La Hyundai Nexo è la prima auto fuel cell che si può comprare normalmente dal concessionario, al costo di 70.000 euro. L’unico problema è il rifornimento. Scopriamola nel nostro test drive in anteprima.
Per una volta partiamo dal prezzo, perché è la cosa più importante. Non per la cifra in quanto tale ma perché indica che l’auto è disponibile e si può comprare in una concessionaria. Di solito è una caratteristica che si dà per scontata, ma nel caso di un modello a idrogeno lo è molto di meno. Stiamo parlando della Hyundai Nexo, l’auto che rappresenta la sintesi e l’ultima evoluzione della tecnologia fuel cell sviluppata dalla Casa coreana, attiva già da molti anni in questo campo. Il concetto alla base è tanto semplice quanto rivoluzionario e futuribile: usare l’idrogeno per ricavarne elettricità attraverso l’elettrolisi, emettendo allo scarico solo acqua. Non è una novità assoluta e non è nemmeno la prima auto di serie con questo tipo di propulsore, ma è la prima che si può acquistare in un autosalone senza dover essere un’azienda, un’università o un istituto di ricerca.
Costa circa 70.000 euro, a seconda dell’allestimento scelto e con un pieno di idrogeno può percorrere fino a 666 km, secondo il ciclo WLTP. L’unico problema è riuscire a fare rifornimento, visto che attualmente l’unica stazione pubblica si trova a Bolzano, ma non è aperta a tutti. Il problema è la legislazione italiana, che la provincia dell’Alto Adige può in parte aggirare grazie al suo status speciale, ma che dovrebbe comunque cambiare nelle prossime settimane, eliminando finalmente una serie di limiti burocratici che impediscono lo sviluppo di questo tipo di mercato. In attesa che accada concentriamoci sulla Nexo, erede di quella ix35 Fuel Cell che è stata la prima auto di questo tipo commercializzata in Europa. Ovviamente sono numeri piccolissimi, ma il 70% del parco circolante europeo a idrogeno è fatto da auto Hyundai.
Sono queste le premesse con cui approccio la Nexo che, oltre al peculiare powertrain, è praticamente la summa della migliore tecnologia presente oggi nel settore automotive. In altre parole, questo SUV racchiude in sé lo stato dell’arte della produzione della Casa coreana e osservandolo il primo pensiero è che qualcuno abbia scaricato erroneamente per strada il prototipo esposto a un Salone e che se lo sia dimenticato lì. Ma che si tratti di un modello rivolto al futuro lo si capisce anche dalla sigla con cui Hyundai definisce la categoria d’appartenenza della Nexo: Future Utility Vehicle. Tornando allo stile, la Nexo è molto simile al prototipo che l’ha preceduta. Le linee sono futuristiche e dettagli come la verniciatura opaca o i cerchi in lega quasi “piatti” non fanno che esaltare questo carattere. Le dimensioni, invece, sono classicamente da SUV del segmento D, con la lunghezza che non supera i 4,68 metri, la larghezza che arriva a 1,86 e l’altezza che si ferma a 1,64.
Il passo di 2,79 metri è piuttosto ampio e non potrebbe essere altrimenti visto che serve spazio per i tre serbatoi dell’idrogeno, ognuno dei quali ha 52,2 litri di capacità. Nonostante ciò, l’abitacolo è comodo per quattro persone, se serve anche cinque, e la volumetria minima del vano bagagli è buona: 461 litri.
L’unico dato che tradisce davvero l’originalità tecnica della Hyundai Nexo è quello della massa, che supera di slancio le due tonnellate, ma è un problema relativo visti i 395 Nm di coppia “istantanei” del motore elettrico. Tornando agli interni, le sensazioni sono quelle di un lusso hi-tech che solo alcune ammiraglie tedesche e giapponesi sanno dare: la pelle bianca traforata dei sedili, gli inserti in legno e in alluminio spazzolato, il tunnel centrale sospeso, i due display LCD da 7 e 12,3 pollici della strumentazione e dell’infotainment collegati senza soluzione di continuità e un equipaggiamento full optional contribuiscono ad aumentare di molto la percezione di qualità.
Alla guida della Hyundai Nexo: feeling da elettrica
Al volante il feeling è quello di una tradizionale auto elettrica e il fatto che l’energia arrivi da una fuel cell è una informazione che bisogna conoscere, perché nulla lo lascerebbe intuire, a meno di non guardare la strumentazione. Non ci sono marce, basta schiacciare l’acceleratore e i 163 CV del motore sincrono a magneti permanenti muovono la Nexo con leggerezza, volendo da 0 a 100 km/h in 9,2 secondi. Anche la velocità massima è di tutto rispetto, anzi i 179 km/h dichiarati rappresentano un valore record per un’auto a idrogeno di serie. Tutto accade nel silenzio perché i rumori esterni e le vibrazioni sono ben filtrati.
Così si guida nel massimo, stando attenti a far scorrere l’auto e a non sprecare più energia del necessario. L’unica cosa da imparare rispetto alle “solite” elettriche è gestire il recupero dell’energia. Hyundai ha optato per una soluzione originale che si è rivelata intuitiva e funzionale. Dietro al volante della Nexo, infatti, ci sono le classiche palette come su molte auto sportive, solo che qui la loro funzione è quella di aumentare o diminuire il recupero energetico e quindi il freno motore. Si va dal livello 0 (il più scorrevole) al livello 3 (il più frenato) aumentando lo scivolamento con il paddle destro e diminuendolo col sinistro. In autostrada va benissimo il livello 0, mentre in città è meglio posizionarsi sull’1, lasciando il 2 e il 3 alle discese prolungate.
Utilizzando bene questa funzione si consuma di meno ed è facile raggiungere i 666 km con un pieno dichiarati dall’omologazione. Tradotto in numeri, vuol dire consumare di 0,84 kg di idrogeno ogni 100 km, per un’efficienza del 60%. Quanto alle emissioni, infine, sappiate che la Hyundai Nexo sa anche migliorare la qualità dell’aria che trova nei paraggi. Questo perché la fuel cell necessita di aria più pura possibile e dunque ha un filtro dell’aria molto più efficace rispetto a quello delle auto tradizionali, tanto che può bloccare i micro-particolati di dimensioni anche inferiori a quelle del PM2.5. In altre parole, l’aria viene purificata dal 99% delle polveri sottili con il display sul cruscotto che mostra al guidatore quanto la sua guida stia contribuendo a depurare l’ambiente che lo circonda.