Gli pneumatici sono l’unico contatto tra noi e la strada, rappresentando un elemento fondamentale per le performance, la tenuta e, soprattutto, la sicurezza.
Potrà sembrare un’ovvietà, ma scegliere delle gomme di qualità, fattore spesso sottovalutato, fa la differenza. Per questo alcuni produttori di pneumatici, tra cui
Michelin, portavoce di questa “battaglia”, ci tiene a garantire delle performance che durano dall’inizio alla
fine “legale” del pneumatico, fissata oggi a 1,6 mm di profondità del battistrada.
Garantire uno standard per tutto il ciclo vita non è
semplice e nemmeno così scontato, infatti, Michelin investe più di 600
milioni di euro ogni anno in R&D e impiega più di 6.000 ingegneri, per
sostenere lo sviluppo di nuovi modelli e di materiali ad alta tecnologia.
Senza contare il fatto, che in condizioni di asfalto asciutto, uno pneumatico usurato, propone minore resistenza al rotolamento, maggiore tenuta di strada e minore rumorosità, garantendo quindi paradossalmente performance migliori. In condizioni di bagnato, ovviamente la situazione è più complicata, ma gli standard di chi è promotore di questa campagna fondamentale, sono molto alti. Ad avvalorare questa tesi, Michelin, sta portando avanti la proposta di effettuare test ufficiali da riportare in etichetta, sia per lo pneumatico nuovo, sia per lo stesso in condizioni di usura avanzata.
La sicurezza dichiarata è garantita non solo nei primi
chilometri, ma per tutto il ciclo vita del pneumatico, a vantaggio del
guidatore e della sua tranquillità. La necessità di informare gli automobilisti
sulle prestazioni dei pneumatici usurati è ancor più giustificata dal fatto che
l’evoluzione di tali prestazioni nel tempo è una scelta del produttore e dei
suoi investimenti.
Siete d’accordo? Sentite cosa dice Valerio Sonvilla,
Responsabile Prodotto Vettura di Michelin Italia, che parla di sicurezza, e
non solo, e fateci sapere cosa ne pensate nei commenti sotto l’intervista.