coupé, quindi, ha un prezzo di 3.600 euro superiore alla Serie 1 dalla quale riprende interamente meccanica, interni, motori e dotazioni. Con questo esborso, si ha accesso ad un’auto più lunga di 19 cm (4,55 metri contro i 4,36 della 1er), con un bagagliaio più grande (360 litri per le ibride, contro i 300 della controparte a due volumi) e uno stile più filante e “classico”.
Per capire il posizionamento della Serie 2 “GC”, però, serve anche dare uno sguardo alle rivali dirette e all’ingombrante cugina a ruote alte, la BMW X1. Proprio rispetto all’X1, la Serie 2 Gran Coupé costa qualcosa in meno: Al netto dell’assenza della versione d’attacco “16” da 122 CV, la prima motorizzazione direttamente paragonabile è la 20 di questa prova: la X1 sDrive20i (qui, la “i”, c’è ancora), da 170 CV parte da 44.900 euro, quasi 3.500 euro in più. Per quanto riguarda, invece, le rivali dirette, l’Audi A3 Sedan parte da 31.950 euro, con una motorizzazione paragonabile alla 120, la 1.5 TFSI Mild Hybrid da 150 CV, proposta a partire da 38.550 euro, mentre in attesa della Mercedes CLA ibrida di terza generazione, il prezzo della generazione precedente partiva da oltre 40.000 euro.

La berlina BMW superiore, invece, è la Serie 3, con la 318i, meno potente (156 CV) ma con meccanica più raffinata (trazione posteriore, motore 2.0 e cambio ZF a 8 marce) è proposta a partire da 48.500 euro, 10.000 euro in più rispetto alla 216 GC. Tornando a concentrarci sulla BMW Serie 2 Gran Coupé, la versione della mia prova è una 220 in allestimento top di gamma MSport Pro, che aggiunge oltre 5.000 euro rispetto al prezzo base. Di serie, la MSport Pro offre fari Full LED; mantenitore di corsia, cerchi in lega da 18 pollici, clima automatico monozona, sedili anteriori sportivi riscaldabili, vetri scuri e volante sportivo, oltre al sistema operativo iDrive OS9 con Apple CarPlay e Android Auto.
L’esemplare in prova, poi, aggiunge molti altri accessori, dalla guida autonoma di Livello 2 al clima automatico bizona (optional a parte), passando per cerchi da 19 pollici, assetto sportivo, impianto frenante maggiorato con pinze con logo M, parcheggio automatico, interni in simil-pelle Veganza, i fari adattivi, l’Head-Up Display, il pad per la ricarica wireless, e la vernice metallizzata di questa prova da oltre 1.800 euro. Il risultato? Dai già generosi 46.530 euro di partenza, la 220 Gran Coupé che vedete in queste pagine costa oltre 55.000 euro.
Esterni BMW 220 Gran Coupé
La BMW Serie 2 Gran Coupé, quindi, non costa poco neanche in questa seconda generazione. Rispetto alla prima, però, la Casa di Monaco è riuscita a colpire nel segno con un restyling che ne ha migliorato notevolmente lo stile. Pur non essendo così sgraziata come molti hanno raccontato, la prima Serie 2 Gran Coupé, codice di progetto F44, era piuttosto goffa, con un frontale alto e una coda fin troppo tronca e netta. Grazie al nuovo frontale derivato dalla Serie 1 F70, più pronunciato e appuntito, e ad una coda più gentile, meno netta ma sempre piuttosto corta, il colpo d’occhio è nettamente più proporzionato e riuscito rispetto alla generazione uscente.

Rispetto al gusto europeo, e soprattutto italiano, la Serie 2 Gran Coupé F74 resta ancora un’auto dallo stile inusuale, con una coda corta e poco sviluppata a cui non siamo abituati a queste latitudini. Dalla Serie 1 di quarta generazione, poi, la Serie 2 F74 eredita i nuovi fari, più affilati e moderni, i nuovi disegni dei cerchi e un frontale che appare molto meno sbilanciato rispetto al passato. L’allestimento MSport Pro, poi, permette alla Serie 2 GC di essere più vicina al suolo, grazie ad un assetto ribassato, più aggressiva, complici la mascherina nera, gli specchietti neri e sportivi e il piccolo spoiler posteriore che dona più slancio e cattiveria alla piccola berlina tedesca.
Mi ha convinto soprattutto il posteriore, che grazie a dei fari molto più affilati e moderni e ad uno smussamento dell’altezza, e quindi dello sbalzo, risulta molto più aggraziata e armonizzata con il lunotto molto inclinato. Il tre quarti posteriore, l’angolo più “difficile” della precedente Gran Coupé, è ora un angolo che la valorizza parecchio. Ciò che mi ha colpito è che, al netto delle linee generali che possono piacere o meno, la BMW 220 Gran Coupé MSport Pro di questa prova è del tutto simile a livello estetico alla M135 che ho provato, apparendo cattiva e aggressiva tanto quanto la vera versione sportiva.

L’unico dettaglio che manca sono, oltre all’alettone posteriore (assente per ovvie ragioni di mancanza del portellone posteriore), i quattro scarichi. Come tutte le BMW di questa generazione su questa piattaforma, anche la 220 GC rinuncia agli scarichi a vista, mantenendoli nascosti alla vista. Questo gioca a favore di questa 220, che è molto cattiva per i suoi “soli” 170 CV, mentre è un po’ limitante per la versione M, presente anche sulla Serie 2 Gran Coupé. Per il resto, al netto delle proporzioni poco apprezzate qui in Europa, è un’auto che si fa apprezzare, con un’eleganza e delle proporzioni decisamente migliori rispetto al passato.
Interni BMW 220 Gran Coupé
Come per gli esterni, anche salendo a bordo gli interni della BMW Serie 2 Gran Coupé sono del tutto identici a quelli della Serie 1 su cui si basa. Per questo, mi concentro subito sulle differenze, a partire da una posizione di guida leggermente più bassa. Si parla di un centimetro o due, quindi di finezze, ma visto che la Serie 1 F70 ha, a mio parere, una seduta piuttosto rialzata, questi due cm in meno aiutano a sentirsi più a proprio agio con la strada, per una posizione più distesa.
A cambiare è soprattutto la zona posteriore, con il lunotto molto inclinato e i finestrini più piccoli che riducono parecchio lo spazio per i passeggeri della seconda fila. La quantità di luce che filtra, poi, non è tantissima, riducendo parecchio il comfort di chi siede dietro. In compenso, il bagagliaio da 360 litri è molto regolare e facile da sfruttare, con la comodità di un portellone separato che si fa sentire nella vita di tutti i giorni.

La plancia, invece, è completamente ripresa dalla Serie 1, nei pro e nei contro. Tra i lati positivi troviamo sicuramente la qualità e la leggibilità dei tre display, dall’ottimo Head-Up Display (purtroppo, però, ancora polarizzato nella maniera “sbagliata”, ovvero diventando invisibile se si mettono occhiali con lenti polarizzate) al quadro strumenti digitale, fino al grande schermo dell’infotainment. Entrambi i display “fisici” sono incastonati nel pannello che occupa la metà della plancia ed è “appoggiato” su una plancia rivestita di plastica morbida, ma non troppo soffice. Se il quadro strumenti è poco personalizzabile ma è leggibile in ogni condizione, è il sistema di infotainment che convince solo a metò, come sulla Serie 1.
Anche in questa applicazione, infatti, manca il comodissimo rotore centrale, accantonato per favorire un ambiente più minimale. Tutto è quindi demandato al touch, rapido e responsivo, e al sistema operativo iDrive OS9, completo, fin troppo completo. Le applicazioni, i menù e i protocolli sono davvero tanti, e spesso ci si confonde tra le varie funzioni, non sempre immediatamente individuabili. Complice anche il volante MSport (con una corona davvero spessa, come da tradizione BMW), con pochissimi comandi fisici sulle razze, operazioni come regolare la distanza del Cruise Control adattivo sono da fare attraverso il display, davvero un’operazione scomoda. Anche il clima si comanda unicamente dal display, non risultando sempre comodo, mentre le bocchette dell’aria sono ora molto spesse e visivamente sempre aperte: non mi hanno convinto troppo.

Per il resto, comunque, la posizione di guida è distesa e sportiva, anche se ancora un pelo troppo alta, mente i materiali utilizzati per plancia, inserti e pannello porta sono di qualità discreta, ma non ottima. Anche all’interno, poi, la caratterizzazione sportiva è quasi identica a quella delle M “Light”: con l’eccezione della “fettuccia” rossa in cima al volante e dei sedili M, infatti, l’abitacolo ha lo stesso arredamento, con retroilluminazione con il logo M nelle modalità di guida sportive, cuciture sulla plancia con i colori del reparto Motosport e schermate specifiche. Ottima la visibilità anteriore, molto meno buona (ma non tragica come si potrebbe immaginare, quella posteriore. Meglio, comunque, affidarsi alle telecamere a 360 gradi (optional), di eccellente qualità.
Meccanica BMW 220 Gran Coupé
La BMW Serie 2 Gran Coupé è realizzata sul pianale FAAR, una versione riveduta e corretta della piattaforma modulare UKL che ha fatto da base per i modelli BMW e Mini a trazione anteriore degli ultimi 10 anni. Dotata di un telaio dall’ottima rigidità strutturale, di sospensioni raffinate (McPherson all’anteriore, Multilink dietro) e della predisposizione per powertrain ibridi ed elettrici, a livello meccanico la Serie 2 GC condivide tutto con la Serie 1 F70.
Alla base della gamma, quindi, troviamo la 216, spinta da un 1.5 tre cilindri turbobenzina da 122 CV privo di sovralimentazione. Segue poi l’auto della nostra prova, la 220, dove il 1.5 B38 è portato a 156 CV ed è aiutato da un sistema Mild Hybrid a 48 V con motore elettrico da 20 CV, che porta la potenza di sistema a 170 CV. Lo stesso succede con la 123 xDrive, che sfrutta il vigoroso 2.0 turbobenzina quattro cilindri B48 da 204 CV, aiutato dal motore elettrico da 20 CV che porta la potenza complessiva a 218 CV.

Due, invece, le motorizzazioni Diesel. La più interessante è la 218d, che utilizza il pluripremiato 2.0 quattro cilindri turbodiesel B47 da 150 CV, affiancata dalla sua variante Mild Hybrid, la 220d, che porta la potenza a soli 163 CV, di cui 150 termici. Al top, infine, c’è la M235, spinta dal 2.0 B48 portato a 300 CV e 400 Nm. Tutte le motorizzazioni sono dotate del cambio automatico a doppia frizione a 7 rapporti, mentre la trazione è anteriore su tutte le versioni ad eccezione di 223 e M235 xDrive, dotate di sistema di trazione integrale.
La versione della mia prova è, quindi, la 220, che oltre ai 170 CV offre una coppia complessiva pari a 280 Nm (240 Nm sono del motore termico e 55 di quello elettrico). Questo powertrain riesce a spingere i 1.525 kg in ordine di marcia della tre volumi tedesca con vivacità. L’accelerazione 0-100 km/h è coperta in 7,9 secondi, per una velocità massima di 230 km/h. Il 1.5 B38, poi, è ora a ciclo Miller per migliorare l’efficienza, così come un sistema di doppia iniezione e il già presente turbo a geometria variabile, mentre su tutte le versioni è di serie il sistema che simula un differenziale autobloccante, ma non un vero LSD meccanico.
Prova su strada BMW 220 Gran Coupé
Come si comporta, quindi, su strada la BMW 220 Gran Coupé? Reduce dalla prova della Serie 1 in versione M135 e dallo scarso divertimento di guida che mi aveva restituito, avevo delle aspettative più alte per questa 220, che con i suoi “soli” 280 Nm di coppia complessivi non avrebbe potuto mettere in difficoltà il cambio e dalla quale mi aspetto di più un comportamento di guida più distaccato e maturo. Devo dire che non sono rimasto deluso, e ho trovato nella 220 Gran Coupé un’auto piacevole e facile da usare, con il giusto livello di prestazioni e anche con un comportamento dinamico leggermente meno “ingessato” della sorella maggiore.
Andando con ordine, nonostante i quasi 20 cm in più di lunghezza, la 220 Gran Coupé è agile e maneggevole in città, dove gli ottimi sistemi di parcheggio automatico e assistenza in retromarcia sono un toccasana per la vita nei borghi più angusti. Lo sterzo è leggero e progressivo, i freni molto pronti per essere un’auto ibrida (seppur “solo” Mild Hybrid) e il 1.5 tre cilindri ha beneficiato del sistema Mild Hybrid per essere ancora più fluido e pronto ai bassi regimi. Il B38 è un ottimo motore, che non ama essere tirato fino alla linea rossa ma predilige i bassi e medi regimi e anche in questa versione da 156 CV non delude.

È un motore fluido e regolare, senza picchi particolari ma con una curva di potenza e di coppia ben fatte. Il motore elettrico, poi, permette di avere accensioni e spegnimenti ai semafori praticamente impercettibili, e grazie ad un ottimo lavoro di insonorizzazione si fa sentire poco nel 90% delle situazioni. Il cambio, invece, è più fluido e meno brusco di quanto ci si potrebbe aspettare da un doppia frizione in città, e grazie alla potenza inferiore rispetto al 2.0 della M135 è meno incerto e slitta meno quando si chiedono le prestazioni.
In autostrada, poi, la BMW 220 Gran Coupé riesce ad essere molto silenziosa, fluida e vivace in fase di sorpasso, con fruscii aerodinamici ben gestiti e il suono del 1.5 molto ben filtrato nell’abitacolo. La suite di sistemi di sicurezza attiva è tarata davvero bene, con un Cruise Control Adattivo e un mantenitore attivo di corsia esenti da critiche. Ciò che non convince, però, sono le sospensioni davvero troppo rigide. Se, infatti, un assetto ribassato e che fa pochi sconti sulle buche si può accettare su versioni ad alte prestazioni, su una “semplice” 220 è un assetto davvero troppo intransigente. In autostrada e sulle statali si è sempre in costante saltellamento, con movimenti su e giù che destabilizzano chi guida e i passeggeri, e in città la risposta sulle buche è sempre troppo rigida e brusca.

Anche quando si cerca di godersi qualche curva, poi, l’assetto è fin troppo intransigente, facendo muovere e saltellare sulle asperità l’auto nel misto, una situazione che non crea grande confidenza. In questo contesto si inserisce uno sterzo leggero e con poco feedback, anche se è molto preciso e ha una buona demoltiplicazione. In questi contesti, il 1.5 tira fuori la sua grinta, e anche una voce chiaramente da tre cilindri quando si alza il ritmo. Il peso, va detto, non è bassissimo (oltre 1.500 kg), e infatti il 1.5 B38 fa il possibile, diventando anche vivace quando si spinge, dando il massimo fino a 4.500-5.000 giri e rendendo inutile arrivare fino alla linea rossa posta a 6.500 giri. L’assenza di un differenziale autobloccante meccanico, poi, fa emergere un leggero sottosterzo quando si spinge, determinando così un’indole più tranquilla e turistica di quanto il badge 220 possa far pensare.
Allo stesso tempo, però, se si spinge si scopre come il telaio sia tarato in maniera più “libera” rispetto alla stabilissima M135/M235, con un posteriore che, in rilascio, allarga la traiettoria di qualche grado e dimostra che, con una taratura di sterzo e motore differenti, questo progetto potrebbe dare ancora di più.

Dobbiamo, infine, parlare del cambio. Se sulla M135 mi era sembrato incerto, lento e poco a suo agio, qui il doppia frizione è più rapido, più fluido e con slittamenti pressoché eliminati, dimostrando di essere molto più a fuoco con una coppia meno generosa. Sia le salite che le scalate sono rapide (anche se non fulminee), e anche da ferma scarica bene la potenza (al netto di diversi metri in partenza dove le gomme, non eccezionali, di questo esemplare, slittano facendo fatica a scaricare a terra tutta la potenza dei due motori). Ottimi, infine, i freni, sempre precisi, puntuali e ben modulabili.
Consumi BMW 220 Gran Coupé
Concludiamo così con i consumi della BMW 220 Gran Coupé, davvero ottimi. La mia media nei circa 1.000 km percorsi è stata di 18,5 km/l, con una percorrenza cittadina di circa 14 km/l, 18 km/l a limite autostradale e oltre 20 km/l in statale. In autostrada, scendendo a 110 km/h, si superano facilmente i 23-24 km/l, mentre spingendo un po’ tra le curve non si scende mai sotto i 10 km/l. Si tratta, quindi, di un powertrain molto efficiente, che si propone come alternativa reale ad un Diesel (soprattutto da quando il mitico 20d è stato “ridotto” nella potenza e nelle prestazioni).
Com’è, quindi, questa BMW Serie 2 220 Gran Coupé? Si tratta di un’auto completa, molto piacevole da utilizzare, che offre ottime prestazioni e consumi ridotti senza essere mai troppo affaticante. La carrozzeria a tre volumi le dona, e regala un aspetto più “inusuale” a quella che sarebbe una “classica” Serie 1. Con la compatta dell’Elica, però, condivide alcuni limiti, come l’abitacolo fin troppo minimale, l’infotainment complicato e poco intuitivo e un comportamento dinamico rassicurante e sicuro, ma non divertente.

Nonostante questa 220 sia più sfiziosa e a fuoco tra le curve delle varianti più potenti a trazione integrale, sia a causa di un assetto fin troppo rigido che di una scelta progettuale precisa, con taratura di sterzo e assetto più conservative che sportive e motori e cambi buoni ma non eccezionali, anche questa 220 si guida bene, ma pecca di quel coinvolgimento e di quel divertimento alla guida che, una volta, era proprio di tutte le BMW.
È quindi un’auto completa, valida, efficiente e che sicuramente farà la felicità di chi la usa, ma che ha un comportamento e un’impostazione più tradizionale che in passato. Al netto delle preferenze per il motore, infine, un consiglio: le versioni non MSport si guidano altrettanto bene, e anzi sono persino più fluide e composte, ma anche molto più comode e meno testardamente rigide. Sono quelle da scegliere per avere la migliore Serie 2 (o Serie 1) possibile.
Pro e contro BMW 220 Gran Coupé
Pro
- Motore Mild Hybrid vivace e poco assetato
- Ottimo comfort acustico nei viaggi
- Piacevole da guidare…
Contro
- …ma non coinvolgente come una BMW dovrebbe essere
- Sospensioni troppo rigide
- Infotainment scomodo e complicato da usare
Scheda tecnica BMW 220 Gran Coupé
- Lunghezza 4,55 metri
- Larghezza 1,80 metri
- Altezza 1,45 metri
- Passo 2,67 metri
- Posti 5
- Bagagliaio 360/n.d. litri
- Motore 1.5 tre cilindri turbobenzina Mild Hybrid
- Potenza motore termico 156 CV a 4.700-6.500 giri
- Coppia motore termico 240 Nm a 1.500-4.400 giri
- Potenza motore elettrico 20 CV
- Coppia motore elettrico 55 Nm
- Potenza combinata 170 CV
- Coppia combinata 280 Nm
- Cambio automatico doppia frizione a 7 marce
- Trazione anteriore
- Sospensioni anteriori McPherson a ruote indipendenti
- Sospensioni posteriori Multilink a ruote indipendenti
- Peso in ordine di marcia 1.525 kg
- Pneumatici di serie Goodyear Eagle F1 225/40 R19
- Accelerazione 0-100 km/h in 7,9 secondi
- Velocità massima 230 km/h
- Consumo medio nel ciclo misto WLTP 19,2 km/l
- Capacità del serbatoio 49 litri

