A Treviso la chiamano “Domenica ecologica”, ma può anche essere letta come un blocco totale delle auto senza distinzioni dalle ore 10 alle 18 di domenica 16 febbraio. Oggi, infatti, il centro storico di Treviso è aperto solo a pedoni e biciclette; le auto potranno percorrere solo l’anello esterno del Put.
Di ordinanze simili se ne vedono molte, direte, ma questa è singolare, perché come potete leggere voi stessi sul sito del Comune di Treviso (LINK) le auto coinvolte nel blocco della circolazione sono anche quelle a gas metano o gpl. Unica deroga per i “veicoli provvisti di motori elettrici”: almeno le ibride potranno circolare, penserete.
No, vi sbagliate, perché contrariamente a quanto si potrebbe facilmente evincere stando alla lettera dell’ordinanza – cioè che le vetture ibride sono provviste anche di un motore elettrico e quindi rientrano nella deroga – i vigili urbani del Comune sostengono di non essere “meccanici” e di “non poter saper la differenza tra motore elettrico ed ibrido”. Anche in altri comuni veneti oggi è scattato un blocco del traffico, a Padova per esempio l’ordinanza (LINK) è più precisa e dice in modo chiaro che “veicoli provvisti di motori elettrici o ibridi (motore elettrico e termico) e veicoli alimentati a GPL o gas metano purché utilizzino per la circolazione dinamica rigorosamente solo GPL o gas metano” non sono soggetti al blocco.
Pensare ad una svista nell’ordinanza o ad una mancata precisazione (doverosa ndr) rappresenterebbe comunque un fatto grave, ma poiché non è la prima volta che il Comune di Treviso emana provvedimenti simili (fece scalpore quello del 30 gennaio 2011, emesso dall’allora maggioranza di centro destra), pensiamo che ancora una volta la ghettizzazione dell’auto sia cosa voluta.
Se da un lato la Regione Veneto esenta dal pagamento del bollo (la tassa aggiuntiva sulla proprietà per dirla in modo corretto) i possessori di veicoli ibridi, a sostegno di una corretta campagna eco sostenibile, ci pare singolare e poco coerente l’atteggiamento tenuto a Treviso in questa domenica di febbraio.
Oggi è Treviso, ma domani può essere qualsiasi altro comune d’Italia ad applicare provvedimenti similari, ed è sempre più palese e chiaro che fare facile demagogia ed additare tutti gli automobilistici come unica causa di inquinamento delle nostre città sia un modo per nascondere l’incompetenza di molti amministratori difronte alle tematiche di eco compatibilità ed in termini di emissioni. In pochissimi casi, infatti, sentiamo dire che la cappa di smog che opprime molte città è in gran parte dovuta a polveri provocate dai gas di scarico e dai fumi delle caldaie; il messaggio è sempre stato uno: solo l’auto inquina.
Come sempre il colpevole è l’auto. Peccato manchi il delitto, soprattutto se ci mettiamo nei panni dei tanti automobilisti che hanno investito e speso per acquistare auto eco compatibili e con bassi valori di emissione, e che poi si ritrovano nello stesso calderone di chi circola con veicoli Euro 0.
Ci torna in mente una brillante riflessione di Giangiacomo Schiavi scritta sul Corriere della Sera in data 28 gennaio 2011: “Il blocco per smog. Fingiamo di crederci”. Tre anni fa forse potevamo ancora fingere di crederci, oggi no.
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