Da qualche giorno è approdato nelle sale il film Le Mans 66 – La grande sfida, la messa in scena del leggendario confronto tra Ford e Ferrari sul circuito de la Sarthe all’epoca di una delle più grandi rivoluzioni nel settore automobilistico di tutti i tempi. Scopriamo alcune curiosità sulla nuova pellicola di Hollywood e, soprattuto, come si sono svolte le riprese più spettacolari.
Diretto dal regista James Mangold, Le Mans 66 – la grande sfida viene interpretato da due grandi protagonisti dello schermo: Matt Damon nei panni del progettista ed ex pilota Carrol Shelby e Christian Bale nei panni del pilota britannico Ken Miles.
Avvincente come poche: la 24 ore di Le Mans
Come tutti sapranno, la 24 ore di Le Mans è una tra le gare automobilistiche più famose al mondo, una delle più attraenti ma anche una delle più pericolose dove nel corso degli anni, dal lontano 1923 in cui ebbe inizio, hanno perso la vita tantissimi piloti.
Il film è ispirato a una storia vera avvenuta proprio sul circuito di Le Mans nel 1966. La nota azienda di Detroit capeggiata da “Il Due” (in riferimento a Henry Ford II) decise di sfidare la casa di Maranello capeggiata dal “Commendatore”, il celebre Enzo Ferrari (interpretato, nel film, dall’attore italiano Remo Girone) per portarle via il record d’invincibilità che fino ad allora gli apparteneva.
La storia di Le Mans 66 in breve
Nel 1963 Henry Ford II e la sua casa automobilistica stavano attraversando un periodo di declino. Il “Due” decise di puntare tutto sulle corse automobilistiche per rilanciare la sua attività. Ford sapeva, infatti, che se le sue auto da corsa avessero vinto sul circuito più prestigioso di tutti i tempi, in molti avrebbero poi acquistato le sue vetture. Tuttavia, non avendo tra i suoi modelli nessun auto sportiva, capì che l’unico modo per poter gareggiare sui circuiti era quello di acquistare la Ferrari.
Trattative andate in fumo
Anche la casa di Maranello non stava attraversando un periodo felice e puntava il tutto e per tutto sulle corse; ogni ricavato delle vendite era destinato all’impresa tanto che dal ’60, e per i successivi 6 anni, Ferrari detenne il primato sul circuito di Le Mans. Ford inviò quindi uno del suo team a Modena per procedere alle trattative con il Commendatore ma qualcosa andò storto. Quando Ferrari capì che la casa di Detroit avrebbe avuto pieno potere di decisione sulla squadra corse si rifiutò di concludere il contratto; Ferrari aveva, però, bisogno di finanziamenti e decise di iniziare una collaborazione con il celebre Gianni Agnelli e la sua azienda, la FIAT.
A quel punto, particolarmente adirato, il Due decise di investire un vero e proprio capitale ad un unico scopo: progettare un’auto in grado di battere la Ferrari sul circuito di Le Mans. Per farlo, assunse i migliori ingegneri e un certo Carrol Shelby che vinse l’edizione del 1959 a bordo di una Aston Martin. Da allora dovette abbandonare le corse per un problema cardiaco e dedicò la sua vita alla progettazione di auto, tra cui quella che l’ha reso famoso in tutto il mondo: la Cobra.
La nascita di una stella
Dopo varie vicende nacque così l’incredibile Ford GT40 che però non vinse né l’edizione del ’64 né quella del ’65, così come nessuna delle altre competizioni automobilistiche. Apportando continue migliorie, nel ’66 diedero vita, infine, alla Ford GT40 Mk II, l’unica vettura che fu in grado di strappare il titolo alla Ferrari. Furono ben 3 le Ford che si piazzarono sul podio quell’anno, una delle quali pilotata dal più veloce sul circuito, Ken Miles: testa calda, ingegnere, meccanico, pilota. Miles era tutto questo, aveva un sesto senso per i motori senza eguali ed era l’unico, secondo Shelby, in grado di portare a termine l’impresa de il Due. Tanto che lo stesso anno, prima di Le Mans, arrivò primo sul podio sia alla 24 ore di Daytona, sia alla 12 ore di Sebring.
Un’auto, un’icona: la Ford GT40
Non una semplice vettura, non una semplice rivale. La Ford GT40 è stata qualcosa di più. La sigla GT stava per Gran Turismo sebbene l’auto non sarebbe mai stata omologata per questa categoria. 40 stava, invece, per i pollici di altezza della vettura misurata al parabrezza (pari a 1,02 m) così come richiesto dal regolamento. Diverse furono le motorizzazioni di cui la dotarono, ma il risultato più importante, quello raccontato nel film Le Mans 66, fu la vittoria nei confronti della Ferrari, una vittoria entrata di diritto non solo nelle sale dei cinema bensì nei libri sacri del motorsport.
Ma vi siete mai chiesti come avvengono le riprese di film come questo?
Giganti cineprese sulle auto, scocche vuote adibite alla distruzione. Qui un video con alcuni dei “Behind the scenes” più esaltanti.